British Aerospace Harrier

Tipo: aereo monoposto da appoggio tattico e ricognizione, a decollo corto e atterraggio verticale (STOVL. sigla che vuoi dire short take-off and vertical landing). Vi è pure una versione biposto, designata T.4, per addestramento e missioni speciali.
Paese di origine: Gran Brelagna Primo volo effettuato il 28 dicembre 1967 dal modello GR. 1.
Motore: un turbofan Rolls-Royce Pegasus 103 da 9.752 kg di spinta, con getto orientabile.
Dimensioni: apertura alare 7,6 m; lunghezza 14,37 m (modello GR.3); o 17,44 m (T.4); altezza 3.42 m (GR.3) o 4,16 (T.4); superficie delle ali 18,68 m2.
Peso: 5.533 kg (GR.3) o 6.168 kg (T.4) a vuoto, 11.793 kg a pieno carico (non in configurazione VTOL, ossia vertical take-off landing).
Prestazioni: velocità massima 1.186 km/h (Mach 0,972) a bassa quota; velocità massima di picchiata Mach 1,3; rateo iniziale di salita (in configurazione VTOL) 15.240 m/min; quota di tangenza 15.240 m; raggio d'azione standard per missioni da strike (profilo hi-lo-hi) senza serbatoi supplementari. 418 km: autonomia di trasferimento 3.331 km.
Storia: l'origine dello Harrier, il primo aereo da combattimento a reazione a non avere bisogno di installazioni aeroportuali fisse, risale a uno studio del progettista francese Michel Wibault, il quale aveva ipotizzato l'estrema vulnerabilità di tali infrastrutture all'attacco di missili con testata nucleare. Per consentire ai paesi della NATO di contare negli anni a venire su una forza aerea in grado di sopravvivere alla ventilata minaccia, Wibault propose nel 1956 un sistema a getto - per la verità assai complicato - di decollo e atterraggio verticale o a corto raggio (il cosiddetto V/STOL, vertical/short take-off landing), che i tecnici della società Bristol Aero-Engines riuscirono a concretizzare con il pratico motore Pegasus a spinta orientabile, il quale venne usato per la prima volta nel 1960 sull'aereo Hawker P.1127. La società Hawker Siddeley fu quindi incaricata di realizzare alcuni prototipi sperimentali che assunsero vari nomi (Kestrel, P.1154, P.1127), finché nel febbraio del 1965 fu scelto il nome definitivo: Harrier. I primi Harrier, destinati alla RAF, cominciarono a volare II 31 agosto 1966 e i primi esemolari di serie volarono il 28 dicembre 1967 (il GR.1 monoposto per attacco al suolo e ricognizione) e il 24 aprile 1969 (il T.2 biposto per addestramento avanzato). Di disegno completamente nuovo, l'Harrier ha comunque conservato parecchie affinità con i suoi predecessori, specie per quanto riguarda la sua estrema semplicità, testimoniata in particolare dal fatto che, rispetto agli aerei tradizionali, vi è un solo comando in più: quello per l'angolazione del getto, graduato da zero gradi (volo in avanti) a 110 gradi (decollo e atterraggio).
Progettazione: concepito per missioni tattiche di attacco e ricognizion,. l'Harrier era stato inizialmente disegnato con una piccola ala, idonea per traiettorie di volo lineari alla velocità di circa 1.100 km/h a bassissima quota. Successivamente risultò evidente che il decollo ideale non avrebbe dovuto essere di tipo verticale (VTO, vertical take-off), bensì di tipo corto (STO, short take-off: in pratica un rullaggio dinamico), e che un'ala con superficie più ampia avrebbe consentito di aumentare il carico bellico, di migliorare la manovrabilità di combattimento e di accrescere lo spazio disponibile per altri piloni subalari. Il motore Pegasus è stato sistemato in posizione centrale, In modo che i suoi quattro ugelli di scarico possano liberare la spinta all'altezza del baricentro dell'aereo; piccoli getti di controllo ad aria compressa sono alloggiati nel muso, alle estremità alari e in coda. A causa della compattezza della fusoliera, i sistemi d'arma sono montati esternamente, sia in posizione ventrale che subalare. In seguilo a un interessamento del Corpo dei marines, un certo numero di Harrier è stato sottoposto a un lungo periodo di valutazione negli Stati Uniti, che ha permesso alle autorità militari di tale paese di formulare delle specifiche per lo sviluppo di un aereo simile, I'AV-8 B, ad opera della società McDonnell-Douglas.
Avionica: sin dall'inizio il sistema di navigazione e attacco è costituito da una piattaforma inerziale Ferranti INAS, integrata da un rilevatore laser e da uno HDD (head-up display). Il sistema radio comprende apparecchiature VHF e UHF nonché dispositivi Tacan, IFF (identificalion friend or foe. ossia dispositivo per l'identificazione dei mezzi, amici o nemici) e radar passivi ARI.18223: ad esempio, durante la guerra delle Falkland, l'Harrier GR.3 era equipaggiato con un trasponditore (apparecchio di riconoscimento) operante in banda 1 e compatibile con le navi della Royal Navy.
Armamento: molte sono le opzioni di carico sfruttando i sette punti di attacco disponibili, di cui quattro subalari (con capacità di 295 kg), uno centrale e due laterali in fusoliera (907 kg): questi ultimi servono normalmente per il trasporto di due gondole per il cannone Aden da 30 mm. Volendo, alle estremità alari possono essere applicate rotaie per il lancio di missili aria-aria a corto raggio, tipo AIM-9 Sidewinder La capacità normale di carico è pari a 2.400 kg, con una punta massima di 3.630 kg.
Prospettive: persa l'opportunità di fornire gli Harner ai marines americani, la British Aerospace ha abbandonato lo sviluppo di un nuovo modello, il GR 5, limitandosi a un semplice aggiornamento della struttura aerodinamca e delle componenti avioniche.

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