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Dalle Biotecnologie alle Sperimentazioni Cliniche di
Sonia Sarnataro Il
processo di ricerca e la scoperta di nuovi farmaci è in rapida evoluzione.
L’approccio progettuale odierno è prettamente di tipo biologico: cioè
sfrutta i processi molecolari e cellulari di organismi batterici, umani o
animali, a differenza di 10-20 anni fa in cui era prevalentemente di tipo
chimico e/o estrattivo. Infatti
partendo dal presupposto che il processo di estrazione da piante o animali fosse
meno inesplorato e sicuramente meno dannoso per l’uomo, sono stati isolate nel
corso degli anni, nuovi farmaci, cioè sostanze farmacologicamente attive in
grado di correggere preesistenti equilibri biochimici all’interno
dell’organismo umano. Ma le tappe di evoluzione della ricerca farmaceutica hanno quasi del tutto soppiantato questo approccio dando uno spazio sempre più ampio alle nuove Tecnologie del Dna Ricombinante e alle Biotecnologie. Sfruttando queste tecniche è stato possibile produrre i cosiddetti Farmaci Biotecnologici, molto efficaci e in quantità sufficiente. Nella
ricerca di base, le tecniche di ingegneria genetica vengono impiegate per
studiare i meccanismi che regolano la replicazione e l’espressione dei geni
(frammenti di Dna che consentono di trasmettere un carattere ereditario da una
generazione alla successiva) nei vari esseri viventi (compresi virus ed
eucarioti). Nella ricerca applicata invece, consente di sviluppare colture
microbiologiche in grado di produrre sostanze di inestimabile valore, quali
l’insulina umana, vaccini etc. Attualmente
oltre 300 altre proteine con potenziale o validata attività terapeutica vengono prodotte da microrganismi come
batteri o cellule animali in coltura. In questi è stato clonato (riprodotto cioè
in più copie) il gene che codifica (porta con se l’informazione) per la
produzione delle stesse proteine. L’insulina
è stato il primo farmaco “biotecnologico” ad essere prodotto ed autorizzato
per l’immissione sul mercato (1982). Essa
è una proteina prodotta dal pancreas e serve a captare il glucosio dal sangue
ed ad utilizzarlo o stiparlo nei tessuti: soprattutto fegato e muscoli. La
carenza o mancanza di insulina provoca un aumento drastico del glucosio nel
sangue, determinando la tristemente comune malattia del diabete mellito. La cura
standard per questa patologia è quella di inoculare giornalmente dosi di
insulina estratta dal pancreas di suini e bovini dato che la struttura delle
insuline animali ed umane è molto simile. Esistono però diversi problemi
quali: minore efficacia, possibilità di reazioni allergiche ed elevati costi di
produzione. Le
tecniche del Dna Ricombinante hanno permesso di superare questi inconvenienti
consentendo di ottenere una molecola di insulina umana (quindi non più animale)
perfettamente pura e funzionante attraverso l’inserimento di un gene per la
proteina in un batterio. Brevemente il processo di produzione potrebbe così
essere schematizzato: Il gene dell’insulina viene allestito a partire dalle
cellule pancreatiche o per sintesi chimica in laboratorio; viene quindi inserito
in un plasmidio (Dna circolare) che funge da vettore e quindi trasferito nella
cellula batterica ospite (in genere nel batterio Escherichia coli), la
quale opportunamente coltivata, produrrà l’insulina UMANA che verrà estratta
e purificata per divenire un “farmaco”.
Data la prorompente immissione sul mercato dei farmaci biotecnologici,
l’obiettivo è quello di valutare la percezione delle Biotecnologie da parte
delle associazioni dei malati, nonché nuove leggi atte a garantire la sicurezza
ma soprattutto la qualità di tali prodotti. Infatti se il primo passo della
sperimentazione clinica è fatta sugli animali è pur vero che i nuovi farmaci
dovranno essere valutati nella loro efficacia anche sull’uomo, che ha una
complessità di meccanismi molecolari riproducibili negli animali ma sotto certi
aspetti unici. Principali farmaci prodotti con la tecnica del
Dna Ricombinante
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2001 2000 |