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Impariamo a valorizzare queste risorse in via di estinzione

Progetto genres 29 sui fruttiferi minori

di Bruna Cardinale

Se il mercato agricolo ha puntato quasi sempre sulla produzione di specie “sicure” dal punto di vista remunerativo, l’interesse per i fruttiferi minori non è certamente mancato a livello amatoriale. A contribuire a questo divario c’è stata anche la mancanza di una politica di diffusione e valorizzazione del materiale già esistente nelle banche del germoplasma, una politica basata forse su un nucleo di informazioni ancora troppo scarno. Tutto ciò ha portato alla costituzione di un gruppo di lavoro composto da 11 istituzioni di cui ben sei presenti in Italia, ed altri in Francia, Spagna e Grecia. Il progetto è rivolto a particolari specie legnose da frutto che proprio sul mercato hanno peso limitato; sono sedici in tutto e tra queste vogliamo ricordare il castagno, il fico d’India, il corbezzolo, il giuggiolo e il carrubo. Da questo numero impareremo a conoscerli più da vicino, proprio per mettere in rilievo il loro valore nella salvaguardia del patrimonio sia naturale che culturale, ma anche come valore ornamentale. Una volta approvato il progetto dalla Ce con il titolo “Conservazione, valutazione, utilizzazione e raccolta dei fruttiferi minori”, ossia GENRES 29, è dall’aprile ‘96 che il lavoro è cominciato sotto il coordinamento del Dipartimento di ortoflorofrutticoltura dell’Università degli studi di Firenze. Gli obiettivi sono quelli di creare un inventario europeo e di conseguenza un database sulle collezioni di germoplasma dei fruttiferi minori con tutti i dati necessari per la caratterizzazione e la valutazione. E’ stata anche la difficile reperibilità di informazioni su queste specie, che hanno reso possibile creare un sito web del progetto: www.unifi.it/project/ueresgen29/

 

 

La castagna di

Montella

 

E’ ben conosciuta la fama delle castagne dell’Irpinia, forse perché le caratteristiche del suolo, del clima, permettono di raggiungere una qualità del prodotto veramente eccezionale. Ad avere una fama rinomata è però la castagna di Montella, ormai conosciuta in tutto il mondo. Montella è una cittadina in provincia di Avellino sita nella Valle del Calore e circondata da numerosi castagneti.

Gli albori di questa fama internazionale sono cominciati nel diciannovesimo secolo, con l’emigrazione verso l’America ed il Canada, fino ad arrivare ai giorni nostri in cui viene esportato più del 50% del prodotto nel nuovo continente con la denominazione “Castagna di Montella” e solo il 25% rimane nei mercati interni. Nel 1987 la castagna di Montella ha ricevuto dal Ministero delle Risorse Agricole la certificazione del marchio D.O.C., nel 1996 l’indicazione geografica protetta I.G.P., ed è tradizione festeggiare ogni anno l’evento della raccolta con una sagra nel mese di novembre.

 

 

Il castagno europeo: importanza economica e usi

con questa specie che vogliamo imparare a conoscere qualcosa in più sui fruttiferi minori, e ovviamente non è

casuale trovarci nel mese di ottobre a valutare l’importanza sia economica che culturale del castagno europeo. Ad occuparsi in modo specifico dell’argomento è il prof. F.P.Nicese, del dipartimento di ortoflorofrutticoltura dell’Università di Firenze, grazie al quale siamo anche riusciti a reperire le notizie necessarie. Scientificamente la specie che trattiamo appartiene alla famiglia delle Fagaceae ed è Castanea sativa Mill., forse la più diffusa nei boschi italiani; infatti l’Italia mantiene il primato della produzione nel bacino europeo. A volte viene considerata una specie adattabile a diverse condizioni ambientali, anche se si è visto che per avere una rispondenza tecnico-economica è necessario che sia situata nel giusto ambiente pedoclimatico. . La funzione di integratore alimentare svolta in passato per le popolazioni montane, che le dava l’appellativo di “cibo dei poveri”, è stata trasformata nel tempo, diventando nella nostra società un “frutto di élite”. L’altra funzione molto interessante della Castanea sativa è quella paesaggistica, data la maestosità dei boschi monocolturali: per poter valorizzare questo aspetto è stata costituita già da diversi anni la rete delle “Città del castagno” che propone delle offerte turistiche legate sia alla raccolta delle castagne che ad iniziative culturali.

Non volendo mettere solo in risalto il valore nutritivo che ha apportato il frutto di questa specie, vogliamo ricordare anche gli altri prodotti, tra cui il miele, di colore scurotendente all’amarognolo, caratteristico del castagno, con un sapore Ma anche il legno è utilizzato per travature e mobili; le foglie che un tempo davano la lettiera

 

 

 

 

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