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VIVA I SOCIALISTI E COMUNISTI CROATI E JUGOSLAVI!
PER UN FRONTE UNICO INTERNAZIONALISTA CONTRO IL FASCISMO!

da "Il Piccolo" del 19/10/1998, a pag.7:

Proditoria aggressione di un gruppo di ustascia al presidente del Partito Socialista Operaio

PESTAGGIO POLITICO A ZAGABRIA

ZAGABRIA - Stipe Suvar, presidente del Partito socialista operaio e uno dei dirigenti di spicco dell'ex-Jugoslavia negli anni '80 e' stato aggredito e picchiato giovedi sera in un noto ristorante zagrebese, il Purger. Il leader del PSO (schieramento di estrema sinistra) [in realta' il PSO e' strutturato come un fronte di forze antifasciste comuniste, socialiste e cattoliche; ndCRJ], si trovava nel locale assieme a sua moglie e a due coppie d'amici quando da un tavolo vicino un gruppo di uomini e donne ha preso a intonare canzoni ustascia nel chiaro intento di provocare Suvar.
Visto che le canzonette anni '40 non ottenevano nessun effetto, e che anzi i coniugi Suvar e i loro amici stavano per lasciare il ristorante, il gruppetto di energumeni ha optato per un'azione di forza menando le mani a piu' non posso. Colpito diverse volte al capo, il politico zagrebese e' riuscito in qualche modo a sottrarsi alla furia dei balordi capaci (parole di Suvar) di picchiare e scaraventare a terra anche una donna della sua compagnia, il tutto sotto gli occhi del personale del Purger che non avrebbe reagito. Suvar, abbandonato il locale, si e' diretto nel piu' vicino commissariato di polizia denunciando l'accaduto dopodiche' ha dovuto farsi ricoverare all'ospedale dove i medici gli hanno accertato la perforazione del timpano dell'orecchio sinistro. Una pattuglia di agenti si e' recata subito nel locale trovandovi ancora gli assalitori che hanno dovuto esibire le generalita'. Suvar ha confermato la propria intenzione di denunciare gli aggressori. "Si tratta di gente primitiva, di ustascia che credono di poter fare il bello e il brutto tempo - questa l'opinione di Suvar - Sono stato malmenato perche' presedente del Partito socialista operaio".


L'articolo che segue e' tratto da "il manifesto" del 25 Ottobre 1998:

CROAZIA UN OTTOBRE DI AZIONI TERRORISTICHE NEO-USTASCIA

Tudjman a mano armata

Aggrediti Stipe Suvar e Giorgio Prestojevic. Oppositori minacciati

- TOMMASO DI FRANCESCO -

I l viaggio d'affari del papa - io ti beatifico Stepinac che benediceva i massacratori nazifascisti, e tu mi dai in cambio i beni nazionalizzati da Tito, come prontamente è avvenuto - ha lasciato un prevedibile clima di euforia nazionalistica, purtroppo tragicamente riscontrabile in questi ultimi giorni. Il 15 ottobre il vice-presidente dell'Hdz Franjo Greguric, l'ultima vittima dei servizi segreti, rassegnando le dimissioni (la stessa sorte di Hebrang, Sarinic e Valentic), aveva detto: "Sono convinto che verrà il tempo della democrazia...". Quello stesso giorno il dalmata Stipe Suvar, già presidente della presidenza della Jugoslavia nel 1990-92, presidente dell'ex Lega dei comunisti, e da un anno fondatore e leader del Partito socialista-operaio della Croazia è stato brutalmente aggredito a Zagabria, in un ristorante, insieme alla moglie e a due coppie di amici, pestato a sangue e ridotto in condizioni pietose da tre terroristi neo-ustascia, irritati dal fatto che il notissimo personaggio aveva tenuto i nervi saldi per tutto il tempo in cui, consumando la cena, loro intonavano inni nazifascisti e ustascia dello "Stato Indipendente croato". Suvar è stato ricoverato in ospedale, i medici hanno riscontrato la rottura della membrana timpanica all'orecchio sinistro. Gli aggressori - sono state accertate le generalità - erano tre uomini, guidati dal colonnello della riserva delle milizie croate Tihomir Oreskovic (41 anni), il più malfamato "eroe della guerra patriottica" contro i serbi in Croazia. Tornato dagli Stati Uniti in patria nel 1990 dopo dieci anni di oscura attività alla testa dei neoustascia d'oltreoceano, ha fatto parte delle milizie ustascia aggregate alle forze regolari croate all'inizio della guerra fratricida nella nativa regione della Lika. Qui, nel 1991, instaurò un regime di terrore di cui furono vittime civili inermi, serbi uccisi a decine nell'autunno '91 a Gospic e Karlobag, come hanno testimoniato gli ex suoi commilitoni pentiti Milan Levar, Zdenko Banko e Zdenko Ropac poi fuggiti dalla Croazia per non essere liquidati come "traditori"

La notizia dell'aggressione a Suvar - tenuta segreta da Tudjman - si è diffusa il 18 ottobre, a conclusione di un raduno di "veterani della guerra patriottica", cominciato il 14 a Vukovar - la città martire della guerra, con una popolazione prevalentemente serba ma nella quale stanno affluendo sempre più numerosi i croati: si è appreso che al "raduno" è stata abbattuto un grande crocifisso ortodosso, sono state distrutte una lapide con i nomi dei caduti serbi e una lapide in memoria del più grande scrittore serbo d'ogni tempo, Vuk Karadzic, è stato picchiato a sangue un cittadino serbo, è stato demolito il ristorante di un serbo e assalito uno scuola-bus che portava alunni serbi...

Il 20 ottobre a Zagabria, con una sfarzosa cerimonia di nostalgici nazifascisti e personalità del regime, è stato presentato "Lo Stato Indipendente Croato (ustascia) alla luce dei documenti", un libro dell'ex gerarca Marko Sinovic, rientrato dall'"esilio" in Argentina: festa grande e minacce ai "comunisti". Lo stesso giorno, il massimo quotidiano del regime, il "Vjesnik" di Zagabria, ha pubblicato un articolo di accuse contro lo scrittore e giornalista italiano Giacomo Scotti, indicandolo come un filoserbo ("si vanta di aver aiutato, con la sua organizzazione umanitaria, ben 2500 famiglie serbe vittime della guerra"!), "nemico della Croazia da circa trent'anni", e, ancor più falsamente, come "militante, oggi, del partito di Suvar". Il "caso Scotti" è legato alla feroce campagna contro la minoranza italiana in Croazia, culminata con i fatti di Pisino del 20 ottobre: la rimozione voluta dal governo croato della targa in lingua italiana del Consiglio regionale istriano.

Sempre il 20 ottobre, tre uomini mascherati sono penetrati in casa di Giorgio Prestojevic a Marcegli, presso Fiume, saccheggiandola, pestando a sangue la moglie (in ospedale con sei costole spezzate) e tentando di uccidere l'uomo che invece se l'è cavata con ferite varie. La vittima è il segretario politico di quel "partito di Suvar" contro il quale si sono già scatenati i terroristi croati, Oreskovic e la sua banda, sempre liberi e impuniti.


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