Guglielmo d’Ockham si può considerare il lontano progenitore dell’empirismo inglese. La sua vita fu caratterizzata dai continui scontri con le autorità ecclesiastiche, infatti, dovuti proprio alla critica serrata che egli mosse al razionalismo della metafisica tomistica in nome del primato dell’esperienza e della volontarietà della scelta di fede, scelta mai giustificabile dalla ragione. Per O. la conoscenza è sempre intuitiva, cioè empirica: e vane sono tutte quelle elucubrazioni intorno alle entità intermedie tra conoscente e conosciuto di cui tanto avevano parlato gli scolastici: entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem: in base a questo principio di economicità del pensiero (noto come “rasoio di O.”) unica realtà è l’individuo e ciò che è da lui direttamente esperibile, mentre vanno cancellate tutte quelle entità risultanti come mere supposizioni della ragione metafisica.Anche i nomi, poi non sono universali ante rem: essi sono puri segni significanti che “stanno per” le cose che esprimono: l’empirismo sfocia così in un deciso nominalismo, che ha il suo corrispondente in una logica rigidamente formale, terministica e calcolatrice.
E’ vana, dunque; ogni applicazione del metodo deduttivo, astratto dalla realtà concreta: e tuttavia la conoscenza intuitiva resta sempre ferma sul piano del particolare empirico, senza riuscire a risalire alle cause e alle sostanza che d’altronde sono concetti negati da O. in quanto non necessari alla spiegazione del reale.
Fede e ragione sono dunque non solo separate, ma anche eterogenee: la ragione non può nè conoscere ne dimostrare alcuna entità trascendente l’esperienza; gli argomenti della teologia sono dunque vaniloqui, perchè per credere è necessaria solo una scelta di volontà, un salto nel trascendente derivante da un’atto d’amore e di fede.
La volontà umana, d’altronde, è libera: il destino oltremondano dell’anima, però, non dipende dallle opere umane, ma bensì dalla grazia divina, che può salvare anche chi non ha creduto in Dio: la funzione della Chiesa è dunque grandemente svalutata, in nome della libertà di coscienza e della tolleranza.
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