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Il metodo Schumann.
Il criminologo.
Qualcosa di misterioso.
Il caso Giering.
Il commissario e l'albero delle mele.
Il Catalogo.

Berlino. Ancora una volta la capitale tedesca è padrona della scena, dopo aver mostrato gli anni della postriunficiazione attraverso le indagini del commissario Wolff. Questa volta il centro delle indagini è nel quartiere di Friedrichain-Kreuzberg. È qui che si muove il commissario Bruno Schumann, dell'LKA. Accanto a lui due giovani poliziotti, Henry Weber e Anne Vogt.

Schumann è uno specializzato in "vittimologia", si preoccupa cioè di indagare su come una persona possa essere diventata vittima di un delitto, «cerca il punto debole nella vita della vittima», come egli stesso spiega agli studenti universitari durante una lezione. Ma è anche un uomo segnato dalla perdita di una figlia, estremamante sensibile e con un forte spirito di protezione nei confronti della sua squadra.

Racconta Christian Berkel: «Quando Schumann arriva sulla scena del crimine cerca innanzitutto ciò che è invisibile agli occhi, ciò che quel luogo a prima vista non mostra, i piccoli dettagli da mettere in salvo per la Scientifica come possono essere mozziconi di sigarette o frammenti di vetro, cose che magari lo portano all'inizio su una strada sbagliata ma che non possono essere trascurati».

In questo tipo di approccio al delitto «occorre visualizzare, cioè immaginarsi come alcuni eventi possano essersi svolti».

«Abbiamo scelto di indagare sui crimini iniziando con la vittima e non con il possibile autore. D'altra parte, nella maggior parte dei thriller, la vittima, che in realtà è al centro di un procedimento penale, non ha alcun ruolo. Quello era un puro oggetto».

Il commissario Schumann non arriva certo primo nell'elenco degli innumerevoli poliziotti tedeschi ma aggiunge di sicuro qualcosa al genere: «La concorrenza tra commissari televisivi è ormai davvero grande - racconta Berkel - ed evidentemente i tedeschi amano il poliziesco perché sembrano non averne mai abbastanza. In questo genere non si può certo inventare più nulla ma forse si può cercare di dare nuove sfumature di colore alle storie. Così abbiamo pensato di trattare la vittimologia, cioè la capacità di entrare in empatia co coloro che sono stati uccisi e da lì abbiamo sviluppato un nuovo modo di raccontare il giallo».

 

 

 

 

Christian Berkel è il commissario Schumann. (Foto ZDF/Claudius Pflug)
Punti di vista.

Contrariamente alle serie più tradizionali, «Der Kriminalist» è girato in alta definizione e vengono utilizzate anche più macchine da presa in contemporanea così da permettere la visione da più punti di vista della stessa scena.

Sul set lavorano allo stesso tempo fino a quattro cineoperatori.

Sul set. (Screenshot ZDF)