LA SECONDA 

GUERRA MONDIALE  

 

I CANI  DI  HITLER

E LA LEGIONE STRANIERA DEL DUCE

  Dei mussulmani di varia nazionalità inquadrati dal Reich tedesco abbiamo già parlato in diversi capitoli, di quelli della fase repubblicana italiana, mussulmani o non, alleati o nemici operanti sul suolo italiano ancora no. La galassia asiatica dei dominions inglesi, come il mondo arabo nordafricano e mediorientale rilasciavano schegge di uomini che vedevano gli inglesi come il fumo negli occhi. Famoso il detto "Il nemico del mio nemico è mio amico" di cui però nessuno assume la paternità.
Si legge nella relazione del "comandante" partigiano Mario Nardi "I mussulmani della Türkestan, partendo dalla zona di Borgotaro, investirono a largo raggio il settore Ovest-Cisa muovendo verso nord in direzione di Salsomaggiore (...) I partigiani, strettamente marcati nel loro sganciamento verso la Val Ceno, si trovano tagliata la strada dalle truppe musulmane che il 2 gennaio 1945 hanno già raggiunto Ponteceno. Ai partigiani della 32a brigata Garibaldi non resta che rifugiarsi a ridosso del confine piacentino". Nel suo diario di guerra, il generale Guido Monardi annotava: "I guerriglieri sospinti dai reparti della divisione Türkestan si ritirarono precipitosamente camuffandosi e mimetizzandosi fra la popolazione civile"   Anche di Sadat, spia del Reich e futuro Presidente Egiziano, abbiamo già parlato come pure del Muftì palestinese di Gerusalemme Amin el Husseini (Hâjj Amîn al-Husaynî) Zio di Yasser Arafat -rappresentante fino alla morte della "principale" identità palestinese.
Yasser Arafat was born in Cairo on 24 August 1929 as Muhammad abd ar-Rahman ar-Raouf al-Qudwah al-Husayni. He is also known by his nom de guerre, Abu Ammar. His mother Zahwa hailed from the Abu Saud, one of Jerusalem’s oldest families which claimed descent from the Prophet Muhammad. His father was from Gaza and related to Hajj Amin al-Husayni, the Mufti of Jerusalem. Arafat was five when his mother died and he was sent to live with his maternal uncle in Jerusalem for four years).

Del Primo Ministro dell’Iraq Rashid Ali abbiano detto ai capitoli del '41 ma dei turchi caucasici o turco tatari o turcomanni provenienti dall’impero sovietico non c’è stata ancora occasione di parlare. Qualcuno li chiamava mongoli per definire una cosa che stava oltre gli Urali e il Caspio. Oggi di questa etnia nessuno ne parla in Europa perché in Iraq è solo la quarta dopo sciiti, sunniti e curdi. In altre regioni è minoritaria ma non nell'attuale Turkestan asiatico ex sovietico. Ma parlando di stranieri del Duce, ci riferiamo comunque ad una piccolissima !!! presenza (si calcola sulle dita di una mano) notata qua e là di cui ancora non si spiega compiutamente il perchè. Potevano essere ex prigionieri o disertori o altro ancora che non sappiamo. Sappiamo invece che i tedeschi avevano una intera divisione di mujiahidin in Italia, la 162a Türkestan originaria del Kazakistan. In Italia i mujiahidin li conoscono bene i partigiani pavesi e emiliani perché sugli Appennini del parmense, reggiano e modenese operarono a reggimento.
 Il 10 gennaio 1945, un drappello di "Mongoli", come venivano chiamati
(a causa dei tratti asiatici del viso), incrociò tra Vianino e la fondovalle un folto gruppo di partigiani appartenenti alla 31a (32a) brigata Garibaldi, cui si erano aggregati alcuni renitenti di Varano Melegari. I "Mongoli" ebbero facilmente il sopravvento sulla banda, poi continuarono a rastrellare verso nord. Alcuni giorni più tardi ebbe luogo nel reggiano, tra Scandiano e Baiso, un vasto rastrellamento nel quale operarono di nuovo i legionari della Turkestan.
     

Indiano

  .. Cita, invece, il bestiale modo di agire dei componenti della 162a Divisione di fanteria Türkestan, i “mongoli”, con  i disgraziati abitanti della Val Trebbia e degli Appennini, dove questi turchi di religione islamica svolgevano operazioni antiguerriglia: Non andavano molto per il sottile e quando catturavano qualche nemico, dapprima lo torturavano a lungo e poi lo giustiziavano mozzandogli la testa. Alle donne poi, riservavano trattamenti spregevoli e di una ferocia inaudita. Per loro erano solo femmine, sia che fossero bambine sia che avessero novant’anni. Così, quando ne trovavano qualcuna, la immobilizzavano e la sottoponevano a stupri collettivi.

Di un altro reparto russo, questa volta ortodosso, si persero storicamente le tracce dopo la ritirata di Russia nella primavera del 43. Nelle fila italiane, inquadrati nel Savoia Cavalleria combattè una banda Cosacca o stonia (un colonnello e 360 uomini) che confluì probabilmente nei cosacchi "tedeschi" di Carnia. http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/44/cosacchi.htm  Altre consistenti formazioni straniere sono quelle Jugoslave (Mvac) antititine di religione ortodossa, mussulmana e cattolica, non strettamente cittadini italiani, trattate a parte nel capitolo "La pratica David" in questa sezione dal nome del loro comandante Tommaso David, medaglia d'oro. 

     

Un "mongolo" a sinistra in un reparto della RSI

  Dal sito resistenze.org  (col nome di Russi bianchi si identificano quelli di razza bianca che vivevano al di qua degli urali, forse lettoni o bielorussi, inquadrati nelle divisioni tedesche). Il 15 dicembre si sciolsero le formazioni di Carli e Fontan, i comandanti (Partigiani), scesi a Torino, mantenevano i contatti con i loro uomini nascosti in valle. Il 20 dicembre 1944 una colonna della "Polizia alpina" tedesca giunse con mezzi corazzati a Mocchie, alle prime luci dell'alba. In un attimo scattò l'allarme e una trentina di partigiani che avevano pernottato nei paesi vicini scapparono in montagna dove trovarono i russi bianchi, al servizio dei nazisti,che preclusero ogni loro tentativo di ripiego. Dopo il primo rastrellamento i russi bianchi del presidio di Susa e Borgone sotto il comando tedesco, compirono incursioni in tutta la media valle, macchiandosi di numerosi crimini contro la popolazione.
     

 

Indiani del reich

     

 

Mussolini e la Spada dell'Islam

  - E' dunque nel corso degli anni trenta che il rapporto tra il Fascismo e l'Islam si consolida notevolmente. La pubblicistica fascista ci mostra infatti tutta una serie di prese di posizione che vanno dal filoislamismo pragmatico e determinato da ragioni geopolitiche fino all'affermazione di una affinità dottrinale tra Fascismo e Islam.

http://www.italiasociale.org/Storia_articoli/storia260705-2.html

MUSSOLINI PAPA o MUFTI' http://digilander.libero.it/fiammecremisi/schede/mussolini.htm

  A tale proposito, accanto ad alcuni fatti isolati ma significativi, quali la comparsa di un libro in cui Gustavo Pesenti (ex comandante del contingente italiano in Palestina) assegna all'Italia una funzione mediterranea di "potenza islamica", vanno segnalati soprattutto i numerosi e continui interventi della Vita Italiana (diretta da Giovanni Preziosi) a favore di una stretta solidarietà tra Fascismo e Islam. Sulla rivista di Preziosi, Giovanni Tucci rilancia la formula di Essad Bey, secondo cui "il Fascismo può, in un certo senso, essere chiamato l'Islam del secolo ventesimo", e aggiunge: "l'offerta della Spada dell'Islam al Duce è il documento più probatorio che l'Islam vede nel Fascismo un qualcosa d'assomigliante, un certo punto conclusivo con le proprie vedute. (...) Il Fascismo ha orientato la propria politica verso un indirizzo di sana e vigile consapevolezza, rispettando e tutelando credenze, tradizioni, usi, costumi. (...) Saggia politica che a poco a poco ha conquistato la simpatia e l'attenzione di tutto il mondo islamico (...) L'Islam s'indirizza verso la luce di Roma convinto come è della potenza e della saggezza della nuova Italia fascista per un desiderio dell'anima, riconoscente della grande comprensione che è il rispetto delle leggi del Profeta, della tradizione degli avi". Con Fascismo e Islamismo, pubblicato a Tripoli di Libia nel 1938, Gino Cerbella ripropone la stessa tesi. E nel settembre del 1938, nel messaggio da lui rivolto all' "Internazionale fascista" di Erfurt, il presidente dei CAUR Eugenio Coselschi si richiamava tra l'altro alla "saggezza del Corano" in opposizione alle "nefaste dottrine che propongono l'assoggettamento di tutte le nazioni e di tutte le razze alla tirannia di un'unica razza sottomessa alle prescrizioni del Talmud"...
     

Operazione Blau Caucaso

Oumansky, Soviet ambassador in Washington, said on one of the blackest days of the Black Summer of 1942: (L’Ambasciatore sovietico negli Usa ebbe a dire in merito nel giorno più nero della nera estate del '42) "I must said that I am a little worried about the Caucasus...The Tartars in the Crimea are, to a large extent, disloyal... they never liked us. It is well known that during the Crimean War (1854) they gladly 'collaborated', as we'd now say, with the English and the French. And, above all, there are religious factors, which the Germans have not failed to exploit. Nor do I trust the mountain peoples of the Caucasus. Like the Crimean Tartars, they are Muslims, and they still remember the Russian conquest of the Caucasus which ended not so very long ago - 1863."

 

 "Gli unici che io ritengo degni di fiducia sono i Musulmani puri, dunque i Turchi autentici",

aveva detto il Führer il 12 dicembre 1942, discriminando tra le molteplici nazionalità minoritarie dell'URSS e polemizzando quindi con la Wehrmacht, la quale tendeva invece a mettere sullo stesso piano sia i popoli  di religione cristiana ortodossa (Ucraini, Georgiani, Armeni ecc.) che quelli di tradizione islamica purché contrari al regime Sovietico. Gia operavano con loro gli estoni (una divisione), i lettoni (due divisioni) e i galiziani (una divisione), ma questa era gente del cortile del Reich. Fu tra l'ottobre e il novembre del 1941 che si formarono invece le prime unità volontarie turco-tatare e caucasiche alimentate principalmente da prigionieri. Presso la Sicherungsdivision 444 si costituì un reggimento turco-tataro che sarebbe entrato in azione successivamente, tra la foce del Dnjepr e la Crimea, come Türk-Bataillon 444. Un altro gruppo di soldati dell'Armata Rossa originari dell'Asia centrale, dopo essere passato ai Tedeschi, diede vita a quell'unità che nel 1942 sarebbe diventata l'Infanteriebataillon 450, specializzato in guerra antipartigiana. Non ci addentriamo nella galassia dei transfughi dell’ex Urss (1 milione di uomini passati al Fuhrer fra cazachi, chirgisi, usbechi, turcmeni, caracalpachi, ucraini etc…), ma alla sola 162° divisione che nasce nel 1942 con 35.000 uomini sotto il comando del Generalmajor Ralph von Heygendorff (Oskar von Niedermayer). Quella conosciuta in Italia in effetti è la seconda versione voluta da Himmler della Turkestan Ostturkischer Waffen Verband der SS. Flag of Turkestan in the third Reich
(In the end of 1943 the Turkestan SS regiment was formed under the command of major A.Mayer-Mader. This detachment served as the basis for the formation of the "New Turkestan" division. It joined 782nd, 786th, 790th, 791st Turkestan, 818th Azerbaijani and 831st Volga-Tartarian battalions).
Nel campo di concentramento di Neuhammer, in Slesia, si formò invece il Sonderverband Bergmann, su tre battaglioni: uno georgiano, uno azero e uno nordcaucasico. Il primo e il terzo verranno trasferiti in Grecia, mentre gli Azeri andranno a fronteggiare l'insurrezione di Varsavia nell'agosto del 44.

Breve trad. "Devo dire che io sono un po 'preoccupato per il Caucaso ... I Tartari in Crimea sono, in larga misura, sleali... non mi sono mai piaciuti. E' ben noto che durante la guerra di Crimea (1854) hanno volentieri 'collaborato', con gli inglesi e i francesi. e, soprattutto, ci sono fattori religiosi, che i tedeschi non sono riusciti a sfruttare completamente. Né mi fido delle popolazioni montane del Caucaso. Come i Tartari di Crimea, sono musulmani, e ricordo ancora la conquista russa del Caucaso...."  

Al fine di coordinare organicamente le formazioni di volontari caucasici e turco-tatari che si andavano costituendo, sorse nel febbraio del 1942 lo Stato Maggiore delle Legioni Orientali: la Türkestanische Legion, che inquadrava anche volontari di altre etnie (26 battaglioni); Azerbaidschanische Legion (14); la Nordkaukasische Legion (9 Btg), formata da legionari appartenenti a una trentina di etnie; la Volgatatarische Legion (7); infine, costituite ambedue di elementi cristiani, la Georgische Legion (12) e la Armenische Legion (12).

Se al termine del conflitto i soli Tatari (tartari) di Crimea arruolati dall'Asse erano 20.000, i volontari caucasici delle varie nazionalità, compresi Georgiani ed Armeni, ammontavano a 110.000, mentre i Tatari del Volga (compresi i non tatari e non musulmani Mordvini e Ceremissi) erano 40.000. I Turchi centroasiatici 180.000 per un totale di 350.000 uomini (mussulmani 300.000).

 

I morti fra di loro furono circa 117.000. Morti? I mujiahidin avrebbero obiettato recitando il versetto coranico (III, 169) qui sotto

"Non ritenere morti coloro che sono stati uccisi sulla Via d'Iddio, ché invece son vivi presso il loro Signore e ricevon provvidenza"

     

Oggi il Turkestan è uno stato federale che comprende (da sinistra a destra dall'alto in basso) Karakalpakistan, Kazakistan, Turkmenistan, Uzbekistan ,  Kirghizistan, Tagikistan.

La tragedia ecologica del lago d'Aral http://erewhon.ticonuno.it/riv/scienza/aral/lago.htm 

Kmq 68.500 equivalenti a Piemonte, Liguria, Lombardia e Trentino A.A: L'attuale superficie non supera i 20.000 kmq: la grande isola al centro, ora penisola, era sede di un centro segreto militare sovietico

  Turkestan is now a federative state, consisting of six republics: Qazaqstan (Kazakistan, Qaraqalpagistan (Karakalpakistan), Uzbekistan , Turkmenistan, Kyrgyzstan (Kirghizistan), Tadzhikistan (Tagikistan).

Il Karakalpakistan, sulle sponde meridionali del Lago Aral (ex 4° lago più grande del mondo)  era, nella vecchia Urss, una sottorepubblica o repubblica autonoma all'interno di un'altra.

Lo Uyguristan, alla estrema destra è la prima "provincia" cinese dello "Xinjiang" o Sinkiang, ribelle (Islamica) però come il Tibet sottostante. Per i separatisti è e sarà il Turkestan dell'Est o East Turkestan con una lunga tradizione di indipendenza e autonomia con una superficie di 1660001 km² 21 813 334 Abitanti  cinese dal 1949/55

Il MOGHUL NATIONAL REALM altri non è che l'Afghanistan, come la Persia è l'Iran >>

Il variegato  mondo dei Russi nelle armate del Reich  http://www.soldatinionline.it/Articoli/Storia/I-volontari-sovietici-nell-Esercito-Tedesco-durante-la-2-GM-III-parte.html 3a parte  http://www.soldatinionline.it/Articoli/Storia/I-volontari-sovietici-nell-Esercito-Tedesco-durante-la-2-GM-II-parte.html 2a parte i cosacchi http://www.soldatinionline.it/Articoli/Storia/I-volontari-sovietici-nell-Esercito-Tedesco-durante-la-2-GM-I-parte.html  1a parte  

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