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INQUINAMENTO MARINO

ALLARME PER IL GOLFO DI NAPOLI

di Giusy Pierini info@cappellaunina.it

 

Un ambiente può definirsi inquinato quando,a causa dell'immissione di sostanze estranee ne venga alterato il normale equilibrio naturale .Una suddetta situazione viene analizzata osservando le caratteristiche chimico fisiche dell'ambiente da studiare, in funzione di prefissati valori limite superati i quali un ambiente è inquinato.Quando una sostanza inquinante è aggiunta all'acqua ( dolce o marina ), essa diviene parte dell'ambiente e vari processi possono verificarsi.La sostanza può essere diluita e dispersa dalla circolazione generale delle acque oppure può rimanere in concentrazioni elevate tali da provocare dannose modificazioni dell'ambiente.

Le cause principali dell'inquinamento delle acque , soprattutto marine, sono:

1)scarichi urbani(o domestici) sversati nel mare direttamente attraverso le fognature o indirettamente attraverso corsi d'acqua che sfociano in esso;

2)scarichi industriali che possono essere versati nel mare mediante apposite fognature oppure essere raccolti e poi versati in mare aperto;

3)liquami agricoli che raggiungono il mare per ruscellamento o tramite le falde sotteranee;

4)idrocarburi e derivati.

Per valutare lo stato di salute del mare viene utilizzato un criterio di indagine che prende il nome di monitoraggio.Esso ha il preciso scopo di tenere sotto controllo costante una determinata area al fine di seguire le variazioni dei parametri ecologici e le eventuali alterazioni che si verificano nel corso del tempo, in modo da poter predisporre gli interventi adeguati.L'utilità di impiegare dei "bioindicatori" nelle attività di monitoraggio ambientele è ben riconosciuta; consentono, infatti, di registrare il livello di contaminazione di un'area costiera con una misura "integrata nel tempo" e non legata al momento del prelievo, permettendo di rilevare gradienti spaziali e temporali dei livelli di inquinamento.

Gli indicatori di contaminazione di cui generalmente si misura il bioaccumulo nei molluschi sono:

*parametri microbiologici

*metalli pesanti

*composti organici (pesticidi clorurati; idrocarburi policiclici aromatici).

Per quanto riguarda la situazione marino-costiera in Campania studi di monitoraggio nel bivalve Mytilus galloprovincialis evidenziano un accumulo di cadmio a foce Volturno e a foce Sarno, mentre la stazione di campionamento di Pozzuoli indica la presenza di una fonte locale di mercurio.(effetti tossici e/o cancerogeni dei metalli pesanti sono ben conosciuti!).

Numerose malattie infettive e parassitarie a prevalente ciclo di diffusione oro-fecale sono provcate da batteri (coliformi fecali, streptococchi fecali), virus, elminti.

I tratti di costa sicuramete soggetti a inquinamento di tipo batteriologico fecale sono l'area vesuviana e la riviera domiziana ,da Cuma fino a Castelvolturno.

In queste due fasce si possono identificare i focolai principali di sversamento di acque di scarico: lo sbocco del fiume Sarno, che condiziona drammaticamente la qualità microbiologica delle acque costiere all'interno del Golfo di Napoli, il tratto costiero di Licola e la foce del Volturno.

Nel primo caso, il fiume Sarno costituisce la principale sorgente che determina lo stato di forte degrado in tutta la fascia da Castellamare di Stabia a Vico Equense.Altrettanto evidente è la presenza di altri apporti di origine fognaria nella zona di Portici-Ercolano fino alla periferia orientale di Napoli.Lungo il litorale domiziano sono registrati valori altissimi di Colimeria e Streptococchi fecali,con una elevata percentuale di presenza di contaminazione microbica non solo nei prelievi effettuati a 500m da riva, ma anche a 3000m.Nel tratto di Licola troviamo infatti recapito a mare sia lo sbocco del collettore di Cuma (che scarica gli effluenti provenienti dall' impianto di depurazione di Cuma-Napoli ovest), sia la foce di Licola (che scarica a mare i liquami provenienti da una vasta zona urbana cresciuta disordinatamente nell'hinterland nord-occidentale napoletano).

Con questa fotografia dello stato di salute del mare, la Campania si conferma con quasi il 20 percento delle sue coste non balneabili, la regione "maglia nera" per l'inquinamento marino.Confermato dal ministero il divieto di balneazione sul lungomare di via Caracciolo,Nisida e Bacoli.Sulla Costiera Amalfitana va maluccio solo per alcune spiagge adiacenti ai porti di Amalfi e Cetara, ed alcuni punti di Minori e Vietri sul Mare.Nessun problema per la zona di Posillipo,Marechiaro e Donn'Anna.Totalmente off-limits l'intero tratto di costa che va da Napoli a Castellamare.

.........Caserta e Napoli si piazzano al primo e al terzo posto nella classifica delle province che hanno il mare più inquinato d'Italia!

"....noi non doviamo desiderare che la natura si accomodi a quello che parebbe meglio disposto et ordinato a noi, ma conviene che noi accomodiamo l'intelletto nostro a quello che ella ha fatto, sicuri tale essere l'ottimo et non altro ".

GIUSY PIERINI

BIBLIOGRAFIA

1)Ecologia Applicata "

R.Marchetti

2)Igiene

L.Checcacci

3)Qualità degli ambienti marini costieri italiani

Ministero dell'Ambiente

 

 

 

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