Piano
primo
Piano
secondo
Autore:
Sonia Furlan
Il bel portone in
pietra [1] con il profilo a chiglia e lo stemma della famiglia
Challant costituiva, in origine, l'ingresso principale al castello;
tuttavia essendo aperto nella torre orientale del complesso, si
affaccia sulla piazza del paese di Issogne e motivi pratici hanno
consigliato di disporre l'ingresso ai visitatori sul lato ovest,
come è ampiamente indicato in loco.
Dall'ingresso primitivo si aveva accesso diretto al portico [2] che
si apre sul cortile [A] e sul giardino [B] e che distribuisce agli
ambienti della sala da pranzo, della cucina e ad un disimpegno che
conduce alle altre ali del complesso. Il portico è coperto con volte
a crociera e l'incrocio dei costoloni è segnato dallo stemma degli
Challant; sulle pareti del porticato possiamo ammirare gli affreschi
che rappresentano un corpo di guardia e, particolarmente
interessanti, le sette lunette che rappresentano le botteghe
artigiane. A metà circa della lunghezza del porticato si apre la
porta che conduce alla cosiddetta sala da pranzo [3], la quale
comunica direttamente con la cucina [4] tramite un passapiatti
aperto nella parete sotto la cappa del camino. Il grande ambiente
della cucina è diviso in due da una doppia arcata ed è
caratterizzato dalla presenza di tre grandi camini. Entrambi gli
ambienti, sala da pranzo e cucina, sono coperti con volte che
poggiano su un fitto intreccio di costoloni in pietra a vista, i
quali si dipartono da peducci a forma d'angelo.
Dalla cucina si accede direttamente alla scala di servizio [5] e da
qui, tramite un disimpegno, ai locali destinati a dispensa [6] e
alla scala principale [7] accessibile anche dalla corte: si tratta
di una scala a chiocciola in pietra, tipologia caratteristica
dell'architettura francese ma tradizionalmente presente anche in
Valle d'Aosta, che costituisce un capolavoro di maestria tecnica ed
uno splendido esempio di design. In sostanza, i gradini in pietra da
taglio che formano la scala hanno la sagoma, come i gradini di una
qualsiasi scala a chiocciola, di un settore di corona circolare, con
lo spessore equivalente all'altezza del gradino, ma nella loro parte
più sottile sono conclusi con un elemento cilindrico; la
sovrapposizione dei gradini comporta l'allineamento in verticale di
questi elementi cilindrici, come se fossero dei piccoli rocchi. In
questo modo si forma la colonna centrale di sostegno, mentre i
gradini si aprono a ventaglio per dare vita alla scala,
sovrapponendosi tra loro ed incastrandosi nella muratura d'ambito
per migliorare la stabilità della struttura. A completare il
suggestivo effetto della scala contribuisce il soffitto della rampa
continua, costituito direttamente dall'intradosso dei gradini del
giro superiore; e così la scala è formata da un unico nastro, che si
dipana attorno alla colonna centrale, formato dal susseguirsi nello
spazio di un unico elemento semplice, il gradino.
Adiacenti alla scala principale troviamo la sala d'onore del
castello [8] conosciuta anche come sala di giustizia o Salle
Basse e due camere: la prima, detta Chambre des cuisiniers,
era destinata agli addetti alla cucina [9], e la seconda, il
Cabinet de l'Apothicaire, era la camera dello speziale [10].
Si accede alla sala di giustizia tramite una bussola in legno di
pregevole fattura; troveremo in altri locali la presenza di bussole
in legno, utilizzate per creare una sorta di anticamera in quegli
ambienti che si aprono su spazi più freddi e per ridurre così le
dispersioni di calore. L'ambiente della salle basse, a pianta
rettangolare, è decorato con stalli in legno intagliato -i cui
originali si trovano nel Museo di Torino- nella parte inferiore
delle pareti, mentre la parte soprastante è dipinta a stoffe e a
vignette inquadrate da colonne, con la rappresentazione di vedute di
caccia, di scene di vita cortese e di paesaggi nordici. Sulla parete
opposta a quella da cui si accede alla sala si trova un grande
camino in pietra la cui cappa è decorata con lo stemma della
famiglia Challant affiancato da due grifi, mentre sulla parete a
sinistra, quella che dà sulla corte, tra le due finestre troviamo
affrescato il Giudizio di Paride. Il soffitto è realizzato in legno
con travi e travetti lasciati a vista e dipinti; le imposte e gli
scuri delle finestre hanno i pannelli intagliati a pergamene e
intrecci, come si ritrova nella gran parte delle finestre del
castello.
Alla sinistra del grande camino si apre una porta che conduce in una
camera che l'inventario del 1565, redatto dopo la morte di René di
Challant, indicava come Petit Poële [11] e da questa si passa
nella camera dei Pellegrini - Cabinet des coquilles [12] e
nel Petit Cabinet près de celui des coquilles [13].
Tornando nel cortile [A], è possibile accedere ad un ala del
complesso che contiene la prigione [14] che nell'inventario del 1565
era identificata come Cuisine de la Buanderie, e ad altri
locali di servizio: buraterie prés du four [15], membre
au-dessus du cellier [16], charnier [17] e cabinet de
l'argenterie [18], tutti coperti con volte a botte.
Adiacente all'ingresso a questo corpo si apre la scala, coperta con
volta rampante a botte, che conduce ai sotterranei del castello
[19], in cui si trovano le cantine. Per curiosità
ricordiamo che l'inventario del 1565 riportava i locali del
sotterraneo denominandoli nell'ordine: première cave; petit cave
à la suite de la précedente; troisième cave et membre ou l'on tient
le fromage; cave du coté du four, prè du verger du soleil couchant;
cellier à gauche.
Sul giardino [B] invece si affaccia la foresteria, in origine
destinata agli uomini d'arme, divisa in due ambienti di cui il
maggiore coperto con volte a crociera: si tratta della salle du
jardin [20] e della chambre du jardin [21]. Entrambi gli
ambienti sono dotati di camino e hanno accesso anche dall'esterno
del castello.
Il cortile [A], che ospita la celeberrima fontana del melograno, è
uno spazio sorprendentemente sereno: l'andamento orizzontale delle
cornici marcapiano, unitamente al ritmo dato dalla ripetizione degli
archi ribassati nelle logge, crea un'atmosfera avvolgente e
suggestiva completata dal suono dell'acqua che zampilla dalla
fontana.
Il pozzo, simbolicamente ottagonale, è in pietra ed è decorato con
gli stemmi della famiglia Challant. Dal pozzo sorge un albero di
melograno, realizzato in ferro battuto nel XV secolo, dai cui rami
sgorga l'acqua, secondo una precisa simbologia che affianca le
valenze vitali e purificatrici dell'acqua e del pozzo ottagonale
-chiaro richiamo ai fonti battesimali della tradizione cristiana- al
concetto di fertilità insito nella conformazione stessa del frutto
del melograno, il tutto inserito in un più ampio progetto di
autocelebrazione della famiglia Challant, la cui genealogia è, non a
caso, riportata nel Miroir pour les enfants de Challant, che
decora le facciate interne del castello.
Il tronco e i rami del melograno sono scalpellati ad imitare la
corteccia, le foglie sono segnate dalle nervature, i melograni sono
realizzati in due metà separate; l'albero era in origine dipinto ad
olio secondo la colorazione naturale, e tracce di colore permangono
a tutt'oggi. L'albero presente nella corte è a tutt'oggi
l'originale, che però necessita di un intervento conservativo. Il
rilievo della struttura dell'albero è già stato terminati, per cui
presto il melograno verrà sostituito da una copia e sottoposto agli
interventi necessari.
Il cortile è quasi interamente lastricato, mentre l'adiacente
giardino [B] è organizzato secondo i dettami formali del giardino
all'italiana, con gli ovvi limiti imposti dalle relativamente
ridotte dimensioni dello spazio disponibile.
Salendo al primo
piano con la scala principale [7] ci si imbatte nella camera che è
stata di Marguerite de La Chambre prima e di Manzia di Braganza dopo
[22] e da questa si accede alla camera delle figlie di Manzia [23],
che l'inventario del 1565 riporta come garde-robe de la chambre de
La Chambre, e all'adiacente cabinet près le garde-robe de la chambre
de La Chambre [24]. Dalla parte opposta alla camera delle figlie la
camera di Manzia comunica con un piccolo ambiente quadrato voltato a
crociera, l'oratorio di Marguerite de La Chambre [25].
Dalla camera di Manzia di Braganza, così come dalla scala
principale, si accede alla sala d'armi [26] soprastante alla salle
basse. La sala d'armi, che nell'inventario del 1565 è denominata
chambre de Savoie, presenta un grande camino in pietra decorato con
lo stemma della famiglia Savoia e con quello Challant - De La Palud
del matrimonio di Amedeo di Challant e Anne De La Palud, genitori di
Giorgio di Challant; tutto intorno al soffitto corre invece un
fregio in cui lo stemma Challant è accoppiato a quello de La
Chambre. Il soffitto ligneo è realizzato lasciando a vista travi e
travetti a formare una struttura a cassettoni.
Dalla sala d'armi è possibile accedere al garde-robe de la chambre
de Savoie [27] ed alla loggia [28] voltata a crociera, che conduce,
tramite una serie di disimpegni, alla camera della torre [29]. Dalla
loggia si accede anche ad un lungo corridoio voltato a crociera che
termina con la bussola lignea di accesso alla camera della
contessina Jolanda [31] presente nell'inventario del 1565 come
chambre des épouses.
È da rilevare come curiosità la presenza di due piccoli vani,
compresi tra la camera della torre [29] e il corridoio [30],
antesignani dei moderni servizi igienici.
Dalla scala principale si passa anche ad un locale di disimpegno
[32] voltato a crociera collegato alla scala di servizio [5]; da qui
si accede, passando un altro disimpegno, alla chambre de la lingerie
[33].
Sulla scala di servizio si aprono anche altri ambienti. Innanzi
tutto, la camera di René di Challant [34], arricchita da un grande
camino. Questa stanza contiene un polittico di cui la tavola
centrale, andata perduta, rappresentava presumibilmente la Madonna
in Trono, mentre gli sportelli intermedi raffigurano René di
Challant e la moglie Manzia di Braganza con le figlie Filiberta ed
Isabella di Challant, e le tavole laterali rappresentano la Madonna
e l'arcangelo Gabriele. Le due tavole dell'Annunciazione furono
rinvenute nel castello di Aymavilles dal senatore Bombrini quando lo
acquistò nel 1882, ma l'intero polittico si trovava in principio
nella cattedrale di Aosta.
La camera di René di Challant comunica con la chambre prés de celle
de Challant [35] da una parte e con la camera del cardinale Madruzzo
[36] dall'altra. Dalla camera del cardinale Madruzzo, riportata
nell'inventario del 1565 come chambre de la chapelle, si accede
appunto alla cappella, e da questa alla sagrestia (cabinet de la
chapelle) [37].
La cappella è uno degli ambienti più interessanti dell'intero
edificio. Il lungo spazio è ritmato dalla successione di cinque
volte a crociera, segnate dai costoloni riccamente decorati e
riportanti in chiave lo stemma della famiglia Challant dipinto e
dorato. Una cancellata in legno dal disegno semplice ed elegante
separa l'ambiente in una parte destinata ai signori del castello e
in una destinata al personale di servizio.
L'altare è arricchito da un trittico fiammingo e da un paliotto -il
paramento che copre la parte anteriore dell'altare- intagliato a
trafori su un fondo colorato; le finestre sono valorizzate da
vetrate a colori. Sulla parete che separa la cappella dalla camera
del cardinale Madruzzo si trova un grande camino che aveva l'ovvia
funzione di mitigare la temperatura della cappella durante le
funzioni nelle rigide giornate dell'inverno valdostano.
Saliamo ora al
secondo piano del castello tramite la scala principale [7]. Troviamo
innanzi tutto la camera di Giorgio di Challant [39] detta anche
chambre de Saint-Maurice, o dei cavalieri dell'ordine di san
Maurizio. Il soffitto ligneo di questo ambiente, infatti, presenta
travi e travetti a vista a formare i cassettoni decorati con la
croce dell'ordine dei cavalieri di san Maurizio.
Da questa stanza si accede si accede allo studiolo di Giorgio di
Challant [40], il garde-robe de la chambre de Saint-Maurice, secondo
l'inventario del 1565, e da qui ancora alla camera verde o cabinet
de la librerie [41].
La camera di Giorgio di Challant conduce anche all'oratorio di
Giorgio di Challant [42] -cabinet de la chambre de Saint-Maurice- un
piccolo ambiente a pianta quadrata, voltata a crociera, soprastante
all'oratorio di Marguerite de la Chambre.
Dalla scala principale si ha accesso diretto anche alla sala del Re
di Francia [43], la salle du roi, soprastante alla salle basse e
alla sala d'armi. La camera deve il suo nome al fatto che si dice
che qui abbia alloggiato Carlo VIII. Questo è storicamente
verosimile visto che Carlo VIII, re di Francia dal 1470 al 1498,
scese in Italia nel 1494 alla guida di un esercito di 30.000 uomini.
L'impresa fu facile e si dice infatti che Carlo VIII abbia
conquistato l'Italia con il gesso usato per segnare gli
alloggiamenti delle truppe, ma l'anno seguente, dopo la battaglia di
Fornovo Carlo VIII fu costretto, da una lega formata dai vari stati
in cui all'epoca era divisa la penisola italiana, a ripassare le
Alpi.
Il soffitto della salle du roi è decorato a riquadri con rose dorate
e sulla cappa del camino campeggia lo stemma gigliato di Francia con
il motto Vive le Roi. Le pareti della stanza sono dipinte ad imitare
una tappezzeria.
Dalla salle du roi si accede al garde-robe de la chambre du roi [44]
noto anche come camera del Paggio, e da qui tramite disimpegni si
raggiunge la chambre haute de la tour, autrefois appellée du cuir
[45] e due piccoli locali che il Nigra chiama gabinetti di decenza.
La camera del paggio si affaccia sulla loggia [46] voltata a
crociera che collega la salle du Roi alla chambre de l'empereur [47]
che deve il suo nome alla permanenza dell'imperatore Sigismondo in
viaggio nel 1414 per ritornare in Germania dall'Italia.
Torniamo ora alla scala principale e continuiamo a salire: ci
troviamo dopo pochi scalini in una piccola loggia di raccordo con la
scala di servizio [5] e con un ampio locale denominato, come
annuncia una scritta in grossi caratteri gotici posta presso la
sommità della scala di servizio, garde-robe de la tapysserie [48].
La scala di servizio arriva ad un pianerottolo di sosta posto allo
stesso livello della loggia e del garde-robe de la tapysserie, e da
qui si divide in due rampe che conducono la prima alla chambre de
Saint-Sébastien [49] e alla chambre de Miolans [50], e la seconda
alla loggia [51] voltata a crociera e alle stanze che su questa si
aprono: la chambre de Varembon [52], la chambre de Valangin [53] e
la camera dello scriba[54].
Nei pressi della chambre de Saint-Sébastien troviamo altri due
gabinetti di decenza ed una scala [55] che conduce alle soffitte del
castello in cui si trovano la Première chambre du galetas, il
Dernière garde-robe e La plus haute chambre sur la porte du château
près du galetas. I tetti del castello hanno manto in lastre di
pietra e in pietra sono pure le gronde.
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