Proditoria aggressione di un gruppo di ustascia al presidente del Partito Socialista Operaio
PESTAGGIO POLITICO A ZAGABRIA
ZAGABRIA - Stipe Suvar, presidente del Partito socialista operaio
e uno dei dirigenti di spicco dell'ex-Jugoslavia negli anni '80
e' stato aggredito e picchiato giovedi sera in un noto ristorante
zagrebese, il Purger. Il leader del PSO (schieramento di estrema
sinistra) [in realta' il PSO e' strutturato come un fronte di forze
antifasciste comuniste, socialiste e cattoliche; ndCRJ], si trovava
nel locale assieme a sua moglie e a due coppie d'amici quando da un
tavolo vicino un gruppo di uomini e donne ha preso a intonare canzoni
ustascia nel chiaro intento di provocare Suvar.
Visto che le canzonette anni '40 non ottenevano nessun effetto,
e che anzi i coniugi Suvar e i loro amici stavano per lasciare il
ristorante, il gruppetto di energumeni ha optato per un'azione di forza
menando le mani a piu' non posso. Colpito diverse volte al capo,
il politico zagrebese e' riuscito in qualche modo a sottrarsi alla
furia dei balordi capaci (parole di Suvar) di picchiare e scaraventare
a terra anche una donna della sua compagnia, il tutto sotto gli occhi
del personale del Purger che non avrebbe reagito. Suvar, abbandonato il
locale, si e' diretto nel piu' vicino commissariato di polizia denunciando
l'accaduto dopodiche' ha dovuto farsi ricoverare all'ospedale dove
i medici gli hanno accertato la perforazione del timpano dell'orecchio
sinistro. Una pattuglia di agenti si e' recata subito nel locale
trovandovi ancora gli assalitori che hanno dovuto esibire le generalita'.
Suvar ha confermato la propria intenzione di denunciare gli aggressori.
"Si tratta di gente primitiva, di ustascia che credono di poter fare il
bello e il brutto tempo - questa l'opinione di Suvar - Sono stato
malmenato perche' presedente del Partito socialista operaio".
L'articolo che segue e' tratto da "il manifesto" del 25 Ottobre 1998:
CROAZIA UN OTTOBRE DI AZIONI TERRORISTICHE NEO-USTASCIA
- TOMMASO DI FRANCESCO -
I
La notizia dell'aggressione a Suvar - tenuta segreta da Tudjman -
si è diffusa il 18 ottobre, a conclusione di un raduno di
"veterani della guerra patriottica", cominciato il 14 a Vukovar -
la città martire della guerra, con una popolazione
prevalentemente serba ma nella quale stanno affluendo sempre più
numerosi i croati: si è appreso che al "raduno" è stata abbattuto
un grande crocifisso ortodosso, sono state distrutte una lapide
con i nomi dei caduti serbi e una lapide in memoria del più
grande scrittore serbo d'ogni tempo, Vuk Karadzic, è stato
picchiato a sangue un cittadino serbo, è stato demolito il
ristorante di un serbo e assalito uno scuola-bus che portava
alunni serbi...
Il 20 ottobre a Zagabria, con una sfarzosa cerimonia di
nostalgici nazifascisti e personalità del regime, è stato
presentato "Lo Stato Indipendente Croato (ustascia) alla luce dei
documenti", un libro dell'ex gerarca Marko Sinovic, rientrato
dall'"esilio" in Argentina: festa grande e minacce ai
"comunisti". Lo stesso giorno, il massimo quotidiano del regime,
il "Vjesnik" di Zagabria, ha pubblicato un articolo di accuse
contro lo scrittore e giornalista italiano Giacomo Scotti,
indicandolo come un filoserbo ("si vanta di aver aiutato, con la
sua organizzazione umanitaria, ben 2500 famiglie serbe vittime
della guerra"!), "nemico della Croazia da circa trent'anni", e,
ancor più falsamente, come "militante, oggi, del partito di
Suvar". Il "caso Scotti" è legato alla feroce campagna contro la
minoranza italiana in Croazia, culminata con i fatti di Pisino
del 20 ottobre: la rimozione voluta dal governo croato della
targa in lingua italiana del Consiglio regionale istriano.
Sempre il 20 ottobre, tre uomini mascherati sono penetrati in
casa di Giorgio Prestojevic a Marcegli, presso Fiume,
saccheggiandola, pestando a sangue la moglie (in ospedale con sei
costole spezzate) e tentando di uccidere l'uomo che invece se l'è
cavata con ferite varie. La vittima è il segretario politico di
quel "partito di Suvar" contro il quale si sono già scatenati i
terroristi croati, Oreskovic e la sua banda, sempre liberi e
impuniti.
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