AURA DI RIGORE
Terrea, l’aura dei nomi attorno al tuo
capo, a trattenerti in dolce freno le tempie,
le tue sfere di nord.
A colpi di maglio io sfondo
il tuo rigore di lumi:
un conato del tuo sangue
mi investe.
Poi assiso presso i nomi contemplo
la tua tradizione di ghiaccio,
le carote di gelo da cui attingo
le schegge, affilate, del tuo corpo.
Riassegnate alla cronica
conta degli attimi
assassini.
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