Renzo Kayak
LA SCELTA DEL KAYAK DA MARE
A cura di Renzo Beltrame (agg.17/01/03)
I kayak da mare hanno percorso molta strada dai lontani tempi in cui erano costruiti con telaio di legno ed osso ricoperto di pelli.
Politene, kevlar, carbonio, fibra di vetro, materiali compositi, sono sostanze generalmente impiegate per la loro costruzione, tuttavia si usa ancora il legno o il telaio di ligneo ricoperto di tela, specialmente per la riproduzione di modelli estinti.
Pure il design si è fatto più specifico ed ha definito i vari modelli in funzione dell'uso. Sono comparsi gli accessori quali; timoni ribaltabili, gavoni stagni, sacche impermeabili, paraspruzzi, pagaie ed altro.
C'è poi l'imbarazzo della scelta tra kayak singolo e doppio, rigido o smontabile, da spedizione o da vacanza giornaliera.
L'offerta è dunque ampia ed i produttori offrono svariate motivazioni a favore di ciascun modello.
A questo punto l'acquirente si rende conto che "scegliere" un kayak da mare, oggi, è quasi difficile come fu per un Eschimese "cacciare le balene".
Considerate le diverse variabili e le differenti opinioni a supporto della validità di ciascun modello, diventa difficile fare la scelta giusta in una così vasta offerta.
L'ideale sarebbe dedicare molto tempo alla ricerca di documentazioni dalle quali trarre suggerimenti o trovare, se esistono, rivenditori che fanno provare le imbarcazioni.
Solo così si può capirne la manovrabilità, il comportamento e l'affidabilità nelle varie condizioni e dopo quanto tempo comincia ad affaticare.
Tutto ciò è disarmante e pressoché irrealizzabile per chi si appresta all'acquisto del primo kayak.
Esistono tuttavia alcuni accorgimenti che guidano chiunque verso la scelta più mirata.
Ipotizzando, per esempio, di fare gite che durano al massimo una giornata, la scelta di un kayak monoposto con eccessiva capacità di stivaggio è svantaggiosa poiché per fare avanzare l'imbarcazione occorre un maggior lavoro muscolare.
Occorre inoltre tener presente che un kayak marino si comporta in modo eccellente sui laghi, nella risalita o discesa dei fiumi a lento corso, nelle pianure, ma non si adatta alle discese di fiumi in zone montane siccome non è stato concepito per tale utilizzo.
Dato che i kayak veramente marini sono piuttosto costosi le sottoelencate note vi renderanno più facile la scelta in funzione dei vostri desideri.
Lunghezza e Larghezza
Il kayak marino, nato come monoposto, originariamente aveva
lunghezza intorno ai 5 metri, con tendenza a superare questa misura di circa
50 cm. La larghezza è tra i 50 ed i 60 cm.
Un kayak così dimensionato è talvolta di difficile sistemazione nonché trasporto, sopra il tetto della vettura perciò le industrie hanno sviluppato dei modelli lunghi circa 4 metri che soddisfano ampiamente gli appassionati dediti al turismo giornaliero.
Il rapporto tra la lunghezza e la larghezza rappresenta un buon indice per definire la velocità massima, infatti, più è alto e più il kayak è veloce (da 7.5 a 11).
Dato per certo che non tutti i principianti sono bravi pagaiatori, le caratteristiche di stabilità e sicurezza del mezzo, correlabili alla forma delle carene, sono fattori ben più importanti della sola velocità.
Visto poi che le velocità turistiche variano da 4 a 8 Km/h (da 2.2 a 4.3 nodi), si comprende perché bisogna dare al suddetto indice un'importanza relativa.(*)
Stabilità
Più un'imbarcazione è larga e piatta e più è stabile;
ciò vale soprattutto per un principiante.
Le carene a "V" profonda e quella tonde sono meno stabili ma sono preferite, dagli esperti, in condizioni d'acque mosse o molto mosse.
Le carene a fondo quasi piatto e fianchi verticali offrono una gran sensazione di stabilità e si comportano bene anche su acque mosse, tuttavia posseggono una maggiore superficie esposta all'acqua, più attrito, buona ma ingannevole stabilità iniziale e poca stabilità secondaria. Sono più difficili da raddrizzare quando si è capovolti.
Materiali
Le tendenze attuali sono rivolte alla fibra di vetro
rinforzata, diolene, kevlar, fibra di carbonio oppure verso il politene.
I kayak in fibra di carbonio e kevlar sono i più leggeri e veloci ma con durabilità inferiore rispetto a quelli in plastica che, pur essendo più pesanti e meno veloci, sopportano meglio un impiego disinvolto non privo di maltrattamenti.
La fibra di vetro (o le altre fibre) si ripara facilmente mentre la plastica può essere riparata con delicate saldature eseguite esclusivamente da esperti.
Esistono anche i kayak di legno o in legno e tessuto, bellissimi da vedere ed affascinanti nell'uso, ma appartengono ad una ristretta categoria d'estimatori che spesso se li costruiscono.
Il peso del vogatore
Alcuni costruttori, per ottimizzare le prestazioni di
vogata, correlano i propri modelli a determinati pesi corporei, altri indicano
semplicemente la massima capacità di carico.
Nel primo caso, tralasciando ovviamente il tipo d'uso, s'individua la tipologia del vogatore, ad esempio: uomo, uomo robusto, donna o bambino, mentre nel secondo caso è fornito un valore da ritenere come guida a livello indicativo.
Larghezza e lunghezza del pozzetto
Le valutazioni di queste dimensioni non sono sufficienti
per individuare se il kayak è adatto alla vostra corporatura perciò provate
a sedervi dentro.
I principianti decideranno in base al confort che il pozzetto offrirà. Gli esperti, invece, proveranno ad ancorarsi bene con le ginocchia, verificheranno che sia sufficientemente comodo per entrare ed uscire ma soprattutto idoneo ad affrontare situazioni impegnative, senza che i frangenti riescano a sganciare il paraspruzzi dal bordo del pozzetto.
Pieghevole o rigido
Il kayak pieghevole è molto utile per chi affronta spesso
lunghi viaggi prima di metterlo in acqua. E' indicato per chi viaggia in
aereo, per chi fa del campeggio o anche per l'appassionato che non ha lo
spazio per ricoverare un kayak rigido.
Generalmente i pieghevoli offrono prestazioni leggermente inferiori a quelli rigidi, sono molto costosi ed abbisognano di molta più cura, nel montaggio, smontaggio e nella manutenzione prima del ricovero.
Timone o no
Chi vuole un kayak biposto deve preferibilmente acquistarlo con la
timoneria controllata dal capo voga che solitamente si siede a poppa.
I biposto sono lunghi e la loro manovrabilità, in assenza di timone, è difficoltosa anche attuando le migliori spazzate per far cambiare la direzione o invertire la rotta.
Per un'imbarcazione monoposto il discorso cambia, il timone
è utile solo perché si manovra meglio, però rallenta.
Chi ha imparato ad usare il kayak generalmente non fa uso
di timone però, non di rado, acquista un kayak dotato di pinna posteriore
direzionale e retrattile.
Gavone/i
E' un accessorio che non fa parte della comune dotazione
dei pieghevoli però è frequente sui kayak rigidi.
Facilita le operazioni di carico e scarico d'oggetti,
consente di stivarli meglio e, se stagno, aggiunge ulteriore galleggiamento a
quello impartito dai sacchi di punta. Il kayak può essere munito di uno o due
gavoni. In mancanza di questi occorre introdurre nel kayak i sacchi di
galleggiamento.
Direzionalità o manovrabilità
I principianti apprezzano un'imbarcazione che procede
diritta ma, sviluppando via via l'abilità di manovra attorno agli ostacoli,
la manovrabilità diventa il fattore più importante per sfruttare meglio le
onde.
Il kayak super comodo
Vignetta di OZner (figlio di un mago minore)
Conclusione N° 1
Così come ciascun Eschimese sapeva costruirsi il proprio
kayak su misura ed in base alle sue necessità, anche voi, se siete
intenzionati a trascorrere buona parte del vostro tempo libero pagaiando,
scegliete un kayak che soddisfi le vostre esigenze e nello stesso tempo vi
piaccia.
Con un kayak per principianti navigate sotto riva in condizioni d'acque calme. Dall'istante in cui voi sarete più esperti, sentirete la necessità di un kayak più lungo e più stretto, dalla carena tondeggiante, con buona o discreta stabilità iniziale e buona o sufficiente stabilità secondaria perché sarà la vostra abilità a far sì che il kayak diventi ottimo, da indossare, ed insostituibile nell'utilizzo.
L'articolo: La tecnica della pagaiata con la doppia pagaia approfondisce la conoscenza dell'utilizzo del kayak marino.
Il capitolo: Il Kayak, noi e "l'ESSENZA" spiega tecnicamente le variazioni delle caratteristiche dei vari kayak e consente di approfondire la conoscenza dell’imbarcazione, migliorare il suo utilizzo e … condividere o no la conclusione N° 2 in esso contenuta.
(*) Vedi anche: Velocità