RISPOSTA ALLA RISPOSTA DI "ISOLE NELLA RETE"
(Con preghiera di forward sulla lista internazionale@ecn.org)
> From: Hobo <hobo@ecn.org>
> Subject: sul Coordinamento Romano per la ex Jugoslavia
> Date: Wed, 24 Jun 1998 16:42:28 +0200
In neretto la risposta del Coordinamento Romano per la Jugoslavia
In caratteri normali la risposta di Isole nelle Rete
Il nostro Coordinamento è PER LA JUGOSLAVIA, senza "ex", laddove la Jugoslavia è intesa in senso lato ed anche in senso stretto.
In risposta alle richieste di chiarimenti giunte in seguito alla nostra decisione di sospendere ogni nostra collaborazione con il Coordinamento Romano per la ex Jugoslavia (CRJ), ribadiamo i motivi che ci inducono a sostenere l'incompatibilità del CRJ con il nostro progetto di comunicazione e informazione.
Riteniamo che, nonostante le smentite ''ufficiali'', le posizioni del CRJ siano di fatto vicine a quelle del nazionalismo serbo, difendendo sempre e comunque, in maniera ossessiva e paranoica, la mini-Jugoslavia di Milosevic, giungendo a giustificare perfino i massacri come quello di Drenica, ampiamente documentati.
- Ossessiva e paranoica è stata e continua ad essere la campagna antijugoslava di tutti questi anni. L'odio antiserbo è stato il condimento necessario di questa campagna perchè i serbi, in quanto popolazione maggioritaria della SFRJ, meno di tutti avevano interesse alla distruzione del loro paese.
Abbiamo diffuso materiali molto critici su Milosevic ed il suo governo, come il testo contro le privatizzazioni del defunto compagno Blagoje Djordjevic, testo che avete ignorato. Accettiamo e condividiamo le critiche `da sinistrà a Milosevic, che consideriamo un "Craxi" balcanico per le sue tendenze decisionistiche, opportunistiche e liquidatorie della SFRJ. Non accettiamo invece le critiche che vengono 'da destra' (vale a dire dagli scribacchini nostrani), né le demonizzazioni che nascondono altri fini, specialmente se accompagnate da atteggiamenti benevoli nei confronti di altri personaggi e di altri nazionalismi dell'area: non accettiamo che si crei "il mostro" e "lo spauracchio" al solo scopo di sfasciare.
- Rispetto alla strage di Drenica, che troppo assomiglia ad altre vicende (Vukovar, gli stupri, le stragi di Sarajevo, Srebrenica) rimaste a tutt'oggi poco chiare ma che hanno tutte sortito effetti politici ben precisi, abbiamo voluto parlare degli antefatti, del contesto e delle falsificazioni giornalistiche. Non abbiamo giustificato un bel niente ma abbiamo stigmatizzato chi vuol vedere solo quello che gli pare. L'UCK è almeno altrettanto brutale quanto la polizia serba: oggi questo (quasi) tutti lo riconoscono, ma noi da soli lo abbiamo fatto notare dall'inizio.
Il fatto che l'UCK sia appoggiato da Berisha basterebbe a chiarire la situazione.
Nel loro sito, sono stati pubblicati materiali (sempre travestiti da ''antinazionalismo'') di un certo "Movimento Prospettiva Jugoslava" (organizzazione con sede in Kosovo) in cui si riprendono >pari passo le stesse parole e le stesse idee della dittatura jugoslava >d'anteguerra che massacrava gli albanesi.
Viceversa, in quel testo (che torneremo a mettere a disposizione appena possibile) si parlava di una "Jugoslavia delle regioni" (*) e si usava la parola "patria", intendendo la Jugoslavia tutta intera, cosa che in quel contesto non ci sembra scandalosa anche se è lecito non essere d'accordo; contemporaneamente nel testo ci si esprimeva contro le privatizzazioni, contro la svolta liberista, contro il separatismo etnico, e si parlava chiaramente delle diverse nazionalità e delle differenze linguistiche in Jugoslavia.
- Quel testo era uno dei tanti contenuti nella pagina Web dedicata alle realtà di lotta anticapitalista ed antiimperialista dell'area. Rispetto al Kosovo, abbiamo diffuso anche il programma di una conferenza organizzata da albanesi e serbi sul tema "Marx, il Marxismo e la società", che avete ignorato, cosi' come avete ignorato la manifestazione di Belgrado dello scorso ottobre, alla quale parteciparono anche schipetari chiedendo il ripristino della Costituzione del 1974.
Sempre nel sito, c'era una sezione dedicata alla presunta "trasversale verde" e cioè alle trame musulmane contro la Jugoslavia (che vi siano forze musulmane reazionarie che tramano, è anche vero, cosi' come ce ne sono di cristiane cat toliche e ortodosse, ma stranamente il CRJ sceglie solo le musulmane, senza riportare, tra l'altro, alcuna prova).
In realtà abbiamo dedicato molto più spazio ai cattolici che non ai musulmani, riportando tra l'altro una cronologia degli interventi vaticani contro la Jugoslavia; anche agli ortodossi abbiamo dedicato una pagina che si stava ingrossando di documentazione (per inciso, i pope contestano Milosevic perché "comunista"!).
Un'altra cosa grave è che nei materiali del CRJ viene continuamente usato, al posto del termine "albanese", quello di schipetaro. ''Schipetaro'' vuol dire si' albanese, ma è un termine che in serbocroato ha *un chiaro senso dispregiativo e razzista* e che in italiano si usava solo durante il ventennio fascista (lo usano ancora i reazionari che si sono formati culturalmente all'epoca, come Montanelli, per esempio).
Certo che questa è grossa!... "Shqiptaria" è il nome dell'Albania in lingua albanese, e "schipetaro" è la trascrizione italiana del termine che gli albanesi usano per indicare loro stessi... Questa accusa che ci viene rivolta è puramente diffamatoria, non sarebbe nemmeno da commentare tanto è pretestuosa. Noi scriviamo spesso "schipetari" per indicare gli albanesi in quanto etnia (come "slavi" al posto di "serbi") e distinguerli dai cittadini dello Stato albanese ("albanesi", appunto).
A proposito di Montanelli e dei reazionari italiani, fareste bene a parlare ogni tanto del sostegno dato dal fascismo italiano alla causa grande-albanese ed alla persecuzione antiserba in Kosovo durante la II G.M. sotto l'egida del fascismo italiano. Non solo: oggi come oggi la vostra posizione sul Kosovo e sulla Jugoslavia COINCIDE ESATTAMENTE con quella di Montanelli e di tutta la stampa borghese, istericamente antijugoslava ed antiserba (questa si, fino al razzismo).
Per "smentire" le disinformazioni sulla Jugoslavia, poi, il CRJ fa regolarmente riferimento all'agenzia di stampa Tanjug, che è controllata dal Ministero dell'Informazione del governo di Milosevic.
Cosa dire? Noi facciamo riferimento a tante cose, sicuramente non abbiamo paura di capire la realtà al di là dei pregiudizi.
Il CRJ poi nei suoi materiali sul Kosovo (le ''15 tesi sul Kosovo'', per es.) considera del tutto normale che nel 1989 il governo centrale di Belgrado abbia tolto ogni autonomia politica alla regione con la forza dei carrarmati e sparando sui manifestanti, chiudendo inoltre l'università albanese. A chi critica questa posizione, il CRJ si limita a sbattere in faccia il fatto che è rimasta un'autonomia formale (lo studio in lingua albanese fino alle medie superiori sulla base dei programmi redatti dalle autorità serbe di Belgrado) della quale gli albanesi dovrebbero accontentarsi.
Ciò di cui si debbano accontentare o meno gli albanesi non lo possiamo direi noi, ma nemmeno voi, a meno di voler essere sciovinisti occidentali come al solito. Siamo stati i soli a voler fare chiarezza sulla situazione dei diritti delle minoranze in Jugoslavia oggi: altri parlano di "apartheid" e sparano slogan demagogici ed acritici senza nemmeno guardare alla realtà dei fatti. Oltre ad una vasta autonomia politica, l'Università in lingua albanese fu introdotta nella SFRJ, e ciononostante negli anni '80 in Kosovo i secessionisti protestavano ugualmente chiedendo la "Repubblica del Kosovo" (si può dire che il disastro jugoslavo è cominciato proprio da li'!). Notate bene che non esiste in Europa nè altrove una minoranza etnica con una Università pubblica nella sua lingua: ad esempio in Sudtirolo gli italiani non gliel'hanno mai concessa. Vorremmo che qualcuno ci spiegasse questo manicheismo, per cui la Jugoslavia va demonizzata ed accusata di cose fuori da ogni realtà mentre ad es. nessuno vuole bombardare la Francia per non avere mai concesso una Università in lingua corsa, con i programmi degli autonomisti.
Per il CRJ poi è fondamentale il fatto che nella regione ci siano monasteri ortodossi e sia un luogo importante per la memoria storica serba a causa di una battaglia svoltavisi nel XIV secolo, fatto che giustificherebbe la negazione agli abitanti albanesi del loro diritto all'autodeterminazione
Questo della "autodeterminazione" è un puro slogan, l'Occidente sta decidendo quale debba essere lo status futuro del Kosovo senza certo interpellare gli albanesi... A meno che voi non crediate che la Croazia si sia "autodeterminata"...
Abbiamo parlato dei monasteri, e del nome stesso della regione (Kosovo, dallo slavo Kos), per dimostrare che non si tratta di una occupazione straniera perché serbi ed albanesi vivono in quelle terre da sempre. Prima della II G.M. i serbi rappresentavano ancora il 40% della popolazione, vi siete per caso chiesti come mai oggi sono meno del 10% ? Certo, la SFRJ era uno Stato multinazionale/multietnico mentre la odierna Federazione assomiglia sempre di più ad uno staterello serbo, ma chi ha voluto tutto questo? I serbi? Non ci sembra proprio...
(sarebbe come se gli svedesi rivendicassero il controllo dell'Italia meridionale, per la presenza normanna nel medioevo e i relativi monumenti lasciatici).
In Kosovo ci sono 200mila serbi, in Sicilia (d'inverno) forse 10 svedesi. La Sicilia non è il cuore della storia e della cultura svedese.
Un altro esempio è il fatto che il CRJ nei suo materiali definisce un "normale processo di costituzione di uno stato nazionale" quello con il quale i serbi, durante e dopo la prima guerra mondiale hanno conquistato con le armi il Kosovo, ammazzando decine di migliaia di albanesi e avviando un inumano processo di sfruttamento economico (è da li' che sono iniziati i problemi del Kosovo).
Quindi pare che sotto l'Impero Ottomano in Kosovo non c'era nessun problema, bene. Secondo voi l'ancien regime degli imperi di derivazione medievale era più avanzato della Europa borghese strutturata in Stati nazionali. Non siamo d'accordo. Oggi come oggi in Europa è in atto una vera e propria restaurazione neoimperiale, e si abbattono gli Stati-nazione borghesi per costruire un ordine continentale fatto di provincie vassalle.
Se non potete fare a meno di parlare di atrocità e massacri, potreste citare anche quelle subite dai serbi del Kosovo in tempi anche più recenti.
Il problema di fondo è, secondo noi, che il presunto ''antimperialismo'' sbandierato dal CRJ a sostegno della propria condotta politica, non basta a giustificarne la connivenza ideologica con il sistema di potere serbo. Non accettiamo il distacco e il cinismo con cui vittime innocenti vengono trattati come un normale incidente di percorso. Non accettiamo la difesa di un potere piuttosto che di un altro, considerando il popolo come fattore marginale.
Il concetto di "popolo" è un concetto astratto, questo si reazionario. Se diceste "i lavoratori" forse capiremmo meglio... Non sappiamo bene che idea vi siete fatti del futuro statarello-fantoccio di Rugova. Ma ciò che di più colpisce è la assoluta mancanza di una qualunque chiave di interpretazione marxista per quello che sta succedendo: l'"analisi" che fate è tutta giocata sul problema della differenza etnica, che sembra starvi tanto a cuore. Se il movimento kosovaro fosse anticapitalista ed antiimperialista allora si che sarebbe da appoggiare, ma non lo è e non può esserlo perché storicamente svolge una ben diversa funzione.
Questo tipo di ''antimperialismo'' non ci appare molto diverso da quello propugnato dai fascisti.
Quando ti danno del fascista significa che non hanno argomenti.
A proposito di fascisti e di rautiani, andate un po' a vedere la loro posizione oggi sul problema del Kosovo...
Non abbiamo mai preso le difese del dittatore Saddam per combattere l'imperialismo americano: le ragioni che abbiamo sempre sostenuto sono quelle dei popoli, degli innocenti e degli oppressi.
Giusto: allora cosi' come vi siete opposti all'embargo contro l'Iraq dovevate opporvi alla spartizione della Jugoslavia di prima e di adesso.
[Isole nella Rete]
inr@ecn.org
(Coordinamento Romano per la Jugoslavia, 8 luglio 1998)
(*) Ci hanno accusato di essere "fascisti" perché sosteniamo in Kosovo una formazione (Movimento di Prospettiva Jugoslava) che in un suo documento si pronuncia a favore di una Jugoslavia delle regioni. Il parallelo con i podestà di epoca fascista è ridicolo: se uno dice "sindaci" non dice "podestà" (questi ultimi, per inciso, esistono nella odierna Croazia sotto il nome di "zupani"!), e cosi' se uno dice "regioni" non necessariamente intende "banovine".
Tra l'altro la denominazione "banovine" fu introdotta dal governo collaborazionista filotedesco Cvetkovic-Macek (l'uno serbo, l'altro croato), peraltro con la formazione della "Banovina Hrvatska" comprendente gran parte della Bosnia, la quale rappresentò la prima concessione fatta al nazionalismo croato, condusse alla successiva formazione dello Stato Indipendente Croato nel 1941, appoggiato da Hitler e Mussolini, e rappresenta certamente il modello cui tende la Croazia di Tudjman al di là di ogni "aspirazione millenaria".
Ogni parallelo tra i nazifascisti ed i compagni kosovari del Pokret Jugoslavenske Perspektive è pertanto una enormità - fatto salvo il diritto di ognuno ad avere posizioni diverse sull'assetto costituzionale per la Jugoslavia attuale, oppure sulla Jugoslavia tutta intera (peraltro nelle nostre pagine Internet si trovano riferimenti a formazioni, anche del Kosovo, che hanno posizioni anche diverse su questo, e differenze sulla strategia politica in generale) - atta solo ad esasperare la discussione. L'accusa è quindi pretestuosa e mira solo alla diffamazione, come pretestuose e diffamatorie sono tutte le altre critiche rivolteci da ECN.
Ritorna alla censura subita dal CRJ...
Ritorna alla trasversale verde...