Per saperne di
più su questa canzone, ecco una spiegazione tratta da Musikbox (gen./feb.2001)
La title-song,
“L’orso bruno”, sembra concettualmente legata alla forma poetica di
“E’ caduto l’inverno”, e Venditti metaforizza nella figura dell’orso
bruno e della natura che lo circonda, l’io più profondo i meandri della
coscienza e tanti dissidi e dubbi interiori. (nell’interiorità- “il tuo
castello di roccia scura”- l’artista accumulerà semi pronti a
germogliare : “dopo l’inverno la primavera risveglia le cose con la sua
pioggia…” ; segue poi l’invocazione dell’orso-artista al “suo” Dio,
sparso tra la foresta, le foglie e la valle: “fa che il destino non sia
crudele per un tuo figlio sempre fedele”, ndr)
e una curiosità
sull'album "L'Orso Bruno" che contiene la canzone omonima tratta dal
libro
“Dal
sole di Roma capoccia al cuore di Palermo” di Maurizio Macale:
“L’orso bruno” è stato
registrato tra il febbraio e il marzo del 1973 e sarà pubblicato dalla IT di
Vincenzo Micocci. La copertina è un piccolo capolavoro di per se: dovuta alla matita ed ai
colori di Alvise Sacchi, essa rappresenta -in tutta la sua estensione ad
album aperto- Antonello con i suoi jeans ed i capelli lunghi e la sua barba di
allora seduto ad un pianoforte a coda lunghissimo, dove i pedali sono in realtà,
i piedi di una donna nuda con reggicalze ed occhiali e la tastiera è costituita
da uno gnomo, e poi dentro la meccanica del piano c'è di tutto, realizzato nei
colori più vivi. Una scarpa da ginnastica, dei libri, una bottiglia, le
ciminiere di una fabbrica, un lampadario ed una palla da tennis, il coniglietto
simbolo di Playboy, uno strano personaggio androgino con occhiali e
cappello alla Fellini, dei dischi, un "maggiolino" Volkswagen
(in quegli anni era la macchina di Antonello!. ndr), un televisore, er cuppolone
di San Pietro a Roma, un bicchiere caduto, della frutta e, simbolo dell'album -e
corrispondenza al suo titolo- un bell'orso bruno. |