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Testimonianze di immigrati che in Italia non hanno trovato il Belpaese
"MIO FRATELLO CHE GUARDI IL MARE…" DI GIOVANNI ANDOLFI
Con queste parole inizia una bellissima canzone di IVANO FOSSATI, che da sempre nei suoi testi mette in rilievo questioni sociali di non poca rilevanza. Il primo pensiero che mi viene in mente, ascoltando le frasi iniziali di questo brano, è rivolto ai nostri fratelli dell’ex-Jugoslavia, dell’Albania, dei balcani tutti. Negli occhi di questi popoli - umiliati da una "politica statica" dell’Europa e del Mondo che si limita a contenere e/o ridurre (solo) i morti causati da più di trent’anni di guerre civili - scorgo una visione mitica della vita italiana, un’ideale di benessere materiale, cui gli stessi aspirano. Il cittadino dell’Est (in generale) non penserebbe mai di venire in Italia se i mass-media, e la televisione in particolare, non gli avessero mostrato per decenni solo l’Italia di "Ossessione", di "Paisà", di "Roma città aperta" e tanti altri ancora; si terrebbe alla dovuta distanza da questa terra. Vengono nel Belpaese perché sono a conoscenza di un’Italia in cui una televisione ricca e colorata distribuisce facilmente e futilmente ricchezza a chi sa che il nome di Mazzini era Giuseppe, un’Italia dello show. Le due brevi interviste, che di seguito propongo, aiutano a capire, seppur minimamente, l’enorme svantaggio che si trovano ad affrontare coloro i quali ambiscono ad un futuro made in Italy.
ELENA è russa e ha 30 anni. In patria lavorava come medico legale. Che problemi hai avuto in Russia? Ho avuto problemi in Russia con la mafia egiziana. Mi chiamavano due o tre volte la settimana, mi minacciavano, io non volevo prendere i loro soldi, i loro regali, volevo solo lavorare onestamente. Loro iniziavano a seguirmi ed a minacciarmi di morte e così queste minacce e questi pedinamenti sono andati avanti per cinque mesi. Un giorno stavo per entrare in tribunale, ma come sempre ero seguita da loro. Mi hanno presa e costretta a salire nella loro macchina. Quando la polizia l’ha saputo mi ha liberato. Da quel momento ho avuto sempre paura, anche per i miei familiari e così assieme alla mia famiglia ho deciso di partire per l’Italia. Pur non avendo nessuno. Come sei arrivata in Italia? Sono arrivata in Italia nell’ottobre 1999. Per quello ho pagato a un’agenzia 500 dollari. Mi puoi dire come ti trovi in Italia? Mi trovo male perché non ho il permesso di soggiorno e così non posso lavorare e non posso guadagnare soldi per vivere. Dove dormi e dove mangi? Dormo in una chiesa. Hai mai lavorato qui da quando sei arrivata? Si ho lavorato a Napoli due mesi, ed a Milano, ma adesso sono cinque mesi che non lavoro. Se ritorni nel tuo Paese cosa racconterai alle tue amiche? Dirò che se non hanno un lavoro sicuro e una casa è meglio restare in Russia, perché in Italia un emigrato vive una vita peggiore dei cani. Ho visto anche tante ragazze che sono state fregate con le bugie per un lavoro onesto in Italia e invece adesso lavorano come prostitute.
OLGA, trentenne, arriva invece dall’Ucraina. È in Italia da due anni. Prima era una maestra. Come sei riuscita ad arrivare in Italia? Chi ti ha portato? Ho trovato un signore cui ho pagato un po’ di soldi. Quanto? Duemila dollari e mi ha portato fino a Napoli, mi ha lasciato qui. Volevo trovare lavoro. E dove dormivi se non riuscivi a trovare lavoro? Conoscevi qualcuno a Napoli? Non conoscevo nessuno e dormivo fuori. Per quanti giorni hai dormito fuori? Tre o quattro giorni. E dopo? Ho trovato una persona che mi ha detto come trovare un lavoro. Italiano o straniero? Italiano. Cosa ti diceva? "Ti trovo un lavoro". Mi ha portato a lavorare in casa sua, voleva farmi lavorare per strada. Una sera mi ha anche portato per strada. Dove ti ha portato? Per strada, poi è venuta una persona anziana che mi ha aiutato. E dove sei andata? Sono andata a Milano ed o trovato una persona che mi ha trovato un lavoro. Chi era quella persona? Una donna ucraina. Ho pagato per questo lavoro un milione e sono andata a lavorare. Bisogna sempre pagare per un lavoro. Adesso che lavoro fai? Curo una signora anziana. Da quanto tempo? Un anno. E guadagni bene? Normale. Mi puoi dire com’è la tua vita qui in Italia? Gli italiani come si comportano con gli stranieri? Ci sono persone che si comportano bene, altre male. Voglio guadagnare ancora un po’ di soldi e poi voglio tornare al mio Paese. Quanto pensi di rimanere ancore qui? Ancora un anno. Se un domani tornerai nel tuo Paese, cosa racconterai alle donne minorenni e maggiorenni di questa vita? Dirò che non si vive molto bene. Perché non si vive bene? Cosa manca agli stranieri in Italia? Tutto. |
2001 2000 |