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La riforma universitaria

Di Clara Matteis

Le linee guida della riforma universitaria, ormai, sono chiare un po’ a tutti, 2 i punti principali:

Laurea 3 + 2 : nonché laurea di I livello e se si deciderà di continuare gli studi, per accedere ad esempio alle professioni, laura di II livello o, specialistica( a cui possono seguire, come avveniva nel passato, i corsi di specializzazione, ed i master di I e II livello).

Sistema dei crediti : il credito è l’unità di misura dell’impegno di studio ed ha il valore di 25 ore ( 10 ore di studio in aula e 15 di studio individuale).I corsi sono progettati per un carico di 60 crediti l’anno: ci si laurea acquisendo 180 crediti in totale, cioè nei tre anni previsti.

Le finalità della laurea triennale sono chiaramente : ridurre i tempi di conseguimento del titolo( riducendo anche il numero di abbandoni), assicurare una preparazione che pur contemperando opportunamente il rapporto tra i vari settori, dedichi un’adeguato spazio alle discipline a contenuto operativo,assecondando la volontà, che è poi alla base della riforma, di immettere sul mercato del lavoro laureati giovani e con possibilità di apprendere più velocemente i meccanismi operativi.

Non si può nascondere che l’impatto con il mondo degli studenti è stato forte, non tanto per gli immatricolandi al nuovo anno accademico, che naturalmente accedono direttamente al nuovo sistema del 3+2, ma per coloro che si trovano, diciamo, nel limbo, cioè a dover decidere se optare o meno per la riforma universitaria.

L’aria che tira è di enorme confusione, anche se tutte le Università si sono operate, con enorme dispendio d’impegno, per un’assistenza personalizzata agli studenti impegnati in quest’opera di valutazione: " passo : si o no? "

Una gran parte di studenti, che naturalmente ha deciso di rimanere nel precedente ordinamento, è molto critica nei confronti della riforma, sotto molti punti di vista: mentre per alcuni la stessa porterebbe ad una formazione frammentata e non qualificante, per altri la riforma andrebbe non ad abbreviare i tempi di permanenza, benì ad allungarli.Infine qualcuno ha addirittura fatto un’analisi socio-politica della riforma universitaria, sottolineando che i laureati triennali saranno i meno abbienti, non avendo gli opportuni mezzi per continuare, mentre coloro che completeranno gli studi saranno chiaramente studenti di ceti sociali più elevati, insomma una laurea di serie A ed una di serie B.

Tralasciando le critiche estreme di dubbio fondamento, possiamo concludere dicendo che come in tutti i momenti di transizione, anche in questo, non mancano le incertezze e i dubbi; quindi non resta, una volta fatta la scelta, che inquadrarsi in questa nuova dimensione, considerando che ancor più di prima, allo studente, non devono mancare continuità nello studio e una grossa dose di tenacia.

Per qualche dubbio dell’ultima ora questi i siti :

Istituto Universitario Orientale www.iuo.it

Federico II www.orientamento.unina.it per tutte le informazioni riguardanti la riforma universitaria ed i corsi di laurea attivati.

Seconda Università degli Studi di Napoli www.unina2.it

Istituto Universitario S. Orsola Benincasa www.unisob.na.it

Università degli Studi di Salerno www.unisa.it

Università degli Studi di Napoli Parthenope www.uninav.it

 

 

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