Renzo Kayak
seguito 6 di 11, Il retrieval Kayak
Lezione N° 15 COSTRUZIONE DEL KAYAK
COSA SI COSTRUISCE
REPLICA DEL KAYAK
DA RICUPERO
DEL
NORD ALASKA
L'originale è
conservato a Philadelphia nel museo dell'Università di Pennsylvania. La
riproduzione di questo kayak è stata resa possibile dai rilievi del Ph. D.
David W. Zimmerly autore del libro
"Qajaq" Kayaks of Siberia and Alaska.
Copyright 1986 Alaska
State Museum, Division of State Museum Departement of Education. 395 Whittier
Street, Juneau, AK 99801, U.S.A.
Lunghezza |
291.5
cm. |
Larghezza |
59.0 " |
Coefficiente prismatico |
0.66 |
Velocità teorica massima |
6.67 Km./ora |
Peso |
circa 9 Kg. |
Dislocamento |
178.2 Kg. |
Il kayak carico diventa instabile con
un angolo di sbandamento di |
37° |
Questo
kayak, corto e relativamente largo è di fine 1800. I lunghi e sottili kayak, in
uso nell'artico, nella fascia compresa tra Kotzebue Sound e Point Barrow,
scomparvero con l'introduzione del fucile in quelle aree. I caribù potevano
essere colpiti a distanza senza doverli insidiare con i kayak durante i loro
attraversamenti di fiumi o laghi. Le foche venivano colpite dalla banchisa ma
occorreva un'imbarcazione per ricuperarle.
Il
kayak accorciato venne costruito proprio per questo scopo. Fu abbastanza largo
per favorire la stabilità e corto per essere facilmente trasportato sulla
slitta.
Fu
adoperato su tutta la costa nord dell'Alaska che si estende dall'isola di Barter,
vicino al confine con il Canada, fino a sud di Point Hope cioè verso il golfo
di Kotzebue.
Nel
1920 i kayak tradizionali non erano più in uso e praticamente ogni cacciatore
possedeva un kayak da ricupero.
Il
metodo costruttivo fu simile a quello in uso nel nord Alaska, il telaio ligneo
era dipinto in rosso, secondo tradizione, ma furono introdotte semplificazioni
quali:
-
Costolatura più spaziata - Travi anteriori al pozzetto in due pezzi
invece di quelle intiere e curve - Le legature non furono incassate per favorire
scorrevolezza e velocità poiché queste non erano più determinanti. -
Rinforzo interno di chiglia per irrigidire la zona del pozzetto.
La
legatura del telaio differisce da quella degli altri tipi di kayak perché va da
prua a poppa invece che da un fianco all'altro.
La
chiglia ed i due correnti adiacenti presentano una legatura diversa da quella
dei due correnti superiori.
Gli
Inuit avevano già risolto molti degli stessi problemi che i progettisti
affrontano ai giorni nostri; la carena è corta e curvata per la manovrabilità,
larga per la stabilità. Il ponte posteriore è piano per favorire il carico, L'
apertura del pozzetto è inclinata per permettere un facile accesso. Il kayak
doveva essere adatto al surf perché impiegato in vicinanza della riva.
La
similitudine tra il kayak da ricupero e gli odierni kayak da surf e per acque
bianche è impressionante.
Osservazioni:
Dato
che l'originale fu fatto a misura del suo proprietario la sua replica non è
adatta a tutti. Evidentemente il proprietario privilegiò il fatto di rimanere
asciutto, comodo per un utilizzo in acque relativamente calme quindi le manovre
estreme non furono privilegiate.
Il
pozzetto relativamente ampio ed il masik (la trave curva anteriore del pozzetto)
consentono di trovare appoggio alla parte superiore delle gambe, ma una delle
travi del ponte anteriore, quella che funge da puntapiedi fu posizionata secondo
le esigenze del proprietario. Si consiglia di modificare il posizionamento della
trave punta piedi per dimensionare il kayak secondo le proprie misure. Il sedile
originale, una stuoia di alghe o vecchie pelli, non consente un valido appoggio
laterale. In queste condizioni l'eskimo presenta una certa difficoltà.
Imbottendo i fianchi si ottiene un sostanziale miglioramento ed il kayak è
molto divertente.
L'esiguo
peso e la lunghezza molto contenuta facilitano il trasporto ed il rimessaggio.
(vedere
la figura N° 5)
Il telaio visto da poppa
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