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All’uscita dell’ultimo album "Balìa", il cantautore racconta dell’immigrazione a Napoli Le radici degli Alberi, la filosofia di Enzo Gragnaniello
Definirei Enzo Gragnaniello un artista discreto, un’anima e una voce che non hanno bisogno dei clamori della ribalta per affermare la sensibilità ed il talento che contraddistinguono la sua musica. La sua storia artistica inizia con la riscoperta delle radici popolari della musica e della canzone napoletana, prosegue con un cammino personale di lavori sia in dialetto napoletano sia in lingua italiana, fino ad approdare alla collaborazione, in qualità di autore, con artisti di fama internazionale: Adriano Celentano, Roberto Murolo, Gerardina Trovato, Andrea Bocelli, Mia Martini, Ornella Vanoni con la quale hai presentato al festival di Sanremo "ALBERI" una canzone che parla metaforicamente di radici. D: Quanto conta per un artista come te il legame con le proprie radici, con la propria terra? R: Conta come l’albero per il frutto, senza non potrebbe esistere. Credo che non sia casuale l’appartenenza ad una cultura, ad un paese; esiste un progetto spirituale che guida le cose e c’è un motivo preciso per cui si nasce a Napoli o a New York.D: Spesso c’è anche la necessità di un distacco forzato dalle proprie radici, e la necessità di emigrare.Oggi in tutto il mondo assistiamo a forti ondate migratorie, causate dalle incalzanti disparità socioeconomiche esistenti tra il Nord e il Sud del mondo. Qual è oggi la sensibilità generale ed in particolare dei giovani nei confronti del tema dell’immigrazione, in una città come Napoli, da sempre simbolo di emigrazione. Un giorno partivano i bastimenti. Oggi, potremmo dire metaforicamente e non sempre, arrivano… R: Si è vero oggi ci sono guerre tra i poveri, lotte per sopravvivere e chi non vuole accettare queste situazioni, chi non accetta di dover morire di fame, chi ha la fortuna di poter scappare, va via. Ma qui a Napoli il problema dell’integrazione, dell’accettazione dell’immigrato davvero non è mai esistito. Il napoletano nemmeno s’accorge se accanto a lui è seduto un nigeriano o un cinese; Napoli è da sempre una città multirazziale è scritto nel suo background, qui c’è la cultura della convivenza. Con questo voglio dire che esistono anche qui alcune difficoltà, ma questo perché c’è gente che non si è evoluta spiritualmente, è rimasta indietro. Gente che dà importanza al colore della pelle o al conto in banca, la quale non comprende che tutta la materialità che ci circonda è solo un mezzo e non lo scopo della nostra vita. D: Enzo mi pare che tu faccia una lettura profondamente spirituale della vita, direi quasi che tu ravveda un disegno superiore che guida l’umanità intera, e che in fondo alle esperienze, anche di dolore, ci sia un significato che dobbiamo cogliere un momento, che dobbiamo vivere.R: Si io penso che l’incontro con queste persone che si trovano nel bisogno, nella disperazione, rappresenti per noi un dono. Se si possiede la giusta sensibilità e si riesce ad uscire fuori dal guscio, ad entrare in sintonia con loro, può avvenire un grande scambio. Il problema è che oggi c’è paura, gli individui non si sentono più membri dell’umanità, anzi si sentono perseguitati dall’umanità stessa; ognuno si chiude a riccio si trincera nelle proprie false sicurezze e pensa così di campare, di evolversi.
D: Enzo so che ti aspetta un periodo intenso di lavoro, e che da qualche giorno è incircolazione il tuo nuovo disco R: Sì, è in partenza il tour estivo ed una tourneé mondiale che mi porterà a fare, tra l’altro, tre date nei maggiori teatri di New York; per l’autunno è in programma un tour teatrale dal titolo " Neapolis Mantra", uno spettacolo molto intenso. Infine il mio ultimo impegno discografico " Balìa" cui tengo in modo particolare.
Il sito ufficiale di Enzo Gragnaniello è: www.enzogragnaniello.it
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2001 2000 |