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antibiotici di nuova generazione

Nuove Prospettive farmaceutiche

di E.M.

 

bibliografia essenziale

J. Peuvot et al. (Belgio) J. Theor.biol. (1999) 198, 173-181

 

R. Brasseur et al.(Belgio) TIBS 22 MAGGIO 1997, 167-171

 

G. Saberwal, R. Nagaraji (India) Biochimica et Biofisica Acta 1197 (1994), 109-131.

Il problema della resistenza dei batteri agli antibiotici classici, tipo penicilline e cefalosporine, a causa del loro uso massiccio è ormai assodato. Per questo la ricerca si sta orientando verso lo studio di nuove sostanze in grado di sostituire i vecchi antibiotici in modo da non manifestare l’indesiderato effetto della resistenza. È stato visto che alcune sostanze hanno questi requisiti perché agiscono in maniera diversa rispetto ai vecchi antibiotici. Gli antibiotici classici sono attivi perché vanno ad interferire con la sintesi della parete cellulare dei batteri, mentre questi probabili antibiotici di nuova generazione, inducono una permeabilizzazione della membrana cellulare che in seguito porta alla morte della cellula. La vita cellulare esiste infatti perché c’è una separazione tra l’interno della cellula ed il mondo esterno. Questa divisione è assicurata dalle membrane biologiche che sono costituite essenzialmente di lipidi e proteine. Queste membrane possono essere viste come delle barriere che impediscono un contatto prolungato tra il dominio intracellulare ed il liquido extracellulare. Queste sostanze bioattive sono dei peptidi, in parole povere delle proteine molto piccole, infatti sono costituiti da un massimo di 30 amminoacidi. Si possono posizionare in maniera particolare rispetto alle membrane cellulari causando la morte della cellula, per questo sono detti CITOTOSSICI.  

 

 Possono agire con 2 diversi meccanismi:

· Possono disporsi parallelamente alla superficie della membrana cellulare ricoprendola completamente, e modificando la sua tensione superficiale causarne l’implosione. · Oppure possono aggregarsi a formare una specie di foro, un vero e proprio buco, che risulti perpendicolare alla superficie della membrana e che causi il rilascio del materiale intracellulare.

 

Oltre alla classe dei peptidi citottosici, vorrei evidenziarne un’altra, a mio avviso molto affascinante, quella dei PEPTIDI DI FUSIONE. Questi peptidi sono delle subunità, dei pezzi di proteine più grandi implicati in processi biologici tipo la fecondazione spermatozoo-uovo, la fusione dei mioblasti (cellule embrionali da cui si originano le fibrocellule della muscolatura liscia e striata) e la morte cellulare causata da infezioni virali o infestazioni parassitarie. Queste sostanze aprono ampie prospettive di ricerca nello studio della fusione delle membrane e dei fenomeni di adesione cellulare. Composti che possono interferire con le funzioni di questi peptidi potrebbero avere un considerevole interesse terapeutico come antivirali, antiinfettivi o antimetastatici( per le cellule tumorali)...o un considerevole interesse commerciale come per gli effetti anticoncezionali associati a queste terapie!

Per ora si sa solo che questi peptidi si inseriscono obliquamente rispetto alla superficie della membrana cellulare. Ancora non è chiaro come possono dar luogo ai vari processi di fusione, ma per il momento sono state identificate le proteine responsabili di ciò:

La meltrina α dei mioblasti, l’emagglutinina del virus dell’influenza, la proteina S del virus dell’epatite B, un sottodominio del virus di Ebola, la proteina CS della malaria di cui sono affetti nel mondo ancora 280 milioni di persone. Un dominio della proteina β amiloide del morbo di Alzheimer...

Nonostante la ricerca farmaceutica non sia ancora in grado di impossessarsi di tutti i meccanismi e i processi di fusione esprime in questo campo una nuova risposta, seppure parziale e soggetta a valutazioni, ai vecchi e antichi nemici dell'uomo e della sua salute fisica !

 

Prima dell'attacco del peptide la cellula è intatta e si presenta al microscpopio elettronico come la figura soprastante.

Dopo l'attacco del peptide, che permeabilizza la membrana, la cellula invece degenera fino alla condizione della figura sottostante.

I peptidi citotossici interagnedo con le cellule ne causano la rottura liberando tutto il contenuto intracellulare.

 

il peptide che nella figura è rappresentato dal cilindretto bianco e nero ha un lato idrofilo e uno idrofobo così che può disporsi sia parallelamente che perpendicolarmente al doppio strato lipidico che costituisce la membrana biologica ( si ricorda che il doppio strato fosfolipidico ha teste polari idrofile e code apolari idrofobe).

Si sa che i peptidi di fusione si dispongono obliquamente rispetto al doppio strato lipidico favorendo la fusione delle membrane.

Ancora non si conoscono precisamente quali siano i meccanismi d'azione che provocano la fusione.

 

 

 

 

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