IL COMUNE

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Gli orari

ISSOGNE (Tel. 0125.929373; apertura annuale) Parzialmente visitabile per lavori di restauro
 

L'ingresso è consentito ad un massimo di 25 persone per ogni turno di visita (ogni mezz'ora).
 

Orario di visita:
 

dall'1.03 al 30.06 e dall'1.09 al 30.09:

9 - 19 (tutti i giorni)
 

dall'1.07 al 31.08:

9 - 20 (tutti i giorni)
 

dall'1.10 al 28/02:

 10 - 12.30 /13.30 - 17 (chiuso mercoledì)
10 - 12.30 /13.30 - 18 (domenica e festività)
N.B. Prevendita biglietti presso il castello per tutta la giornata a partire dall'ora di apertura in progressione fino al completamento dei turni

 

La cartografia del castello
Realizzata da Sonia Furlan, la mettiamo a disposizione di quanti vogliono visitare il castello con la mente, prima che fisicamente.

Pianta piano terreno

Pianta piano primo

Pianta piano secondo

 
Le tariffe di ingresso

Tariffa d'ingresso:

 € 5,00

 periodo restauri € 2,50
 

Comitive di almeno 30 persone, militari in divisa e studenti universitari: € 3,50 - periodo restauri € 1,50
Ingresso gratuito: Over 65 , ragazzi < 18 anni e tutte le scolaresche

 

 
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Il castello, piano per piano

Piano terreno

Piano primo

Piano secondo

Autore: Sonia Furlan

Piano Terreno

Il bel portone in pietra [1] con il profilo a chiglia e lo stemma della famiglia Challant costituiva, in origine, l'ingresso principale al castello; tuttavia essendo aperto nella torre orientale del complesso, si affaccia sulla piazza del paese di Issogne e motivi pratici hanno consigliato di disporre l'ingresso ai visitatori sul lato ovest, come è ampiamente indicato in loco.
Dall'ingresso primitivo si aveva accesso diretto al portico [2] che si apre sul cortile [A] e sul giardino [B] e che distribuisce agli ambienti della sala da pranzo, della cucina e ad un disimpegno che conduce alle altre ali del complesso. Il portico è coperto con volte a crociera e l'incrocio dei costoloni è segnato dallo stemma degli Challant; sulle pareti del porticato possiamo ammirare gli affreschi che rappresentano un corpo di guardia e, particolarmente interessanti, le sette lunette che rappresentano le botteghe artigiane. A metà circa della lunghezza del porticato si apre la porta che conduce alla cosiddetta sala da pranzo [3], la quale comunica direttamente con la cucina [4] tramite un passapiatti aperto nella parete sotto la cappa del camino. Il grande ambiente della cucina è diviso in due da una doppia arcata ed è caratterizzato dalla presenza di tre grandi camini. Entrambi gli ambienti, sala da pranzo e cucina, sono coperti con volte che poggiano su un fitto intreccio di costoloni in pietra a vista, i quali si dipartono da peducci a forma d'angelo.
Dalla cucina si accede direttamente alla scala di servizio [5] e da qui, tramite un disimpegno, ai locali destinati a dispensa [6] e alla scala principale [7] accessibile anche dalla corte: si tratta di una scala a chiocciola in pietra, tipologia caratteristica dell'architettura francese ma tradizionalmente presente anche in Valle d'Aosta, che costituisce un capolavoro di maestria tecnica ed uno splendido esempio di design. In sostanza, i gradini in pietra da taglio che formano la scala hanno la sagoma, come i gradini di una qualsiasi scala a chiocciola, di un settore di corona circolare, con lo spessore equivalente all'altezza del gradino, ma nella loro parte più sottile sono conclusi con un elemento cilindrico; la sovrapposizione dei gradini comporta l'allineamento in verticale di questi elementi cilindrici, come se fossero dei piccoli rocchi. In questo modo si forma la colonna centrale di sostegno, mentre i gradini si aprono a ventaglio per dare vita alla scala, sovrapponendosi tra loro ed incastrandosi nella muratura d'ambito per migliorare la stabilità della struttura. A completare il suggestivo effetto della scala contribuisce il soffitto della rampa continua, costituito direttamente dall'intradosso dei gradini del giro superiore; e così la scala è formata da un unico nastro, che si dipana attorno alla colonna centrale, formato dal susseguirsi nello spazio di un unico elemento semplice, il gradino.
Adiacenti alla scala principale troviamo la sala d'onore del castello [8] conosciuta anche come sala di giustizia o Salle Basse e due camere: la prima, detta Chambre des cuisiniers, era destinata agli addetti alla cucina [9], e la seconda, il Cabinet de l'Apothicaire, era la camera dello speziale [10].
Si accede alla sala di giustizia tramite una bussola in legno di pregevole fattura; troveremo in altri locali la presenza di bussole in legno, utilizzate per creare una sorta di anticamera in quegli ambienti che si aprono su spazi più freddi e per ridurre così le dispersioni di calore. L'ambiente della salle basse, a pianta rettangolare, è decorato con stalli in legno intagliato -i cui originali si trovano nel Museo di Torino- nella parte inferiore delle pareti, mentre la parte soprastante è dipinta a stoffe e a vignette inquadrate da colonne, con la rappresentazione di vedute di caccia, di scene di vita cortese e di paesaggi nordici. Sulla parete opposta a quella da cui si accede alla sala si trova un grande camino in pietra la cui cappa è decorata con lo stemma della famiglia Challant affiancato da due grifi, mentre sulla parete a sinistra, quella che dà sulla corte, tra le due finestre troviamo affrescato il Giudizio di Paride. Il soffitto è realizzato in legno con travi e travetti lasciati a vista e dipinti; le imposte e gli scuri delle finestre hanno i pannelli intagliati a pergamene e intrecci, come si ritrova nella gran parte delle finestre del castello.
Alla sinistra del grande camino si apre una porta che conduce in una camera che l'inventario del 1565, redatto dopo la morte di René di Challant, indicava come Petit Poële [11] e da questa si passa nella camera dei Pellegrini - Cabinet des coquilles [12] e nel Petit Cabinet près de celui des coquilles [13].
Tornando nel cortile [A], è possibile accedere ad un ala del complesso che contiene la prigione [14] che nell'inventario del 1565 era identificata come Cuisine de la Buanderie, e ad altri locali di servizio: buraterie prés du four [15], membre au-dessus du cellier [16], charnier [17] e cabinet de l'argenterie [18], tutti coperti con volte a botte.
Adiacente all'ingresso a questo corpo si apre la scala, coperta con volta rampante a botte, che conduce ai sotterranei del castello [19], in cui si trovano le cantine. Per curiosità ricordiamo che l'inventario del 1565 riportava i locali del sotterraneo denominandoli nell'ordine: première cave; petit cave à la suite de la précedente; troisième cave et membre ou l'on tient le fromage; cave du coté du four, prè du verger du soleil couchant; cellier à gauche.
Sul giardino [B] invece si affaccia la foresteria, in origine destinata agli uomini d'arme, divisa in due ambienti di cui il maggiore coperto con volte a crociera: si tratta della salle du jardin [20] e della chambre du jardin [21]. Entrambi gli ambienti sono dotati di camino e hanno accesso anche dall'esterno del castello.
Il cortile [A], che ospita la celeberrima fontana del melograno, è uno spazio sorprendentemente sereno: l'andamento orizzontale delle cornici marcapiano, unitamente al ritmo dato dalla ripetizione degli archi ribassati nelle logge, crea un'atmosfera avvolgente e suggestiva completata dal suono dell'acqua che zampilla dalla fontana.
Il pozzo, simbolicamente ottagonale, è in pietra ed è decorato con gli stemmi della famiglia Challant. Dal pozzo sorge un albero di melograno, realizzato in ferro battuto nel XV secolo, dai cui rami sgorga l'acqua, secondo una precisa simbologia che affianca le valenze vitali e purificatrici dell'acqua e del pozzo ottagonale -chiaro richiamo ai fonti battesimali della tradizione cristiana- al concetto di fertilità insito nella conformazione stessa del frutto del melograno, il tutto inserito in un più ampio progetto di autocelebrazione della famiglia Challant, la cui genealogia è, non a caso, riportata nel Miroir pour les enfants de Challant, che decora le facciate interne del castello.
Il tronco e i rami del melograno sono scalpellati ad imitare la corteccia, le foglie sono segnate dalle nervature, i melograni sono realizzati in due metà separate; l'albero era in origine dipinto ad olio secondo la colorazione naturale, e tracce di colore permangono a tutt'oggi. L'albero presente nella corte è a tutt'oggi l'originale, che però necessita di un intervento conservativo. Il rilievo della struttura dell'albero è già stato terminati, per cui presto il melograno verrà sostituito da una copia e sottoposto agli interventi necessari.
Il cortile è quasi interamente lastricato, mentre l'adiacente giardino [B] è organizzato secondo i dettami formali del giardino all'italiana, con gli ovvi limiti imposti dalle relativamente ridotte dimensioni dello spazio disponibile.

Primo Piano

Salendo al primo piano con la scala principale [7] ci si imbatte nella camera che è stata di Marguerite de La Chambre prima e di Manzia di Braganza dopo [22] e da questa si accede alla camera delle figlie di Manzia [23], che l'inventario del 1565 riporta come garde-robe de la chambre de La Chambre, e all'adiacente cabinet près le garde-robe de la chambre de La Chambre [24]. Dalla parte opposta alla camera delle figlie la camera di Manzia comunica con un piccolo ambiente quadrato voltato a crociera, l'oratorio di Marguerite de La Chambre [25].
Dalla camera di Manzia di Braganza, così come dalla scala principale, si accede alla sala d'armi [26] soprastante alla salle basse. La sala d'armi, che nell'inventario del 1565 è denominata chambre de Savoie, presenta un grande camino in pietra decorato con lo stemma della famiglia Savoia e con quello Challant - De La Palud del matrimonio di Amedeo di Challant e Anne De La Palud, genitori di Giorgio di Challant; tutto intorno al soffitto corre invece un fregio in cui lo stemma Challant è accoppiato a quello de La Chambre. Il soffitto ligneo è realizzato lasciando a vista travi e travetti a formare una struttura a cassettoni.
Dalla sala d'armi è possibile accedere al garde-robe de la chambre de Savoie [27] ed alla loggia [28] voltata a crociera, che conduce, tramite una serie di disimpegni, alla camera della torre [29]. Dalla loggia si accede anche ad un lungo corridoio voltato a crociera che termina con la bussola lignea di accesso alla camera della contessina Jolanda [31] presente nell'inventario del 1565 come chambre des épouses.
È da rilevare come curiosità la presenza di due piccoli vani, compresi tra la camera della torre [29] e il corridoio [30], antesignani dei moderni servizi igienici.
Dalla scala principale si passa anche ad un locale di disimpegno [32] voltato a crociera collegato alla scala di servizio [5]; da qui si accede, passando un altro disimpegno, alla chambre de la lingerie [33].
Sulla scala di servizio si aprono anche altri ambienti. Innanzi tutto, la camera di René di Challant [34], arricchita da un grande camino. Questa stanza contiene un polittico di cui la tavola centrale, andata perduta, rappresentava presumibilmente la Madonna in Trono, mentre gli sportelli intermedi raffigurano René di Challant e la moglie Manzia di Braganza con le figlie Filiberta ed Isabella di Challant, e le tavole laterali rappresentano la Madonna e l'arcangelo Gabriele. Le due tavole dell'Annunciazione furono rinvenute nel castello di Aymavilles dal senatore Bombrini quando lo acquistò nel 1882, ma l'intero polittico si trovava in principio nella cattedrale di Aosta.
La camera di René di Challant comunica con la chambre prés de celle de Challant [35] da una parte e con la camera del cardinale Madruzzo [36] dall'altra. Dalla camera del cardinale Madruzzo, riportata nell'inventario del 1565 come chambre de la chapelle, si accede appunto alla cappella, e da questa alla sagrestia (cabinet de la chapelle) [37].
La cappella è uno degli ambienti più interessanti dell'intero edificio. Il lungo spazio è ritmato dalla successione di cinque volte a crociera, segnate dai costoloni riccamente decorati e riportanti in chiave lo stemma della famiglia Challant dipinto e dorato. Una cancellata in legno dal disegno semplice ed elegante separa l'ambiente in una parte destinata ai signori del castello e in una destinata al personale di servizio.
L'altare è arricchito da un trittico fiammingo e da un paliotto -il paramento che copre la parte anteriore dell'altare- intagliato a trafori su un fondo colorato; le finestre sono valorizzate da vetrate a colori. Sulla parete che separa la cappella dalla camera del cardinale Madruzzo si trova un grande camino che aveva l'ovvia funzione di mitigare la temperatura della cappella durante le funzioni nelle rigide giornate dell'inverno valdostano.

Secondo piano

Saliamo ora al secondo piano del castello tramite la scala principale [7]. Troviamo innanzi tutto la camera di Giorgio di Challant [39] detta anche chambre de Saint-Maurice, o dei cavalieri dell'ordine di san Maurizio. Il soffitto ligneo di questo ambiente, infatti, presenta travi e travetti a vista a formare i cassettoni decorati con la croce dell'ordine dei cavalieri di san Maurizio.
Da questa stanza si accede si accede allo studiolo di Giorgio di Challant [40], il garde-robe de la chambre de Saint-Maurice, secondo l'inventario del 1565, e da qui ancora alla camera verde o cabinet de la librerie [41].
La camera di Giorgio di Challant conduce anche all'oratorio di Giorgio di Challant [42] -cabinet de la chambre de Saint-Maurice- un piccolo ambiente a pianta quadrata, voltata a crociera, soprastante all'oratorio di Marguerite de la Chambre.
Dalla scala principale si ha accesso diretto anche alla sala del Re di Francia [43], la salle du roi, soprastante alla salle basse e alla sala d'armi. La camera deve il suo nome al fatto che si dice che qui abbia alloggiato Carlo VIII. Questo è storicamente verosimile visto che Carlo VIII, re di Francia dal 1470 al 1498, scese in Italia nel 1494 alla guida di un esercito di 30.000 uomini. L'impresa fu facile e si dice infatti che Carlo VIII abbia conquistato l'Italia con il gesso usato per segnare gli alloggiamenti delle truppe, ma l'anno seguente, dopo la battaglia di Fornovo Carlo VIII fu costretto, da una lega formata dai vari stati in cui all'epoca era divisa la penisola italiana, a ripassare le Alpi.
Il soffitto della salle du roi è decorato a riquadri con rose dorate e sulla cappa del camino campeggia lo stemma gigliato di Francia con il motto Vive le Roi. Le pareti della stanza sono dipinte ad imitare una tappezzeria.
Dalla salle du roi si accede al garde-robe de la chambre du roi [44] noto anche come camera del Paggio, e da qui tramite disimpegni si raggiunge la chambre haute de la tour, autrefois appellée du cuir [45] e due piccoli locali che il Nigra chiama gabinetti di decenza.
La camera del paggio si affaccia sulla loggia [46] voltata a crociera che collega la salle du Roi alla chambre de l'empereur [47] che deve il suo nome alla permanenza dell'imperatore Sigismondo in viaggio nel 1414 per ritornare in Germania dall'Italia.
Torniamo ora alla scala principale e continuiamo a salire: ci troviamo dopo pochi scalini in una piccola loggia di raccordo con la scala di servizio [5] e con un ampio locale denominato, come annuncia una scritta in grossi caratteri gotici posta presso la sommità della scala di servizio, garde-robe de la tapysserie [48].
La scala di servizio arriva ad un pianerottolo di sosta posto allo stesso livello della loggia e del garde-robe de la tapysserie, e da qui si divide in due rampe che conducono la prima alla chambre de Saint-Sébastien [49] e alla chambre de Miolans [50], e la seconda alla loggia [51] voltata a crociera e alle stanze che su questa si aprono: la chambre de Varembon [52], la chambre de Valangin [53] e la camera dello scriba[54].
Nei pressi della chambre de Saint-Sébastien troviamo altri due gabinetti di decenza ed una scala [55] che conduce alle soffitte del castello in cui si trovano la Première chambre du galetas, il Dernière garde-robe e La plus haute chambre sur la porte du château près du galetas. I tetti del castello hanno manto in lastre di pietra e in pietra sono pure le gronde.

 

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