LUTERO E LA RIFORMA


La personalità di M.Lutero fu caratterizzata da aspetti e atti ampiamente antinomici, se non contraddittori: innovatore, eppure tradizionalista;teorico ed asceta, eppure uomo d’azione; enunciatore del “servo arbitrio” eppure agitatore di opere rivoluzionarie; esaltatore del diretto esame delle Scritture, eppure operante verso un’interpretazione autentica dei testi biblici. Già la sua vita d’altronde fu segnata dalle paure e dalle contraddizioni, almeno finchè, in seguito alla lettura dei testi di Paolo, concepì la naturale peccaminosità dell’uomo e la impossibilità di salvarsi mediante le opere buone: sola gratia, sola fide :l’uomo è giustificato solo per la fede nell’imperscrutabile volontà divina, sola volontà capace di donare all’uomo la grazia di cui l’uomo può solo essere fiducioso. Nullo è il valore delle opere: attribuirsi dei meriti, o vendere indulgenze significa idolatrare sè stessi e negare la potenza imprevedibile di Dio.

Su queste idee si basarono le 95 tesi che Lutero pubblicò a Wittenberg nel 1517, le quali tesi portarono al violento scontro con la Curia romana, scontro che terminò con la scomunica di Lutero e con la sua violenta reazione, culminante con il rogo pubblico dei simboli del magistero ecclesiastico del Papa.Nel frattempo L. aveva terminato le sue tre opere fondamentali: “De libertate christiana”, “De captivitate babylonica Ecclesiae” e “alla nobiltà cristiana della nazione tedesca”.Nella prima L. sanciva il principio della giustificazione per fede: a nulla valgono tutti i riti e finanche i sacramenti, perchè solo tramite la fede può accadere che Dio doni all’uomo la sua grazia, salvandolo e liberandolo dalla schiavitù del peccato: le opere buone sono solo il risultato di una vocazione divina secondo l’eterna predestinazione di tutte le cose.Nelle altre due opere sono invece esposti i principi del libero esame della Scrittura e del sacerdozio universale: per il primo, ciascuno deve poter leggere direttamente la Bibbia, anche se di essa vi è una sola interpretazione autentica: l’aiuto dello Spirito Santo consentirà a ciascuno di riscontrarla nei Sacri Testi (le varie Confessiones delle chiese protestanti provvidero poi a formularla per iscritto, dogmatizzando il protestantesimo); il principio del sacerdozio universale indica invece l’assenza di ogni distinzione tra clero e popolo e implica la completa svalutazione del ruolo di ogni gerarchia ecclesiastica: tutti possono mettersi in contatto direttamente con Dio, di cui ciascuno è sacerdote, cioè servitore: i sacramenti hanno questa sola valenza per chi ha la fede, permettere cioè ha costui di approssimarsi ulteriormente a Dio.

La negazione del libero arbitrio culminò poi nello scritto “De servo arbitrio”, nel quale la libertà umana è concepita esclusivamente come liberazione dal peccato e dal male operata dalla fede nella grazia divina e dalla concessione di questa secondo la predestinazione.
 



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