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Intervista al responsabile della moschea di Napoli: Massimiliano Boccolini

Il vero volto dell’Islam?

di Catello Pane

Quanto terrore è stato seminato negli ultimi mesi! Quanta violenza: raccontata dai rotocalchi d’ogni genere. Quante opinioni, spunti di riflessioni, immagini, constatazioni abbiamo visto e sentito. Il dibattito su una realtà nuova, su scenari mai auspicati alle soglie del millennio della civiltà e del progresso, ha preso ciascuno di noi, suscitando emozioni, punti di vista, e modi di pensare differenti. Questa volta non si tratta di una guerra come le altre… hanno detto. Sicuro, perché oppone alla comunità delle democrazie moderne i nuovi nemici dell’umanità: i terroristi. Con loro sul banco degli imputati, inesorabilmente, per l’opinione pubblica, è andato a finire tutto il mondo islamico, trascinando dietro di sé uno scomodo fardello di paure, incomprensioni ed estremizzazioni. La maggioranza dei cittadini europei associa tuttora all’Islam il concetto di pericolo. Per capirne di più, quindi, siamo andati da chi è mussulmano in occidente, da chi lo è per scelta, per conversione, e non "per nascita". Massimiliano Boccolini, napoletano verace, ha scelto di seguire gli insegnamenti del Sacro Corano nel 1996. Hamza, il suo nome mussulmano, è ora segretario dell’Associazione Islamica Zayd ibn Thabit, presso la Moschea di Napoli, ed è responsabile dei rapporti con la comunità islamica in Italia presso la Lega Mussulmana Mondiale.

Dopo gli attentati statunitensi nell’opinione pubblica "occidentale" si è avviato una sorta di processo all’Islam, da cui la religione di Maometto ne esce un po’ con le ossa rotte: la credenza comune è che essa sia una religione di pazzia, di odio e di morte.

Il processo all’Islam -afferma Boccolini- non c’è stato del tutto, poiché non si è scesi in profondità ma si è rimasti a ciò che propongono i media. E’ il rapporto che esiste fra gli uomini ed i mass-media che è sbagliato e che porta a confondere l’Islam con il fanatismo. Naturalmente ci sono anche dei pregiudizi nei confronti dei musulmani e tutto questo ha consentito che si arrivasse a delle conclusioni errate che stravolgono la vera natura di una religione, che nasce dallo stesso ceppo dell’Ebraismo e del Cristianesimo, e che, come questi, si fonda sulla pace. Infatti, è la stessa parola Islam ad avere la radice SLM comune al termine Salaam (= pace).

Pensa che gli organi di informazione abbiano in qualche modo favorito alcune opinioni rispetto ad altre?

I media sono lo specchio della realtà, che proietta un’immagine un po’ distorta, ma in ogni modo aderente all’attualità. Sicuramente c’è chi demonizza l’Islam, ma neanche tutti i cattolici la pensano allo stesso modo. Il più radicale nel giudicare il mondo musulmano è il cardinale Biffi, che fortunatamente non tutti seguono…il suo messaggio, con riferimento alla questione, è diverso anche da quello del Papa.

Cosa pensa di Bin Laden, un uomo che si proclama difensore della causa dell’Islam?

Bin Laden è un criminale. Assolutamente, non ci sono altre possibili definizioni. Posso pensare di lui come di qualsiasi altro assassino. La sua azione va contro gli insegnamenti del Corano, non c’è dubbio. Viola il messaggio dell’Islam, fatto di pace e fratellanza. Chi uccide un altro uomo è contro il Corano!

Allora perché i fondamentalisti si proclamano fedeli di Allah?

I fondamentalisti vogliono confondere la religione con la politica. Quando si lotta per avere uno stato confessionale si fa del fondamentalismo. Nell’Islam c’è sempre stata distinzione fra stato e chiesa. A parte l’Arabia Saudita e l’Afghanistan, tutti gli altri sono stati laici.

Ed i kamikaze che si uccidono in nome del loro Dio, martiri della Jhiad?

Tutti i dotti dei paesi musulmani, hanno detto con i loro verdetti giuridici che la pratica dei kamikaze non è assolutamente islamica, né tantomeno piacente a Dio.

In diverse trasmissioni televisive abbiamo ascoltato interviste che testimoniano la solidarietà di alcuni musulmani ai fondamentalisti.

Se si riferisce alla intervista di Michele Santoro fatta a Barbara Farina affermo che una sola persona non può condensare il pensiero di un miliardo e mezzo di fedeli. La Farina è una donna che ha chiari problemi psichici ed è invitata alle trasmissioni appositamente per il suo "stile". I media non cercano la verità vogliono fare spettacolo, suscitare scalpore. Tanti altri musulmani hanno preso le distanze dal terrorismo.

D’accordo, ma allora perché un miliardo e, mezzo di persone non reagisce a questa strumentalizzazione o quanto meno non isola i terroristi?

Chi dice che non lo facciamo. Se Bin Laden si trova in anfratti sperduti delle montagne afghane è proprio perché è isolato dalla massa. Altrimenti, se fosse considerato un paladino della causa islamica, porrebbe la sua dimora alla Mecca!

Qual è il senso della Guerra Santa? L’invito alla lotta agli infedeli di Osama Bin Laden, potrebbe essere raccolto dal mondo islamico? Jhiad vuol dire sforzo, non guerra! Già siamo ad una nuova strumentalizzazione. È lo sforzo interiore contro le forze del male, dunque contro Satana. Il significato di guerra che si vuole oggi riproporre, risale al tempo delle crociate. Un mondo che non esiste più. Ed è falsa anche la tesi che vede insorgere una guerra santa portata avanti da tutti i musulmani qualora un popolo amico venisse attaccato da un altro di religione diversa. Ciò poteva essere vero al tempo del Califfato Islamico, oggi è assurdo: cosa sarebbe dovuto succedere in Palestina?

Ma a strumentalizzare la Jhiad e la stessa religione sono stati gli stessi terroristi, è d’accordo?

Certo! Il loro è un uso strumentale dell’Islam e soprattutto delle sofferenze e della povertà di un popolo, servendosene per alimentare sentimenti di rancore contro l’occidente. Aggirano le stesse popolazioni civili a fini esclusivamente politici ed economici.

Molto si è detto sull’intenzione dell’Islam di sradicare gli altri credi, e di conseguenza di non accettare la convivenza con il mondo cristiano.

"Abbiamo creato uomini e donne di paesi e tribù diverse affinché vi conosciate", recita il Corano. Le piccole questioni di intolleranza, ove si manifestano, sono legate ad un fatto di tradizione, di cultura, non di dottrina.

Quello che colpisce dell’Islam ed ha un impatto maggiore nella cultutra occidentale, è il ruolo della donna.

L’Islam si è diffuso in popoli che possedevano già di loro le tradizioni, gli usi e costumi. Difatti la donna vive in Afghanistan una situazione orribile che non si ripete, almeno con la stessa atrocità in altri paesi "arabi". L’Islam non ha niente contro le donne, anzi è la dottrina musulmana a vietare abusi ed a prescrivere il rispetto della dignità della persona. Stessa dignità, ma diritti diversi, perché non possiamo negare che uomo e donna siano diversi.

In conclusione, non è dello stesso avviso di quanti hanno omologato questa, come una guerra tra religioni e culture diverse?

Sicuro che no! L’ha detto anche il Papa. Non è guerra di religione. I terroristi sono mossi da interessi unicamente politici ed economici, sfruttano persone inermi, sommerse dalla povertà perciò fortemente legate alla spiritualità. Gli attentati e tutto quanto da essi scaturito, hanno messo un muro distinto fra i musulmani ed i fondamentalisti islamici. E questa è una realtà che si andrà sempre più delineando nel futuro, quindi sarà una presa di coscienza soprattutto dell’Islam.

Questo il pensiero di un occidentale che si riferisce unicamente alla religione in quanto tale. Tutto ciò che abbiamo visto in TV e cioè crude manifestazioni di sentimenti antiamericani, con la bandiera a stelle e strisce bruciata in segno di disprezzo; i festeggiamenti per il successo agli attentati non tanto lontani dello scorso settembre; talune espressioni pesanti, è il frutto del disagio e delle sofferenze addebitate in modo improprio dalle fasce sociali deboli al mondo del consumismo e del progresso tecnologico. Anche loro sono vittime del terrore integralista.

Catello Pane

 

 

 

 

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