Programmare significa produrre un'insieme di comandi da far eseguire alla macchina.
Una cosa è certa: è impossibile programmare se non si sa
risolvere logicamente un certo problema.
In sintesi: prima di programmare occorre individuare l'algoritmo, cioè il metodo logico
per la soluzione di un problema.
La programmazione … fino a qualche anno fa
I linguaggi finora ampiamente utilizzati non prevedevano la gestione di eventi,
bensì creavano delle strutture dove l'utente non poteva intervenire in modo casuale;
es.: le finestre video erano rigide, le interfacce erano solo testuali e l'intervento
dell'operatore era molto limitato; l'aspetto grafico era quasi inesistente.
Si poteva utilizzare la modalità grafica solo escludendo quella testuale e viceversa.
Il linguaggio Pascal prevedeva comunque un modello di programmazione di tipo strutturato
che è comunque didatticamente utile ai fini di una comprensione delle strutture
di analisi.
Con l'avvento di interfacce di sistema amichevoli (windows) si è pensato di
costruire applicazioni che ereditassero le forme e gli
oggetti visuali di tali sistemi.
Cosa significa programmare oggi?
I moderni ambienti di programmazione consentono al programmatore di organizzare
le interfacce e i dati in modo più semplice. Si sta sempre più affermando la
programmazione object-based (es. Visual Basic) o Object-Oriented (es. Visual C++).
Oggi si può partire dal disegno delle maschere video (forms), dei menu, degli
oggetti visuali (pulsanti, caselle di testo, liste) per poi passare allo sviluppo
del codice (istruzioni) da associare agli eventi (click, change, doubleclick …)
che l'utente potrebbe attivare.
Molti problemi che nascevano per la gestione del video sono stati risolti.
In ogni caso è opportuno ricordare che le istruzioni relative al programma
devono essere scritte.