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Zeus/Giove
Zeus era il figlio più giovane del titano Crono e della
titanide Rea e fratello degli dei Poseidone, Ade, Estia, Demetra
ed Era. Secondo un antico mito riguardante la nascita di Zeus,
Crono, temendo di perdere il trono per mano di uno dei propri
figli, li ingoiava appena nati. Quando nacque Zeus, Rea avvolse
in fasce una pietra che fece ingoiare a Crono e nascose a Creta
il neonato, che venne accudito dalle ninfe. Divenuto adulto,
Zeus diede a Crono una droga che gli fece vomitare gli altri
figli, assetati di vendetta. Nella guerra che ne seguì, i
titani combatterono al fianco di Crono, ma vinse Zeus con gli
altri dei, mentre i titani furono gettati nel Tartaro. Zeus da
quel momento dominò il Cielo, i suoi fratelli Poseidone e Ade
ebbero il potere rispettivamente sul mare e sugli inferi, mentre
la Terra fu governata in comune da tutti e tre. |
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Era/Giunone
La regina degli dei, sorella e sposa di Zeus; figlia del
titano Crono e della titanide Rea. Dea del matrimonio e
protettrice delle donne sposate, Era generò Ares, dio della
guerra; Efesto, dio del fuoco; Ebe, dea della giovinezza, e
Ilizia, dea del parto. Moglie gelosa, perseguitò spesso le
amanti e i figli di Zeus; non dimenticava mai un'offesa ed era
nota per la sua natura vendicativa. Adirata con il principe
troiano Paride che le aveva preferito Afrodite, dea dell'amore,
in una gara di bellezza, Era aiutò i greci nella guerra di
Troia e fu soddisfatta soltanto quando la città venne
finalmente distrutta. Era viene spesso identificata con la dea
romana Giunone. |
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Afrodite/Venere
Dea dell'amore e della bellezza, che nel pantheon romano
prende il nome di Venere. Nell'Iliade di Omero è presentata
come la figlia di Zeus e Dione, una delle sue consorti; nella
Teogonia di Esiodo si narra invece che Afrodite nacque dalla
schiuma del mare. Secondo Omero, Afrodite sposò il dio Efesto;
tra i suoi amanti ebbe Ares, dio della guerra, e rivaleggiò con
Persefone, regina del mondo sotterraneo, per l'amore di Adone,
bellissimo giovane greco; ebbe anche un figlio, Enea, da
Anchise, principe troiano. La leggenda più famosa riguardante
Afrodite concerne la causa della guerra di Troia. Eris, dea
della discordia, fu l'unica a non essere invitata alle nozze del
re Peleo con la divinità marina Teti: risentita, la dea gettò
nella sala del banchetto una mela d'oro, su cui erano scritte le
parole: "Alla più bella". Quando Zeus rifiutò di
scegliere tra Era, Atena e Afrodite, le tre dee, che ambivano
alla mela, si rivolsero a Paride, principe di Troia. Ciascuna
gli promise un dono: Era l'avrebbe reso potente, Atena gli
avrebbe procurato la gloria militare e Afrodite invece gli
avrebbe concesso la donna più bella del mondo. Paride decretò
che la mela spettava ad Afrodite e chiese in premio Elena,
moglie del re greco Menelao. Con il rapimento di Elena, Paride
scatenò quindi la guerra di Troia. Ad Afrodite furono
attribuiti svariati titoli di culto, tra i quali quello di
Urania, regina dei cieli, e Afrodite Pandemia, dea di tutte le
genti. |
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Ares/Marte
Nella mitologia greca, dio della guerra e figlio di Zeus
e di Era. Identificabile nel dio Marte dei romani. Aggressivo e
feroce, impersonava la natura brutale della guerra. Tra le
divinità a lui associate c'era Afrodite, dea dell'amore, da cui
ebbe dei figli, e divinità minori come Deimo
("terrore") e Fobo ("paura"), che lo
accompagnavano in battaglia. Per quanto ardito e battagliero,
Ares non era invincibile, neppure contro i mortali. Pare che il
culto di Ares sia nato in Tracia, diffondendosi poi anche a Tebe,
dove era considerato una divinità ancestrale, e ad Atene, dove
ad Ares era dedicato un tempio ai piedi dell'Areopago. |
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Atena/Minerva
Una delle dee più importanti della mitologia greca, presso i
romani identificata con Minerva. Figlia prediletta di Zeus,
Atena nacque già adulta dalla testa del dio, armata di uno
scudo ornato con la spaventosa testa della gorgone Medusa, che
pietrificava chiunque la guardasse, della sua lancia, dell'egida
(una corazza di pelle caprina) e dell'elmo. Era chiamata anche
Pallade o Parthénos ("la vergine"), e ad Atene si
trovava il principale tempio a lei dedicato, il Partenone:
secondo la leggenda, divenne suo come ricompensa del dono
dell'ulivo che aveva fatto agli ateniesi. Atena era prima di
tutto la dea delle città greche, delle arti e dei mestieri e,
nella mitologia più tarda, della saggezza. È anche la dea
della guerra; tra gli dei fu la più accanita sostenitrice dei
greci durante la guerra di Troia. Dopo la caduta della città,
tuttavia, questi non rispettarono la sacralità di un altare
dedicato alla dea, presso il quale si era rifugiata la
profetessa troiana Cassandra. Per punirli, Atena chiese quindi a
Poseidone, dio del mare, di scatenare una tempesta che distrusse
la maggior parte delle navi greche sulla via del ritorno da
Troia. La dea era anche protettrice dell'agricoltura e dei
mestieri femminili, soprattutto della filatura e della
tessitura. All'uomo, invece, dedicò l'invenzione dell'aratro e
del flauto e le arti di addomesticare gli animali, costruire
navi e fabbricare calzature. Fu spesso associata agli uccelli,
soprattutto alla civetta. |
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Poseidone/Nettuno
Il dio del mare, ma in origine anche dei terremoti, figlio del
titano Crono e di Rea, e fratello di Zeus e di Ade. Poseidone
era lo sposo di Anfitrite, una delle nereidi, dalla quale aveva
avuto un figlio, Tritone. Ebbe molte altre storie d'amore,
specialmente con ninfe di sorgenti, con le quali generò
numerosi figli famosi per la loro barbarie e crudeltà, tra i
quali il gigante Orione e il ciclope Polifemo; con la gorgone
Medusa concepì Pegaso, il celebre cavallo alato. Poseidone ha
un ruolo di spicco in molte leggende e miti greci: lottò senza
successo contro Atena, dea della saggezza, per il controllo di
Atene; quando, assieme ad Apollo, si vide privato del compenso
pattuito per avere aiutato Laomedonte, re di Troia, a costruire
le mura della città, si vendicò furiosamente mandando un
terribile mostro marino a devastare la regione, e durante la
guerra di Troia si schierò con i greci. In arte Poseidone è
rappresentato come un personaggio maestoso, con la barba, che
impugna un tridente, ed è spesso accompagnato da un delfino.
Ogni due anni, a Corinto, si tenevano in suo onore i giochi
istmici, corse di cavalli e carri. I romani identificavano
Poseidone con il loro dio del mare, Nettuno. |
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Ade/Plutone
Il dio dei morti e del suo regno. Figlio del titano Crono e di
Rea, Ade era fratello di Zeus e di Poseidone. Dopo la
deposizione di Crono e la spartizione dell'universo, Ade ottenne
il mondo sotterraneo, sul quale regnò assieme alla ninfa
Persefone, rapita dal mondo terreno. Noto anche col nome di
Plutone, signore delle ricchezze, perché sia i raccolti sia i
metalli preziosi erano considerati appartenenti al regno degli
Inferi, Ade era un dio spietato, che non permetteva a nessuno di
fare ritorno nel mondo dei viventi. Il suo regno sotterraneo,
situato nelle lontane regioni dell'Occidente, era formato
dall'Erebo, luogo dove approdavano le anime dei trapassati, e
dalle profondità del Tartaro, in cui gli dèi avevano
imprigionato i Titani. Era un luogo cupo, separato dal mondo da
fiumi dall'aspetto desolato e minaccioso; veniva custodito da
Cerbero, un cane con tre teste e la coda di drago, mentre a un
vecchio barcaiolo, Caronte, toccava il compito di traghettare le
anime dei morti attraverso le paludi dell'Acheronte.
Nell'oscurità degli Inferi aveva sede il palazzo di Ade,
rappresentato come una dimora fatiscente con molti cancelli,
affollata di anime e popolata di demoni. Nelle leggende più
tarde il regno degli Inferi viene distinto in due luoghi
separati: l'Elisio (campi elisi), luogo della ricompensa
ultraterrena dei buoni, e il Tartaro (averno), dove vengono
puniti i malvagi. |
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Mercurio/
Ermes
Nella mitologia greca, messaggero degli dei, figlio del dio Zeus
e di Maia, figlia del titano Atlante. Messaggero particolare di
Zeus, portava sandali alati, un cappello a falda larga e una
verga d'oro magica (il caduceo), con serpenti intrecciati e ali;
conduceva le anime dei morti nel mondo sotterraneo (Ermes
Psicopompo), possedeva poteri magici sul sonno e i sogni, ed
era il dio del commercio e dei mercanti, nonché il custode
delle mandrie. Dio degli atleti, proteggeva i ginnasi e gli
stadi e lo si riteneva responsabile della fortuna e della
ricchezza. Malgrado le sue virtù, Ermes era anche un nemico
pericoloso, un truffatore e un ladro. Il giorno della sua
nascita rubò il bestiame del fratello Apollo, dio del Sole,
facendo camminare all'indietro la mandria sulle proprie orme per
cancellarne le tracce; posto a confronto con Apollo, Ermes negò
il furto, ma i due fratelli si riconciliarono quando Ermes donò
ad Apollo la lira che aveva creato. Ermes veniva rappresentato
nell'arte greca più antica come un uomo barbuto e maturo; nel
periodo classico divenne un giovane atletico, nudo e imberbe.
Nella mitologia romana fu identificato con Mercurio.
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Krishna
Nell'induismo, uno degli avatara, o incarnazione, del dio Vishnu,
ma per molti devoti semplicemente il Dio supremo e salvatore
universale. Storicamente, numerosi e differenti "culti di
Krishna" si diffusero nei secoli, plasmando una divinità
dai numerosi aspetti, come Krishna ladro del burro, fanciullo
malizioso ma adorabile (legato alla città di Vrindaban, a sud
di Delhi) e il Krishna dalla pelle blu, divinità pastorale che
suona il flauto (il significato letterale del nome krishna
è "nero"). I suoi due aspetti più importanti per la
storia dell'induismo, però, sono quelli di protagonista della
guerra descritta nel Mahabharata e di dio mandriano,
amato dalle pastorelle. Il guerriero Krishna dell'epica del Mahabharata
svolge, come auriga dell'eroe Arjuna, il ruolo chiave nel più
noto episodio del poema, il "Canto del Signore", o Bhagavad-Gita.
Qui egli insegna varie vie di liberazione, ma, soprattutto, si
rivela come Dio onnipotente. Dio (Krishna) è quindi l'unico
vero attore dell'universo e l'unico possibile oggetto di
devozione, che ricambia a sua volta l'amore dei devoti. La Bhagavad-Gita
è probabilmente il più popolare fra i testi indù, ma è
particolarmente significativo per i devoti di Vishnu, che
indentificano il Krishna della Gita con il loro grande
dio. Mentre la devozione (bhakti) raccomandata dalla Gita
è di tipo relativamente ascetico, quella legata al Krishna
mandriano è intensamente emozionale ed erotica. Questa
relazione d'amore tra la divinità e i suoi devoti si esprime
nei racconti popolari degli incontri di Krishna con pastorelle (gopi)
come Radha. Queste storie diedero origine a una copiosa
letteratura, e in particolare ai Bhagavata-purana del IX
secolo e al Gitagovinda, "Canto del mandriano"
di Jayadeva (XII secolo), diventando anche un argomento
prediletto per la rappresentazione artistica e la produzione
teatrale. Due personaggi importanti per quanto concerne gli
sviluppi successivi della devozione a Krishna sono il bengalese
Chaitanya e Vallabhacaraya, nato nell'India meridionale,
entrambi attivi nel XVI secolo. L'attuale movimento degli Hare
Krishna, portato in Occidente nel 1965 da Swami Bhaktivedanta,
deriva direttamente dalla scuola di devozione fondata da
Chaitanya. |
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Lucifero
Nome con cui, nella tradizione ebraico-cristiana, viene
identificato e personificato il diavolo, o Satana, come
oppositore di Dio e colui che tenta l'uomo al male. La
combinazione di elementi provenienti da epoche e ambiti
differenti portò all'elaborazione di un mito che
dall'apocalittica giudaica (forse già dal IV secolo a.C.) passò
al cristianesimo, soprattutto per l'influsso dei Padri della
Chiesa, giungendo attraverso i secoli fino alla nostra epoca. La
caduta del "lucente figlio del mattino" (Isaia 14)
venne collegata alla rovinosa caduta degli angeli dal cielo, a
causa dell'orgoglio e della lussuria, e poi al ruolo e alla
figura di Satana come principe delle schiere demoniach. |
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