1)TELESIO
Pur rimanendo nel quadro di una filosofia della natura
di impronta qualitativa, Telesio in qualche modo fu un precursore della
posteriore scienza della natura: già il titolo della sua principale
opera, il “De rerum natura iuxta propria principia”, certifica l’intenzione
di T. di studiare la natura secondo le sue proprie leggi, individuate innanzitutte
attraverso l’esperienza sensibile e non attraverso ardite costruzioni metafisiche.D’altronde
l’uomo può conoscere la natura, perchè è formato dai
suoi stessi “principi”, che sono materia, caldo e freddo, da cui deriva
tutto il divenire delle cose. Tutto il cosmo, dunque, è animato
dalle medesime forze, ed anzi si può parlare di esso come di qualcosa
di sensibile e vivente, anche se solo gli animali propriamente hanno i
sensi,che per T. sono gli unici strumenti conoscitivi: anche la conoscenza
intellettuale deriva dalle “immutazioni” prodotte nell’anima dai sensi.
Tutto è materia, dunque, per T., sulla quale agiscono
in varia misura caldo e freddo: e tuttavia T. parla di un’anima “superaddita”,
immortale e adatta ad esplicare le esigenze religiose proprie dell’uomo.
2)GIORDANO BRUNO
Già dalla vita di Bruno possiamo riscontrare in
lui tutte le inquietudini tipiche del rinascimento.Più volte infatti
a causa dei suoi interessi per la filosofia e la magia rischiò condanne
per eresia e quindi vagò per tutta l’Europa alla ricerca di protezione:
quando finalmente si sentì al riparo nella tollerante Venezia, fu
denunciato all’Inquisizione e per la sua intransigenza fu bruciato a Campo
de’Fiori nel 1600.
I suoi primi scritti, tra cui il “De umbris idearum”,
sono sostanzialmente neoplatonici: le cose sensibili, infatti, sono concepite
come riflessi delle idee, le quali, combinate dalla mente umana, ci riportano
al termine di un’ascesi conoscitiva all’unità divina.
Già nei primi “Dialoghi italiani”, però
emerge il naturalismo di B., fondato sull’accettazione delle teorie di
Copernico ma anche sulla negazione di ogni centro dell’universo: l’universo,
per B., è infinito e non ha centro, ma anzi esistono infiniti universi,
perchè l’infinita potenza di Dio non può non essersi realizzata
in un cosmo infinito.Dio è quindi causa e principio del “creato”:
in quanto principio, noi lo possiamo ritrovare nella perfezione della natura;
in quanto causa, invece, Esso resta esterno ad essa, cioè trascendente
e inconoscibile.Ma qual è il rapporto tra Dio e natura? Per B. Dio
è la monade suprema, l’Unità di cui la natura è l’esplicazione”;
le altre totalità parziali formulate dalla ragione sono invece dette
“minimi” e sono delle monadi di più basso grado caratterizzate da
un’indivisibilità solo relativa( es.:l’uomo).
In etica B. si occupò soprattutto di individuare
il tipo di vita che meglio realizzasse l’essenza dell’uomo, e lo individuò
nella vita contemplativa, in cui un “eroico furore spinge l’uomo alla conoscenza
dell’universo, suo fine ultimo: B. identifica così filosofia e religione,
essendo quest’ultima concepita come religione meramente razionale e naturale.
3)CAMPANELLA
Anche la vita di C. fu caratterizzata dai contrasti con
le gerarchie ecclesiastiche, che comportarono per C. 27 anni di carcere
(ma non la vita grazie ad uno stratagemma): anch’egli infatti avvertì
presto, come Bruno, l’insofferenza per l’aristotelismo della Chiesa romana
e si volse al naturalismo telesiano, come dimostra l’opera “Philosophia
sensibus demonstrata” e il “De sensu rerum et magia”, le sue principali
insieme alla “Philosophia realis et rationalis” e alla celeberrima “Città
del Sole”.
Il sensismo di C. si differenzia da quello telesiano
per due aspetti:la sensibilità è vista come propria di tutti
gli enti, anche di quelli inanimati, e inoltre i tre principi (materia,
caldo e freddo) trovano la loro spiegazione ultima nella razionale azione
creatrice di Dio: la natura può e deve essere indagata iuxta propria
principia, ma la causa prima e il fine ultimo di essa, per C., è
pur sempre Dio.
D’altronde l’uomo non conosce solo il mondo esterno:
volgendosi a sè stesso egli potrà ritrovare la propria vera
natura, uscendo dallo scetticismo con tre certezze fondamentali ( potere,
sapere e volere: le tre primalità), superando l’alienazione subita
nella conoscenza parziale selle cose esterne e reinserendosi in quel sistema
di simpatie e antipatie che animano quel “grande animale “ che è
la natura, di cui l’uomo può essere signore attraverso la magia.
Le tre primalità sono dunque le tre certezze dell’uomo,
ma solo in dio assumono un carattere assoluto: solo Dio é infinità
di Potenza, Sapienza e Amore, mentre nell’uomo le tre primalità
sono presenti sempre parzialmente.
Le tre primalità animano anche l’utopia politico-religiosa
di C., la “Città del Sole”, improntata ad un assolutismo di stampo
teocratico: la città del Sole è infatti una comunità
governata da un principe-sacerdote, il Sole o Metafisico, assistito da
tre aiutanti, ovvero le tre primalità, che amministrano un regno
basato sul comunismo dei beni e su una religione naturale che però
coincide con la più perfetta delle religioni positive, cioè
il cristianesimo.
[HOME PAGE] [FOTO] [TESTI] [TRADUZIONI] [TESI] [LINKS]
Tutti i contenuti di queste pagine, salvo dove espressamente indicato, sono coperti da diritto d'autore.La loro utilizzazione, pertanto, non può avvenire senza esplicita autorizzazione dell'autore.
Per informazioni, rivolgersi al webmaster, Paolo Graziani: grapa1@libero.it