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Agriturismo: una realtà da scoprire

 di Bruna Cardinale

Nell’ultimo anno le aziende agrituristiche sono aumentate di circa il 6%, diventando quasi  9000 le attività che operano in tutta l’Italia. Ma naturalmente ciò accade perché stanno aumentando gli ospiti: per lo più nuclei familiari e giovani coppie alla ricerca di una vacanza in relax e quindi dei servizi e delle attività offerte dall’azienda. E’ proprio lo stress quotidiano e le città sempre più grigie a spingere tante famiglie alla riconquista di un po’ di pace e di riposo.  Ne trovano giovamento anche i bambini e i giovani che sempre più spesso non conoscono una stalla con delle vacche, un maiale o, in generale, qualche elemento di vita rurale. Qualora si decidesse di andare in vacanza in un agriturismo, è fondamentale informarsi se quest’ultimo è iscritto nell’elenco regionale. Chi paga le spese di una concorrenza sleale sono gli operatori che rispettano le norme, che curano ogni dettaglio della propria ospitalità.

 Bisogna considerare a priori che la ristorazione agrituristica non è considerata ristorazione commerciale, ed è quindi consentita soltanto sotto forma di vendita indiretta del prodotto proprio. Tuttavia la specializzazione della moderna agricoltura rende complicata la possibilità di fornire menù differenziati, soprattutto per gli ospiti che si fermano più giorni; ecco dunque che è possibile aggiungere al prodotto proprio anche i prodotti di aziende agricole della regione, così da sviluppare un’economia territoriale basata su prodotti tipici di qualità. E’ possibile offrire prodotti estranei alla regione solo per quanto riguarda il necessario, poiché è fuori della mentalità dell’agriturismo produrre specialità che non siano caratteristiche dell’agricoltura e della gastronomia locale: per fare un esempio non aspettatevi uno “spaghetto alle vongole” negli agriturismi del Trentino o anche dell’Umbria! 

Naturalmente la gastronomia è solo un aspetto da prendere in considerazione, infatti lo spirito dell’agriturismo che si sta delineando meglio in questi ultimi anni, prevede un aumento netto delle attività culturali connesse alla conoscenza del territorio, sia nelle sue tradizioni folcloristiche che in quelle produttive e turistiche. Crescono infatti le offerte di visite guidate naturalistiche, a piedi o a cavallo, proprio per recuperare un rapporto personale con la natura e con questo mondo che sempre meno ci appartiene. Dal punto di vista agricolo cresce l’offerta di produzioni tipiche, in particolare di dop e igp che esigono di conseguenza  anche una certa professionalità da parte degli operatori. Infine per quanto riguarda le strutture, non dobbiamo meravigliarci se spesso ci troviamo di fronte dei casolari molto rustici; sono proprio i finanziamenti delle regioni infatti che ne hanno permesso la ristrutturazione nel rispetto delle connotazioni originarie. Solai in legno e volte in pietra, scale in sasso e mosaici sono perfettamente in armonia con il paesaggio che ci circonda. Ma tutto ciò non significa che una vacanza in agriturismo sia segnata soltanto da cibo genuino e aria buona, la fantasia infatti non manca di certo agli imprenditori, visto che si organizzano esperienze di musicoterapia o massaggi shatsu, c’è chi insegna a dipingere sui tessuti oppure a tirare con l’arco. L’unico denominatore comune a tutte queste attività è quello di ritrovare un equilibrio con noi stessi, una ricarica delle batterie per quando ritorneremo alla vita in città. Le regioni con una maggiore vocazione agrituristica sono quelle del Nord-est  e del Centro dell’Italia, in particolare risultano essere quelle più dinamiche in fatto di innovazioni, sia strutturali quali piscine, maneggi e attrezzature sportive che in attività ludico-sportive. Per conoscere quali sono gli agriturismi autorizzati è possibile consultare riviste, quali Terranostra, Agriturist e Turismo verde.

 

 

 


 

 

 

 

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