1)VITA E SCRITTI
Tommaso d’Aquino nacque a cassino nel 1221 e presto entrò nei domenicani, viaggiando tra l’Italia e Parigi per difendere le ragioni degli ordini mendicanti.I suoi scritti più importanti, oltre ai commenti alle principali opere aristoteliche, sono il “De ente et essentia”, la ”Summa de veritate fidei catholicae” e la “Summa theologiae”.Morì nel 1274, mentre si recava al Concilio di Lione.
2)RAGIONE E FEDE; METAFISICA.
Molto più lucidamente di Agostino, anche T. si
pone il problema di ragione e fede, la quale è ritenute un pensare
con assentimento senza però l’evidenza e la necessità proprie
del ragionamento, che però non è in grado di dimostrare le
verità soprannaturali. Ragione e fede sono dunque distinte, e la
ragione ha il suo limite d’indagine nella regula fidei, potendo soltanto
scoprire le verità non sopra-naturali, confutare le dottrine eretiche
e atee e spiegare le ragioni della fede, i preambula fidei che supportano
la fede nelle verità rivelate: la ragione potrà dimostrare
l’esistenza di Dio, ma non spiegarne l’essenza.
L’essenza di Dio, peraltro, si identifica con la sua
esistenza, in quanto Esso è, aristotelicamente, Atto puro, scevro
di ogni potenzialità; gli esseri finiti, invece, hanno un’essenza(
potenza e composto di materia e forma) non necessariamente collegata alla
sua esistenza; e la materia, però, e non la forma a costituire il
principium individuationis proprio del mondo sensibile: T. parla a questo
proposito di “materia signata” che distingue un ente dall’altro.
L’essere delle creature è inteso quindi da T.
come distinto dall’essere divino eppure analogo ad esso: proprio in base
a questa analogicità dell’essere T. può concepire le 5 prove
razionali dell’esistenza di Dio( cosmologica, causale, della contingenza,
dei gradi e teleologica) tra le quali non compare l’argomento ontologico,
poichè l’essenza divina non può essere conosciuta razionalmente
e non può collegarsi deduttivamente alla sua esistenza.
3)PSICOLOGIA E GNOSEOLOGIA
Nella concezione tomistica l’anima è forma del
corpo, immateriale e semplice, cioè solo intellettiva, immortale,
infusa direttamente da Dio nel corpo e tale che: 1)conosce le forme universali
delle cose;2)esiste come forma separata dopo la morte;3) riceve dal corpo
un’impronta specifica di riconoscimento.
L’anima, essendo intellettiva, è in grado di conoscere,
ed essa conosce non le cose ma le forme delle cose: cognitum est in cognoscente
per modus cognoscentis , cioè l’anima è potenza ricettiva
di tutte le forme intellegibili.
Tuttavia nihil est in intellectu quod prius non fuerit
in sensu, cioè la priorità è sempre della conoscenza
sensibile, rispetto alla quale l’intelletto compie un’attività astrattiva
che lo porta dalla materia signata alle forme e poi agli universali, che
sono in re( nelle cose), post rem(nell’intelletto) ma anche ante rem( in
Dio).
La conoscenza è ricerca della verità: e
questa consiste nella adaequatio rei et intellectus, cioè nella
congruenza tra intelletto e cosa, che deve essere innanzitutto corrispondenza
tra giudizio e collegamento delle cose nella realtà materiale.
L’intelletto umano è sempre possibilità
di conoscere, cioè è passivo: e tuttavia, poichè l’atto
precede sempre la potenza, ciascun uomo ha sempre un intelletto attivo
unito all’anima in modo essenziale.
4)ETICA E POLITICA
L’etica tomistica è fondata su un rigoroso intellettualismo(la
ragione deve guidare la volontà), ma lascia un largo spazio al libero
arbitrio, giacchè la volontà umana, potendo conoscere solo
beni parziali, di fronte adesso è libero: di fronte al Sommo Bene
l’uomo non porebbe, invece, non volerlo.Dio ha previsto il libero arbitrio
come tale: la predestinazione riguarda in maniera necessaria solo le cose
necessarie, mentre quelle contingenti sono previste nella loro possibilità;
la grazia divina è solo un aiuto per spingere l’uomo al bene, rispetto
al quale il male è solo una deficienza, in quanto scelta di un bene
inferiore.
Le virtù sono “abiti”, e vengono distinte da T.
in “intellettuali” e “morali”, tra le quali vi sono le quattro virtù
cardinali, alle quali sovrastano le tre virtù teologali, fede, speranza
e carità.
In politica T. sostenne la subordinazione della legge
umana e naturale alla legge divina e quindi il primato politico del Papa.
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