Proposte per il processo del lavoro*

di Amelia Torrice

In una prospettiva di lavoro che parte della idea condivisa da tutti che dal buon funzionamento della Giustizia nella sua globalità dipendono l’attuazione dei diritti, la rapida e corretta regolamentazione dei rapporti intersoggettivi (premessa per lo sviluppo economico), la sicurezza dei cittadini, appare come strada obbligata, anzi naturale, quella di intraprendere una riflessione comune tra coloro che a vario titolo si occupano del processo del lavoro – l’ANM, i magistrati e gli avvocati, i giuristi in genere – e il coordinamento dei giudici civili e gli Osservatori costituiti per il funzionamento del processo civile.

Il processo del lavoro, nei principi generali che ispirarono la riforma del 1973, è stato disciplinato, infatti, nell’ambito delle disposizioni che regolano l’intero processo civile sicchè le specificità dei singoli "riti" non deve far trascurare la matrice comune, la quale dà attuazione al principio costituzionale di cui all’art. 24 Cost.

D’altra parte i principi ispiratori della novella del '73 hanno costituito, in principio, il modello di riferimento della riforma del processo civile.

Con la conseguenza che ogni intervento innovatore, sul processo civile come su quello del lavoro non è neutro rispetto al sistema processuale generale ed alla capacità delle istituzioni di rendere adeguata risposta alle istanze di giustizia.

Credo di non bisogno di convincere nessuno del fatto che interventi settoriali non adeguatamente coordinati tra loro possono fallire; se non si recupera efficienza e funzionalità al settore della giustizia del lavoro rischia di fallire anche la migliore delle riforme del processo civile e viceversa.

Gli interventi normativi intervenuti in questi ultimi tempi (giudice unico in primo grado, depenalizzazione, competenza penale del giudice di pace, legge attuativa dell’art.111 Cost.) vanno nella direzione di una razionalizzazione del sistema, ma dei benefici connessi alla introduzione del giudice di pace e del giudice unico il processo del lavoro non ha potuto direttamente giovarsi.

In coerenza con questa consapevolezza la Commissione per lo studio e la revisione della normativa processuale del lavoro ( Pres. Foglia), voluta dai Ministri del Lavoro e della Giustizia ha elaborato proposte di riforma che possono essere considerate come utile spunto di riflessione nell’ambito del dibattito di questo pomeriggio.

La proposta complessiva di intervento riformatore, ispirata dalla esigenza di adeguare il modello processuale all’incremento delle controversie conseguente all’evoluzione dei rapporti sociali ed economici ed alla devoluzione alla giurisdizione ordinaria delle controversie relative ai rapporti di lavoro dei dipendenti pubblici, si connota per la attenzione dedicata alla necessità di favorire e stimolare l’efficacia deflattiva del tentativo obbligatorio di conciliazione e di far decollare i meccanismi arbitrali di risoluzione del contenzioso lavoristico alternativi alla giurisdizione statuale.

Essa, poi, individua in relazione a controversie connotate da urgenza particolare (licenziamenti e trasferimenti) un più spedito iter processuale (il procedimento si svolge con una cognizione libera da formalità, in contraddittorio delle parti si conclude con la conoscenza tendenzialmente completa delle questioni di fatto e di diritto controverse) e sostiene con previsioni di ordine sostanziale e ordinamentale la scelta della rapidità (la decadenza dall’impugnativa del licenziamento diventa anche decadenza dall’azione giudiziale), ordinamentali (il giudice deve trattare con priorità tali cause, tipizzazione di illecito disciplinare sub specie di violazione dell’obbligo di trattazione prioritaria).

Seguono alcune proposte di tipo ordinamentale (copertura dei posti presso le neo istituite sezioni lavoro delle Corti di appello, sull’aggiornamento professionale, contestualità sostituzione in caso di trasferimento dei magistrati).

E’ evidente che la esigenza di contestualità dei trasferimenti sia comune a tutti i settori; ed è altrettanto condivisa la consapevolezza della importanza degli sforzi volti a favorire soluzioni alternative alla giurisdizione nella risoluzione dei conflitti.

A mio modo di vedere i rimedi "alternativi" al processo dovrebbero essere pensati non solo e non tanto a fini di alleggerimento del carico di lavoro dei giudici, ma anche, soprattutto come strumenti che favoriscono l’affermarsi di un nuovo e più intenso grado di consapevolezza dei diritti.

Una consapevolezza che si esprima capacità di autogestione e di autocontrollo dei diritti.

Se ricostruiti come momento di responsabilità delle parti nel momento in cui sorge il conflitto, gli strumenti cd alternativi possono far emergere finalmente una cultura della legalità che sia ampia e diffusa quanto la coscienza che ormai ciascuno ha maturato dei propri diritti.

Di contro, esprimo solo un’opinione personale, la cultura giuslavoristica dovrà riflettere adeguatamente sul ruolo della magistratura onoraria nell’ambito della giustizia del lavoro, ancora una volta non in funzione di aiuto o riparo per la magistratura togata, ma soprattutto e prima di tutto in funzione di apertura della giustizia del lavoro agli apporti culturali maturati in ruoli ed esperienze diversi.

Certo la specializzazione per legge del giudice del lavoro e la particolare professionalità che la specializzazione postula – che non significa che i giudici del lavoro siano più bravi degli altri giudici – impone una definizione attenta dei contenuti e dei limiti dell’apporto da riservare alla magistratura onoraria, i modi e le forme necessari ad assicurare qualificazione tecnica e garanzie di indipendenza, e per individuare le controversie nelle quali l’innesto di diverse esperienze, pur formate nell’ambito della comune cultura giuridica, consenta di rispondere in maniera diversa alle istanze di giustizia che provengono dalla società civile ed alle quali la magistratura ordinaria non sempre è in grado di rispondere.

Un’ultima breve riflessione.

Il ruolo dei filtri conciliativi, alternativa e non mero riparo al processo, potrà svolgersi appieno solo se i poteri di persuasione e di orientamento risulti bilanciato dai caratteri di terzietà, autorevolezza dei soggetti chiamati a svolgere questa funzione.

E la autorevolezza postula professionalità e non improvvisazione e ciò a prescindere dalla soluzione del dilemma che si pone sul contenuto del bagaglio culturale dell’operatore e, quindi, sulla composizione qualitativa degli organismi conciliativi.

I rimedi alle disfunzioni del processo vanno ricercati dentro e anche al di fuori del processo ma la strada non è quella della eliminazione dei diritti quale mi sembra perseguita con la legge delega di riforma del mercato del lavoro.

Con questa, definiti eludenti i risultati cui è pervenuta la Commissione Foglia, nell’intento dichiarato unicamente deflattivo – è detto "al fine di ridurre il contenzioso" , in un’ottica funzionalistica e di recupero di efficienza si propongono modifiche nell’ambito del processo del lavoro che a mio modo di vedere sono in grado di sconvolgere gli attuali assetti del processo e del ruolo del giudice.

Così è per la liberalizzazione dell’arbitrato che espone la parte debole a rinunciare alle garanzie che solo la giurisdizione può assicurare. Così è per la c.d. "certificazione" che sottraendo al giudice la funzione sua propria di qualificare giuridicamente il rapporto di lavoro, consente alla parte più forte di sceglierne la disciplina giuridica.

Non nego, e questa è una delle ragioni della mia adesione allo sciopero, che la giustizia del lavoro soffra di ritardi inaccettabili.

Ma i tempi di definizione dei processi non possono essere accorciati in maniera radicale, semplicemente eliminando la tutela giurisdizionale dei diritti.


*L'articolo riproduce l'intervento dell'autore al Convegno del 20.6.2002 "Nuove proposte per il processo civile".

 

 

 

 

 

 

Inizio pagina

Prima pagina

 

 

Omissis

a cura di magistratura democratica romana


Chi siamo
Come eravamo
Legislazione
Giurisprudenza
Migranti
Archivio
Satira giuridica

Siti di interesse

Prima pagina

 

Scrivi

Suggerimenti

critiche

articoli

notizie