La Legge finanziaria

La ragionevole durata dei processi non può essere conseguita senza adeguate risorse.

L’autonomo e indipendente esercizio della giurisdizione deve essere tutelato anche attraverso il riconoscimento di condizioni dignitose di lavoro per i magistrati e il rispetto della loro professionalità.

Il disegno di legge finanziaria non consente né l’una cosa né l’altra:

1. Lo stanziamento di fondi per la giustizia è addirittura diminuito.

2. Il blocco delle assunzioni sembra riguardare anche la Giustizia, nonostante 1.500 posti nell’organico della magistratura siano scoperti. L’immissione in servizio degli uditori giudiziari che hanno già vinto il concorso non può essere ritardata.

3. Non è previsto il turn over per il personale che lascerà il lavoro.

4. Non vi è un adeguato stanziamento per gli straordinari per il personale amministrativo, in maniera da consentire di tenere aperti gli uffici e di celebrare le udienze anche nel pomeriggio.

5. Non sono previsti stanziamenti per la costituzione dell’ufficio del magistrato (e cioè di una struttura in grado di rendere più rapido ed efficiente il lavoro, con risparmio di tempo e di risorse – v. scheda) mentre gli stanziamenti per l’informatizzazione sono ridotti.

6. Non è previsto lo stanziamento per riequilibrare la retribuzione dei magistrati ordinari rispetto a quelli amministrativi e contabili, dopo la rottura aggravatasi con la passata finanziaria.

7. Non è previsto lo stanziamento necessario per migliorare il trattamento retributivo e di condizioni di lavoro dei giovani magistrati.

L’efficienza della giustizia esige investimenti sulle condizioni di lavoro del magistrati, sia per quanto attiene ai supporti organizzativi sia per quanto attiene al personale amministrativo.

La prospettiva che si delinea è, al contrario, quella di un sistema giudiziario che viene lasciato andare alla deriva, di cui non interessano né la funzionalità, né le esigenze di modernizzazione, salvo poi essere pronti a riversare le responsabilità delle inefficienze sulla magistratura.

Roma, 24 ottobre 2001

 

 

 

 

 

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Omissis

a cura di magistratura democratica romana


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