La delibera dell'Anm sullo sciopero
Il Comitato direttivo centrale dell’ANM riunito in Roma
il 12 giugno 2002
Premesso che il 20 aprile all'unanimità ha indetto una giornata di astensione dalla attività giudiziaria
Ribadisce che nella prospettiva della riforma dell’ordinamento giudiziario devono essere salvaguardati come punti essenziali:
L’A.N.M. è consapevole che si tratta di un percorso non semplice né breve; in particolare l’introduzione di un nuovo sistema di valutazione della professionalità con l’abolizione delle vecchie qualifiche comporta modifiche significative sull’impianto dell’ordinamento giudiziario.
L’A.N.M. riconferma la piena disponibilità per una prospettiva di riforma dell’ordinamento giudiziario; sottolinea che tale riforma dovendosi misurare con i principi costituzionali imprescindibili dell’indipendenza e autonomia della magistratura, richiede appropriata meditazione e congruità di tempi di elaborazione.
L’A.N.M. è allarmata dal degrado delle condizioni di lavoro e di tutela della dignità dei magistrati italiani, sotto tutti i profili, ivi compresa la mancata realizzazione della promessa perequazione di trattamento tra le diverse magistrature.
L’A.N.M. è preoccupata della lentezza e della inadeguatezza del sistema giustizia più volte sottolineata dal Presidente della Repubblica. Riteniamo che questo sia il terreno dell’impegno prioritario ed urgente, in particolare sotto il profilo del processo civile, del processo penale e degli interventi organizzativi. Sul processo penale, dopo i ripetuti interventi settoriali della fine della scorsa legislatura, occorre evitare nuovi interventi settoriali; è necessario invece riordinare il sistema di garanzie e rafforzarlo ove necessario, ma superare gli appesantimenti formali inutili e porsi con forza alla ricerca delle innovazioni necessarie per rendere effettivo il principio della ragionevole durata del processo.
La stessa fissazione dello sciopero a distanza di ben 40 giorni di distanza dalla sua proclamazione ed il suo rinvio avevano lo scopo di consentire l’emergere di segnali di disponibilità e di impegni concreti che evidenziassero un mutamento di clima rispetto all’attuale attacco alla giurisdizione e l’apertura di un serio confronto.
La Giunta ha tenacemente operato in tale direzione proponendo una pausa di riflessione che consentisse di rimettere al centro dell’attenzione l’efficienza del sistema giustizia e di coinvolgere tutti gli operatori per giungere a soluzioni condivise di reale modernizzazione dell’apparato e di riduzione della durata dei processi.
La deludente risposta fornita dal Ministro lascia aperte le preoccupazioni sul versante indipendenza ed autonomia della magistratura, non raccoglie la proposta di riforma del sistema di valutazione della professionalità e non offre alcuna seria e concreta prospettiva sul tema della efficienza e delle iniziative per la ragionevole durata del processo civile e penale
CONFERMA
Lo sciopero del 20 giugno 2002
UNA GIORNATA PER LA GIUSTIZIA
UNO SCIOPERO PER I CITTADINI
per la difesa dell'autonomia ed indipendenza della magistratura secondo il dettato costituzionale;
per la difesa del ruolo e della funzione che la Costituzione assegna al Consiglio Superiore della Magistratura;
per la tutela della dignità dei magistrati italiani;
per le riforme indispensabili affinché ai cittadini sia resa una giustizia più rapida ed efficace, idonea ad assicurare la effettiva tutela dei diritti e la eguaglianza di tutti dinanzi alla legge.
invita tutti i colleghi a parteciparvi con l’osservanza del codice di autoregolamentazione e a considerare ogni ulteriore ragione di opportunità che possa indurre a celebrare il procedimento per ridurre per quanto possibile il disagio per gli utenti.
INVITA
Le Giunte sezionali e sottosezionali ad organizzare in tale giornata incontri con la cittadinanza e con la società civile onde far comprendere i motivi che hanno indotto i magistrati ad adottare un decisione tanto grave
DELIBERA
di continuare il confronto con tutte le forze politiche e le istituzioni disponibili e di proporre all’avvocatura, all’università, alla cultura giuridica l’organizzazione in comune di una Convenzione nazionale per giungere a proposte condivise sulla giustizia da offrire come contributo al dibattito politico.
Approvato con 26 voti favorevoli, 6 contrari e 1 astenuto.
Omissisa
cura di magistratura democratica romana
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