ARISTOTELE

1)VITA E SCRITTI

Aristotele, nato a Stagira nel 384 a.c., apprese la filosofia presso l’Accademia platonica, ma subito dopo la morte del maestro si distaccò dalla sua dottrina, preferendo la verità alla amicizia che pure li legava.Poco interessato ai problemi politici ateniesi, si trasferì ad Asso, dove tenne i primi insegnamenti.Erano gli anni della espansione militare di Filippo il Macedone, il quale chiamò A. a curare l’educazione del figlio Alessandro.Nel 335 A. tornò ad Atene e vi fondò la sua scuola, detta Liceo o “dei peripatetici”, dove teneva corsi esso- e eso-terici.Allontanatosi nuovamente da Atene, morì nel 322 a.c..
Gli scritti di A. furono divisi in essoterici( divulgativi e destinati alla pubblicazione) e esoterici ( non pubblicati e letti ai soli scolari. Poichè gli antichi grammatici ritennero che A. non vi avesse esposto le sue vere dottrine, le opere essoteriche sono andate perse quasi del tutto : in realtà dai pochi frammenti si è accertato che esse contengono le teorie giovanili di A., sostanzialmente platoniche. Il pensiero di A. subì quindi varie evoluzioni, che si sono ritrovate anche all’ interno del corpus di scritti esoterici, a noi giunto pressocchè completo. Esso contiene:
A)SCRITTI DI LOGICA: analitica priora e posteriora, topica ,etc.
B)SCRITTI DI FIL. DELLA NATURA: physica, de anima, etc.
C)SCRITTI DI METAFISICA:metaphysica
D)SCRITTI DI ETICA E POLITICA: ethica nicomachea ed eudemea, politica, etc.
E)SCRITTI DI ESTETICA E RETORICA: poetica e rhetorica.

2)LOGICA E ONTOLOGIA

La logica aristotelica, in quanto scienza della forma del pensare, è propedeutica ad ogni altra trattazione ed è strettamente collegabile al piano ontologico: ciò che pensabile, infatti, in qualche modo è.A. chiama la logica “analitica”, e la distingue in “dialettica”, o scienza dell’opinare probabile e “apodittica” o scienza dell’ argomentare dimostrativo e vero.
P., concependo le idee come pure forme separate dalle cose, ha reduplicato il mondo aprendo nella scienza un processo all’ infinito che non rende possibile alcuna spiegazione della realtà; inoltre intendere la dialettica come divisione è un procedere in maniera inconcludente, perchè bisogna sempre trovare il termine medio che collega tra loro due idee per poterle separare o unire; il dialettico, inoltre, discute a partire da opinioni e giunge sempre ad opinioni, mai ad una apodissi, cioè ad una dimostrazione certa: da queste critiche a P. parte l’analisi di A.che proprio nell’analisi della dialettica trova il suo primo risultato, cioè la tavola delle categorie.Le categorie sono i predicati attribuibili ad un soggetto, e cioè la “sostanza”( ciò che esiste per sè e non in altro) e gli attributi della sostanza, che non esistono in sè ma solo in riferimento ad essa.Siamo così entrati nella scienza del discorso, cioè della connessione dei termini: e un discorso può essere semantico, cioè significativo, ma non sempre apofantico, cioè vero o falso: solo di questi discorsi, però deve occuparsi la logica.La verità è congruenza del discorso con la realtà: i giudizi potranno essere così affermativi, negativi, universali e particolari. In ogni caso, per formulare un giudizio, occorrerà collegare un attributo ad un sogg.: ma come farlo, in modo necessario? Occorre formare un “sillogismo, ricercando il termine medio fra attributo e sogg.: dalle due premesse scaturirà così necessariamente una conclusione, e il sillogismo sarà valido se correttamente formulato e vero se scaturisce da premesse vere.Ma come porre premesse vere?O con il metodo induttivo, che però è limitato dalla particolarità delle esperienze, o con il metodo deduttivo, partendo da principi “noetici” cioè intuitivamente evidenti, quali, in logica, quelli di identità, contraddizione e terzo escluso.Si porranno così finalmente formulare definizioni scientifiche vere, dicendo della sostanza ciò che ssa è secondo il genere, la specie, la differenza, il proprio e l’accidente.

3)FISICA, PSICOLOGIA E GNOSEOLOGIA

Le scienze sono da A. distinte in “teoretiche”, “pratiche”e “ poetiche”.Le scienze teoretiche sono poi distinte in fisica, matematica e metafisica o filosofia prima.Per quanto riguarda la fisica, essa è la scienza degli enti soggetti al divenire e al movimento: e il movimento può essere di diversi tipi, ma in sostanza è sempre passaggio da qualcosa a qualcos’altro. I principi del divenire sono per A. tre: materia, privazione e forma: il movimento è sempre passaggio da una materia priva di forma ad una materia formata, cioè passaggio da una astratta potenzialità ad una concreta attualità, che tuttavia deve sempre preesistere come pura attualità priva di determinazioni materiali.Le cause del divenire sono per A. due :causa materiale e causa formale/finale: la natura appare così finalisticamente ordinata, ed A. la ritene composta di cinque elementi, di cui i consueti quattro appartengono alla regione terrestre e si muovono rettilineamente verso i luoghi naturali, mentre il quinto, l’etere, più divino, forma i corpi celesti e si muove con moto circolare , essendo eterna ed incorruttibile.Lo spazio è quindi concepito da A.come infinito in potenza ma finito in atto; la terra occupa il centro di questo sistema eterno di sfere, il cui movimento è dato, in ultima analisi, da Dio stesso, concepito quale “motore immobile”.
Gli organismi viventi sono concepiti da A. finalisticamente e unitariamente, in quanto composti di una materia e di una forma immanente, che nell’uomo è detta “anima” e muore con il corpo, essendo ad esso unita indissolubilmente.La parte intellettiva dell’anima presiede alla conoscenza, che è sempre passaggio dalla potenza all’atto( dal conoscibile al conosciuto e dalla possibilità di conoscere alla attualità dell’aver conosciuto.La conoscenza è innanzitutto sensazione, atto comune del senziente e del sensibile : ad essa si collega l’immaginazione e la memoria. E proprio sulle immagini opera l’intelletto, il quale astrae dal dato sensibile l’universale, cioè il concetto: in questo senso esso è intelletto passivo, cioè passibile di conoscere. E tuttavia l’atto precede sempre la potenza: perché l’intellegibile diventi conosciuto è quindi necessario presupporre un Intelletto attivo, immortale ed eterno: la platonica anima immortale, cioè che A. stesso aveva negato!

4)METAFISICA

La “metafisica”, ovvero l’insieme di libri di filosofia prima, é per A. la scienza degli enti esistenti per sè e immobili, cioè delle sostanze, ovvero è teologia, perchè si occupa innanzitutto di Dio, inteso quale Atto Puro preesistente a tutto il divenire e causa finale di esso, motore immobile e pensiero di pensiero.La metafisica è dunque “scienza dell’ente in quanto ente”, cioè in quanto sostanza, cioè ciò che è prima in sè, l’essenza, unità, cioè “sinolo, di materia e forma, potenza e atto.

5)ETICA E POLITICA

Le scienze pratiche sono invece etica e politica, nelle quali il pensiero di A. si evolve da un iniziale platonismo verso un’attenzione sempre maggiore alla concretezza dell’agire quotidiano.Innanzitutto bisogna distinguere tra intelletto e volontà, tra conoscenza e azione: non basta conoscere il bene per farlo, ma occorre un giusto “proponimento”, fondato su una “deliberazione “ razionale e su una appetizione volontaria. La virtù è infatti la disposizione etica del proponimento del giusto mezzo tra la razionalità e la passionalità, e l’elemento appetitivo è sempre necessario, anche se la virtù deve diventare un abito, cioè un abitudine.La virtù è quindi armonia tra vita pratica e vita contemplativa: e A. distingue appunto tra virtù dianoetiche o “del contemplare” e virtù etiche o “dell’agire”, tra le quali fondamentali sono la giustizia o equità e l’amicizia.L’attività umana deve essere quindi un continuo perfezionamento verso il sommo bene, che si identifica con la felicità e del cui approssimarsi sono testimonianza i piaceri, i quali non sono dunque da respingere, ma che sono più elevati per colui che esercita la ragione, che è la caratteristica specifica dell’uomo.
La politica é quindi la finalità intrinseca della vita etica, perchè l’uomo è animale socievole e politico.A capo della repubblica, tuttavia, non potranno esservi puri filosofi: occorreranno invece uomini dotati, di saggezza pratica, di cui i filosofi saranno al più i consiglieri. E non vi sarà, nel giusto stato, nessun tipo di comunismo: gli affetti familiari e la proprietà sono infatti stimoli fondamentali dell’agire umano e la famiglia è il nucleo essenziale dello stato, il quale si regge su un’economia essenzialmente agricola
e secondo un regime democratico, perchè la democrazia permette a tutti i cittadini di raggiungere la virtù completa ed è la più empirica delle forme di governo.

6)RETORICA E POETICA

La retorica è arte della dialettica, cioè della persuasione e dell’elocuzione, che ha anche un valore poetico.
L’arte e la poesia sono imitazioni della realtà, ma non senso dispregiativo-platonico, ma nel senso che esse rappresentano il verosimile, le cose quali potrebbero accadere, a livello potenziale e cioè universale. L’arte ha inoltre un valore catartico, capace cioè di innalzare e purificare le passioni umane.

(Torna all'elenco dei filosofi)
 
 


[HOME PAGE] [FOTO] [TESTI] [TRADUZIONI] [TESI] [LINKS]


Tutti i contenuti di queste pagine, salvo dove espressamente indicato, sono coperti da diritto d'autore.La loro utilizzazione, pertanto, non può avvenire senza esplicita autorizzazione dell'autore.

Per informazioni, rivolgersi al webmaster, Paolo Graziani: grapa1@libero.it