Marron, la figlia di Crilin, sapeva
riconoscere cosa pensava davvero una persona, ma nel caso
di Lara non aveva avuto bisogno di sforzarsi. Le lacrime
che scendevano, il volo improvviso, lespressione
spaventata, aveva capito subito che cera qualcosa
non andava.
Diavolo, non
serviva essere così diretto! Goten se lera
presa con Vegeta.
Qualcuno
doveva pur dirlo! era la sua scusa. Il ragazzo non
seppe più cosa aggiungere.
Era stata lei a
suggerire a Goten di cercarli. Fu felice quando li vide
tornare.
Lara
come va? chiese, quasi indecisa. La Timidezza era
la più grande nemica di Marron.
Adesso bene ci siamo chiariti
e si è risolto tutto. Rispose con un sorriso.
Lanciò uno sguardo verso Trunks, lui lo ricambiò.
Felicità, gioia, amore. Adesso erano
questi i pensieri della ragazza.
Pure Marron sorrise,
i suoi capelli biondi erano legati da due code alte.
Sembrava ancora una bambina, ma in realtà era già molto
responsabile per la sua età. Sentiva i sentimenti della
gente, ma non li usava mai contro di loro.
Il torneo era ormai
finito, aveva vinto la piccola Pan, per ovvio volere del
nonno Satan. Il pubblico aveva acclamato entrambi con
entusiasmo. Era stato un bel torneo in fondo.
Anche la giornata si
era svolta meglio di quanto Lara sperava. Nuovi amici,
nuove lotte nuovo ragazzo. Si strinse a Trunks con
più forza e gli diede un bacio. Lui restituì il bacio e
le toccò i capelli.
Come siete
carini- la ragazza bionda li sorprese- da quanto tempo è
che state insieme?
Bhe
veramente da oggi! rispose Trunks leggermente
imbarazzato.
A già
scommetto che è stato lui a consolarti stavolta
rivolta a Lara
E così-
rise- senti oddio mi ridici il tuo nome
accidenti, mi ci vuole un sacco di tempo prima di
impararli!
Però il mio
lhai imparato subito! intervenne Trunks.
He he! Io mi
chiamo Marron!
Ok- Lara
portò la mano alla fronte come i militari- non ti
preoccupare, te lo chiederò altre 30 volte prima di
impararlo!
Si è ripresa perfettamente, non
cè che dire. Pensò la figlia di Crilin.
Marron laveva subito colpita, era
tutto il contrario di lei, femminile, timida, ma la era
sembrata subito simpatica. Aveva unaura sviluppata
per una ragazza terrestre. Chissà se anche lei si è
allenata di nascosto si chiese Lara mentre la
guardava, ma sembrava indifesa, il corpo era ben
proporzionato, ma non muscoloso. Marron guardava sempre
in basso, tenendosi il braccio. Un chiaro segno
dinsicurezza, pure Lara era così quando era
piccola, quando aveva paura del padre che la obbligava a
quei massacranti allenamenti. Ma aveva smesso
dessere insicura da molto tempo, da quando aveva
capito la sua forza rispetto agli altri terrestri.
Ricordò divertita i compagni spaventati, ma le sparì il
sorriso pensando che il giorno dopo li avrebbe dovuto
rivedere a scuola. e non potrò vedere Trunks
finché sto lì!!!
Un altro pensiero, che la spaventò
Goten!
Il ragazzo si girò.
Domani la Funny ha detto che
interroga?
No, a me ha detto che continua a
spiegare! Perché? Non hai studiato?
He he Già! ammise.
E Inglese? Gli esercizi?
E no quelli li ho fatti!
Bene allora poi me li
passi!
Okay!
Era sempre stato così, da quando si erano
conosciuti Goten e Lara si erano aiutati lun
laltro, nella scuola come nella vita.
Marron alzò lo sguardo sul ragazzo, ma si
girò subito appena gli vide gli occhi, fingendo di
seguire i festeggiamenti. Sperò che nessuno
lavesse notata.
Che ne dite se domani usciamo tutti
insieme? chiese Trunks.
Io domani ho da fare ho
lappuntamento con Dania. Intervenne Goten.
Ha un appuntamento con una
ragazza
Allora martedì?
Per me va bene! rispose Lara.
Anche x me!
Marron non rispose.
Te? Vieni? chiese la ragazza
dopo un po.
Non ci posso credere, sono stata
invitata pure io. Io devo chiedere a
mamma torno subito!
Sparì tra la folla, per poi ricomparire
qualche attimo dopo felice di annunciare che non sarebbe
mancata.
Te invece domani che fai?
chiese Trunks a Lara.
Niente- rispose, facendo finte di
non aver capito- Perché?
Oh bhe volevo uscire con
te, ma vedo che non ne sei molto entusiasta. Fece
una faccia furba.
... e dove vorresti andare?
Un posto vale laltro
labbracciò.
A che ora?
Quando vuoi tu! le diede un
bacio sul collo.
Dai, Trunks, fermo!
Marron guardò Goten mentre rideva.
Avrebbe dato qualsiasi cosa per essere al posto di Dania.
Arrossì pensando a loro due da soli. Probabilmente
farei una cattiva impressione, non farei altro che
balbettare, accidenti alla mia Timidezza!
Quando Goten si accorse di essere
osservato si girò e sorrise. Lei abbassò lo sguardo,
diventando ancora più rossa. Adesso era lei ad essere
osservata!
Il ragazzo si rese conto solo in quel
momento di quanto fosse carina. I capelli biondi e gli
occhi blu erano degni di sua madre, Marron non usava né
trucco né gioielli, aveva solo un vestito rosso e degli
scarponcini dello stesso colore. Semplici, come lei.
Intento i festeggiamenti erano finiti ed
era ora di tornare a casa.
Goten, sbrigati, o partiamo senza di
te! lo chiamò Chichi.
Ci vediamo ragazzi. Salutò
gli altri e raggiunse sua madre.
Dopo di lui pure Marron li lasciò.
E ora che vada pure io,
Trunks! disse Lara.
Ora che ci penso Tu dove
abiti?
Alla città dellOvest
Allora ti posso dare uno strappo. Ti
va?
Certo!
Il viaggio in aereo era senzaltro
più comodo e piacevole che volare da sola nel fresco
della sera.
Dentro il veicolo però cera un
silenzio davvero imbarazzante, almeno per la ragazza.
Bulma guidava, Vegeta guardava fuori osservando il
paesaggio, e lei si stava tormentando una pellicina su
dito. Solo Trunks riuscì a farla sentire a suo agio, le
lasciò la mano e la strinse, lasciandole appoggiare la
testa sulla sua spalla, le scostò i capelli e le baciò
la fronte. Bra guardò i due con aria seccata, quasi di
sfida. Solo il fratello se ne accorse.
Lara! Tu con chi vivi? Bulma
ruppe il silenzio
Lei si alzò dalla spalla del ragazzo
prima di rispondere Solo con mia madre!
Mi piacerebbe conoscerla
Quando vuole, signora Brief!
Oh, chiamami Bulma e dammi del
tu.
Va bene, Bulma!
La donna sorrise Bene, siamo
arrivati, allora a presto!
Lara scese Ci vediamo! lanciò
un bacio a Trunks. Lui la salutò con la mano finché non
si girò per andare a casa.
Bhe? Che hai da fissare? disse
lui guardando la sorellina. Lei aveva le braccia
incrociate e la stessa espressione di prima, ma si
limitò a girare lo sguardo in avanti, senza rispondere.
Fa sempre così, non la sopporto!
Intanto, a casa della ragazza.
Mà, sono tornata!
*CIAFF*
Il rumore dello schiaffo riecheggiò per
tutta la stanza.
Perché mi hai fatto QUESTO?!?
urlò la madre.
Lara sentiva la guancia che le bruciava,
non era stato un colpo molto forte, ma abbastanza da
farle girare la testa. Sapeva cosa voleva dire. Se lo
sentiva.
Ho tentato di fartelo capire in
tanti modi- girò la testa verso di lei- il desiderio di
lottare cè lho nel sangue!
Annie, la madre di Lara, era un donna
ancora giovane, portava i capelli corti tenuti insieme da
un mollettone. Il colore di questi e degli occhi era lo
stesso della figlia. Aveva dei grandi occhiali rotondi e
laria da ragazzina. In quel momento era arrabbiata
e confusa, ma quando rideva dava limpressione di
una liceale che aveva commesso una birichinata.
La donna abbassò lo sguardo, aveva
tentato in tutti i modi di impedirle di prendere la via
del padre, ma non era servito a niente. Adesso Lara era
grande, 17 anni, e se non ci riuscì allora, sarebbe
stato impossibile farle cambiare strada adesso.
Mentre combattevi - disse
piano, come se stesse per piangere- mi hai ricordato tuo
padre, sai?
Mamma
Fai pure ciò che ritieni più
giusto, figlia mia, ma ricorda che non voglio perdere
unaltra personache amo! rialzò gli
occhi, leggermente umidi.