Mikoyan/Gurevich MiG-23

Tipo: aereo mulliruolo da caccia, combattimento e addestramento.
Paese d'origine. Unione Sovietica. Primo volo (prototipo YE-231) probabilmente nel 1966.
Motore: (i primi esemplari e gran parte dei caccia esportati, nonché tutti gli addestratori) un turbofan con postbruciatore Tumanskji R-27 da 7/10.200 kg di spinta; (tutte le versioni in servizio presso le forze aeree sovietiche) un turbofan con postbruciatore Tumanskji R-29V da 12.475 kg di spinta, con postbruciatore al massimo.
Dimensioni: apertura alare (con freccia di 16°) 14,25 m; (72°) 8,17; lunghezza (tutte le varianti note, sonda esclusa) 16.8 m; (con sonda strumentale) 18,23 m; altezza 4,36 m; superficie alare (16°) 37,17 m2 circa.
Peso: 9.979 kg a vuoto (versione standard); 4.672 kg con carburante interno; 14.515 kg con carico bellico (missione aria-aria); 18.597 kg a pieno carico (missioni aria-superficie).
Prestazioni: velocità massima (senza carico bellico, a livello del mare) 1.352 km/h (Mach 1.1); (senza carico bellico, a quota 10.972 m) 2.446 km/h (Mach 2.31); rateo di salita iniziale (senza carico bellico) 15 km/min circa; quota di tangenza pratica (con postbruciatore) 18.591 m; corsa di decollo e atterraggio 899 m circa; raggio di azione (profilo hi, carburante interno) 900 km; autonomia di trasferimento 2.800 chilometri.
Storia: la generazione successiva ai MiG 21 non presenta alcuna rassomiglianza con i precedenti e deriva da un disegno fatto dal TsAGI nel 1962, relativo ad una cellula a geometria variabile e applicabile quindi a varie ipotesi configurative (è stato utilizzato anche per il Su-24), la cui caratteristica principale è rappresentata dalle cerniere di rotazione delle ali poste all'esterno della fusoliera e inserite in un piccolo tronco alare fisso. Il prototipo YE-231 ha volato nel 1966 con un motore Lyul'Ka, ma molti esemplari di preserie (probabilmente 50) sono stati assegnati alle squadriglie di primo impiego ai fini di acquisire una certa esperienza per quanto riguarda i problemi concernenti il servizio attivo. Successivamente sono entrate in produzione diverse varianti di un aereo in gran parte ridisegnato, con un motore Tumanskji più leggero e più corto, in molte versioni monoposto e biposto, con muso diverso a seconda che venga usato sia come intercettore sia come aereo d'attacco, e sistemazione del motore con ugelli di scarico a geometria fissa o variabile: quest'ultima versione viene descritta separatamente con la denominazione MiG-27.
Progettazione: l'ala è montata in posizione alta superiormente alle prese d'aria laterali che servono l'unico motore turbofan potenziato, mentre la fusoliera è sormontata in tutta la sua lunghezza da una spina dorsale. Le ali e i piani di coda orizzontali non presentano alcun angolo diedro e si è pensato non solo all'impennaggio, ma anche a una deriva ventrale supplementare che si estende automaticamente quando si ritrae il carrello d'atterraggio. Le ali a freccia possono essere posizionate su 16°, 45° o 72° e in queste due ultime configurazioni vengono messi in evidenza sul bordo d'attacco due grossi "denti di cane" per la formazione di vortici, di dimensioni mai riscontrate su altri aerei. Gli ipersostenatori del bordo di attacco si abbassano automaticamente, con estensione di ipersostentatori a fessura a tre sezioni, quando la freccia è di 16°. Gli spoiler (diruttori) reclinabili sul dorso delle ali possono operare anche come organi primari di controllo del rollio, unitamente ai piani di coda, costituiti da un unico stabilizzatore a inclinazione variabile. Gli aerofreni disposti in coda attorno alla fusoliera hanno la forma "a petalo". Gli ugelli di scarico e le prese d'aria sono completamente regolabili: le seconde in base al sistema realizzato nel Phantom, ossia mediante pannelli, in questo caso perforati. La struttura del tettuccio è incernierata in alto e il suo profilo coincide esattamente con la parte retrostante della fusoliera; la scarsa visuale posteriore viene in parte compensata da tre specchietti.
Avionica: nei MiG-23F solitamente è installato il radar High-Lark (denominazione NATO), che sembra abbia una portata di 85 km nella modalità di ricerca e di 54 km in quella d'inseguimento. Può essere usato per rilevamenti topografici a terra, ricerca di superficie per l'avvistamento di ostacoli (ma non in TFR) e in ogni forma d'intercettazione di obiettivi aerei, compresa la modalità "look-down, shoot-down" contro aerei a volo radente. Alcune fonti informative sottintendono anche l'eventuale utilizzazione contro missili da crociera occidentali. Sono installati pure un localizzatore laser (forse usato anche per la ricerca di obbiettivi di superficie prestabiliti) sotto il muso, un'antenna doppler più arretrata e un radar-altimetro. Dai bordi di attacco sinistro e destro del tronco alare fisso, appena all'esterno del pilone, e a poppa della sommità della deriva sorgono in direzione frontale le antenne del sistema RWR Sirena 3, mentre di fronte al parabrezza, fra i pitot aggiuntivi e i sensori YAW, è sistemata l'antenna del sistema IFF SRO-3A; i sensori AOA sono disposti a sinistra e l'antenna del sistema ILS Swift Rod sotto la fusoliera. Tutte le versioni sovietiche da caccia dispongono di illuminazione CW per missili aria-aria a guida radar e molti aerei portano apparecchiature avioniche applicate su entrambi i lati del muso, davanti al carrellino frontale (da non confondere con quelle della cosiddetta versione Flogger-H del MiG-27). Le dotazioni avioniche sono molto varie e gli esemplari più recenti mostrano un'antenna laminare (forse per VOR) sotto il piano di coda sinistro (che come il suo omologo ha un bordo di uscita a corda ridotta).
Armamento: un pod ventrale GP-9 per cannone GSH-23 con 200 colpi: cinque piloni (uno ventrale, due sotto le prese d'aria, due sotto la parte fissa delle ali) di cui quello ventrale attrezzato solo per portare un serbatoio ausiliario da 800 litri: tutti gli altri possono montare indifferentemente agganci doppi, tripli o per armi appaiate, per esempio per missili AA-8 abbinati. Non viene indicato il carico massimo, che è probabilmente eguale a quello dei MiG-27.
Prospettive: alle unità sovietiche sono stati forniti circa 2.700 apparecchi (comprese varie versioni del MiG-27) costituenti la forza aerea più numerosa in campo mondiale, che rimarrà comunque considerevole fino alla fine del secolo XX.

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