L'elemento
del crimine
(Forbrydelsen
Element)
Danimarca,
1984
PRODOTTO
DA: Per Holst/Per Holst Filmproduktion,
in collaborazione con l'Istituto danese del film
SCENEGGIATURA : Lars von Trier
MONTAGGIO : Tómas Gislason
MUSICA : Bo Holten
DURATA : 103 min.
CAST
:
Michael Elphick (Fisher)
Esmond Knight (Osborne)
Me Me Lai (Kim)
Jerold Wells (Kramer)
Ahmed El Shenawi (lo psichiatra)
Astrid Henning-Jensen (la cameriera di Osborne)
Janos Hersko (il medico legale)
Stig Larsson (l'assistente del medico legale)
Lars von Trier (il guardiano di notte)
Preben Lendorff Rye (il nonno della bambina)
Camilla Overby (la prima bambina)
Maria Behrendt (la seconda bambina)
Morgens Rukov (l'archivista)
La
trama è costruita su un lungo flashback in cui il detective Fisher
si confida con uno psicanalista. Egli racconta dell'indagine che ha condotto
in Europa, dove ha avuto l'incarico di seguire le tracce di Harry Grey,
sospettato di aver assassinato brutalmente ragazzine che vendevano biglietti
della lotteria. Fisher si mette sulle sue tracce seguendo le teorie del
suo vecchio professore, Osborne, autore del libro "L'elemento del
crimine", in cui si teorizza che i crimini abbiano origine a contatto
di un elemento particolare per poi moltiplicarsi, e che il detective debba
assumere il punto di vista dell'assassino per prevederne le mosse.
Primo
capitolo della trilogia dedicata all'Europa, di cui fanno parte Epidemic
ed Europa, e primo lungometraggio di Trier. Il film è girato
interamente in Inglese, la lingua più adatta sia all'intento del
regista di realizzare una sorta di post-noir, sia all'esportazione. Ha
vinto al festival di Cannes il premio della Commissione superiore tecnica.
Il lancio del film a Cannes e il premio hanno portato a Lars von Trier
una certa reputazione che ha contato molto per l'inizio della sua carriera.
L'Europa in cui si svolge L'elemento
del crimine è un luogo cupo, notturno, in cui la natura sembra
prendere il sopravvento, velato di atmosfere oniriche e ipnotiche. L'intrigo
poliziesco è piuttosto oscuro e complicato. La voce fuori campo
del protagonista (che in realtà racconta sotto ipnosi la sua storia
allo psicanalista) rimanda ad un noir moderno, a colori, nonostante le
tinte che prevalgono per tutto il film nascondendo gli altri colori siano
un nero ed un arancione estremamente cupi.
In occasione dell'uscita del film Lars von Trier ha pubblicato il suo
primo manifesto sul cinema. É
il primo componente di una serie di manifesti e dichiarazioni di intenti
che Trier pubblicherà in seguito alla realizzazione di altri film,
per via della sua predilezione, come egli stesso dichiara, di "situare
le cose in un contesto".
IL
MANIFESTO
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