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CONVEGNO

L'uomo e la città

 

BRUNO FORTE

 

«L’uomo e la città: verso uno sviluppo umano e sostenibile» è il titolo del Convegno Internazionale che si apre oggi a Napoli, con 1a partecipazione di studiosi ed esperti di sessanta istituzioni universitarie, provenienti da ventiquattro Paesi. Inserendosi nelle iniziative culturali del Giubileo, il Convegno si concluderà sabato a Roma alla presenza di Giovanni Paolo II, cui saranno presentati i risultati dei lavori.

Quali sono le domande a cui si vorrebbe tentare di rispondere?

Esse si riassumono nella chiarificazione dell'idea di «umanizzazione della città» e nell'analisi degli strumenti per realizzarla, a partire, dalle migliori pratiche in atto in tutto il mondo: la scelta di Napoli i come sede è emblematica non solo delle sfide e bei problemi che i questa città rappresenta, Ina anche delle enormi possibilità che: essa riserva e che solo in parte sono state riscoperte e valorizzate.

Che cosa significa umanizzare la città? Si può dire in generale che una città non è umana quando è attraversata da fenomeni diffusi di frammentazione a vari livelli. La prima forma di frammentazione è quella fra istituzioni, potere politico e società

civile: 1ì dove l'autorità non ha autorevolezza, la rappresentanza non è sostenuta da un'adeguata rappresentatività e il cittadino medio non si sente espresso e garantito dal governo della città,

trionfano facilmente la burocrazia evasiva e inconsistente, l'interesse del più forte e la sfiducia nella legalità da parte dei cittadini.

Questo primo livello di frammentazione ne produce facilmente un secondo: in una città disgregata si indeboliscono i rapporti umani, diminuisce il senso dell'appartenenza alla comunità e alla sua storia, crescono le logiche legate agli interessi di parte a danno della collettività, fino a sfociare nelle deviazioni drammatiche della delinquenza organizzata. Si giunge così al livello più profondo di disumanizzazione della città, quello in cui il cittadino è scisso in se stesso: da una parte egli vive l'appartenenza esteriore alla collettività, dall'altra si costruisce il proprio mondo in alternativa se non in conflitto con quello che è il bene comune, in una indifferenza crescente verso di esso.

Proprio Napoli ha toccato in certi anni il fondo di questi processi e vive oggi un grave momento di stallo, su cui tutti siamo chiamati ad interrogarci.

L'umanizzazione della città implica dei processi di crescita culturale, etica e spirituale che superino la frammentazione ai vari livelli indicati. I1 primo e più profondo dei processi da realizzare si pone a livello etico: occorre interrogarsi su come coniugare cittadinanza e responsabilità, su come favorire la solidarietà interpersonale, il senso dell'appartenenza alla comunità e l'impegno per il bene comune. Senza un adeguata crescita etica nessuno sviluppo della città potrà dirsi sostenibile. Questa crescita non sarà però possibile senza un recupero della memoria e dell'eredità culturale, sociale, spirituale e religiosa della città, realizzato

attraverso l'educazione capillare ed efficace dei cittadini, a partire dalle tracce della memoria presenti sul territorio.

Al di 1à del mero funzionalismo, occorre aprirsi a una visione della città radicata nella sua storia e nei valori che l'hanno qualificata e potranno qualificarla nel tempo. Ciò implica anche un'azione di recupero e di valorizzazione del patrimonio storico-culturale e del capitale umano, che dovrà ispirare i progetti di ingegneria sociale e gli interventi architettonici ed ambientali del futuro a medio e lungo termine. Tutto questo non potrà essere realizzato senza una nuova saldatura fra istituzioni, governo della città e società civile: occorre recuperare autorevolezza e rappresentatività da parte dei governanti e dei responsabili delle istituzioni attraverso un'azione ispirata alla trasparenza etica, alla dedizione disinteressata al bene comune, a progetti chiari, elaborati e realizzati collegialmente nella valorizzazione di tutte le competenze, in vista precisamente dell'umanizzazione di tutti 1 rapporti che fanno la città. Ciò esigerà forse degli «stati generali», in cui la parola dei cittadini e di tutte le componenti rappresentative del tessuto urbano e civile siano coinvolte. Dal Convegno di Napoli potrà allora partire una sfida e una

promessa, che - pur rappresentando una campionatura di problemi e di soluzioni a livello mondiale - potrebbe trovare proprio in questa città un singolare laboratorio. Non potrebbe essere questo uno dei frutti del Giubileo per l'intera società civile?

[Bruno Forte]

 

 

Società

L'olocausto dei neri: la pena di morte. di Nicola Gibaldo

Il diritto e il suo Divenire di Veronica Fernandes

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W.T.O.: il nuovo dis(ordine) globale ? di Nico Gibaldo

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Globalismo e Globalizzazione :Possiamo usare il termine globalizzazione per definire qualcosa di piuttosto simile ad un processo di colonizzazione esteso all'intero globo....

Il commercio equo e solidale: cos'è...un progetto di esempio in Georgia  a cura di Salvatore Pescatore

Convegno Mondiale "l'uomo e la città. per uno sviluppo umano e sostenibile" prof. Luigi Fusco Girard

Sviluppo sostenibile di Carlo Baroncelli

(dal convegno "regole per il nuovo millennio" PALAZZO DEI CONGRESSI DI FIRENZE 18-19-20 marzo 2000)

La globalizzazione economica, tecnologica, normativa di SAKIKO FUKUDA-PARR

Azzera il debito di ANN PETTIFOR : sono le idee che fanno marciare il mondo...

regole della globalizzazione DEEPAK NAYYAR


 

 

 

 

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