Autore:
Sonia Furlan
Le prime
notizie relative alla fortificazione del luogo in cui sorge il
castello di Issogne risalgono all'anno 1151, quando una bolla di
papa Eugenio III documenta la presenza di un dominio del vescovo di
Aosta in Issogne. In realtà sullo stesso sito già dal I secolo a.C.
era esistito un edificio romano, di cui si conservano i muri
perimetrali di alcuni vani nel sottosuolo delle cantine dell'attuale
castello.
Nel 1255 la casaforte di Issogne è ancora sotto il controllo
ecclesiastico, ed infatti in quest'anno l'allora vescovo di Aosta,
Pierre di Pra, concede un regolamento di giustizia per la
regolamentazione dei suoi rapporti con la comunità e della
convivenza tra gli abitanti dei territori del suo dominio. Ma questo
non è sufficiente per garantire che la pace regni nei domini del
vescovo, ed infatti tra il 1280 e il 1350 circa un aspro conflitto
contrappone al vescovo i signori di Verrès, fino all'evento clou
dell'incendio appiccato ala casaforte, che comporterà gravi danni
alla struttura. Come risultato di tutto ciò il vescovo di Aosta nel
1379 infeuda della giurisdizione di Issogne Ibleto di Challant, che
era signore di Verrès per aver acquisito i territorio degli omonimi
signori.
Ibleto tra la fine del XIV e l'inizio del XV secolo inizia la
costruzione di una casaforte in luogo della casaforte vescovile,
dando vita ad una struttura complessa di torri e corpi di fabbrica
di forme e dimensioni differenti, il tutto racchiuso da una cinta
muraria; pare che il complesso, più che un castello fosse una
elegante dimora improntata ai dettami del gotico cortese -o
internazionale- che si sviluppò proprio tra la metà del '300 e la
metà del '400.
Ibleto muore nel 1409 e nel 1424 il figlio François di Challant, del
ramo di Ville-Challand e Montjovet e signore di Issogne, ottiene dal
duca di Savoia il titolo di primo conte di Issogne. Alla sua morte,
nel 1442, avendo egli solo tre figlie femmine si genera una lotta
per la successione che si conclude nel 1456 con la vittoria di
Jacques del ramo di Aymavilles, che diviene così il secondo conte di
Issogne (ricordiamo en passant che non era ammessa la successione
ereditaria per linea femminile).
Verso il 1480, sotto il dominio di Louis di Challant, figlio di
Jacques, iniziano i lavori di sistemazione del castello, e tra i
graffiti del castello troviamo la testimonianza dei lavori in atto
in una cantina (1489 Jan Devalupe / a fait la cave de ce /
chateaus pour / 20 florin ).
Nel 1487 muore Louis di Challant lasciando i due giovani figli
Philibert e Charles, di cui sono nominati tutori il priore Giorgio
di Challant-Varey -cugino di Louis- e della vedova Marguerite de la
Chambre. In questo periodo i lavori al castello procedono con grande
fervore, tanto che l'anno 1494, secondo le notizie riportate dai
Computa Priorati Sancti Ursi, è quello in cui i lavori svolti al
castello di Issogne raggiungono il loro massimo sviluppo; quando
Giorgio di Challant muore, nel 1509, i lavori sono ormai terminati e
il signore del castello è Philibert, che lo abita insieme alla
moglie Louise d'Aarberg e al figlio René. È proprio sotto il dominio
di René di Challant, che nel 1528 prenderà in sposa Manzia di
Braganza, che il castello assume definitivamente l'aspetto di una
corte ricca e raffinata, con tutti gli arredi, le suppellettili e le
stoffe preziose descritte nell'inventario redatto nel 1565 dopo la
morte di René.
Nello stesso anno 1565 i nobili Madruzzo, della famiglia dei
prìncipi e dei vescovi di Trento, subentrano a René di Challant in
virtù del matrimonio tra Giovanni Federico di Madruzzo e Isabella di
Challant, figlia di René. Questo fatto scatena le ire dei cugini
maschi di Isabelle, che si oppongono alla inusitata successione per
linea femminile e danno luogo ad un contenzioso che avrà termine
solo nel 1696. Nel contempo la discendenza Madruzzo si esaurisce nel
1658 con la morte di Carlo Emanuele vescovo di Trento e l'eredità,
contesa da più parti, spetta infine ad Henry de Lenoncourt; ed anche
la dinastia di Lenoncourt termina a breve, nel 1693, con la morte di
Charles-Joseph-Louis, e i possessi legati al titolo di conte di
Issogne passano alla sorella Cristina Maurizia del Carretto di
Balestrina.
Ma come abbiamo accennato poc'anzi, il 1696 vede finalmente la fine
del processo, durato 131 anni, che ha contrapposto i discendenti dei
Madruzzo e dei cugini di Isabella di Challant: il contenzioso è
vinto da questi ultimi, per cui i del Carretto di Balestrina devono
restituire l'eredità del conte René ai baroni di Challant-Châtillon.
Un secolo più tardi, nel 1796, muore François Maurice, l'ultimo
conte di Challant, e poiché il figlioletto Jules-Hyacinthe morirà
nel 1802 in tenera età, la discendenza si esaurisce ed inizia un
periodo di decadenza, segnato innanzitutto da una Guardia Nazionale
che nel 1800 sottrae arredi e suppellettili.
Dal 1841, con la morte di Gabriella di Canalis di Cumiana, vedova di
François Maurice di Challant, il castello passa al suo secondo
marito, il conte Amédée-Louis Passerin d'Entrèves.
Nel 1862 il castello di Issogne, ormai privo dei diritti signorili,
viene acquistato, insieme a quello di Verrès, da Alexandre Gaspard
di Châtillon, che aliena una parte degli arredi originari e cede il
castello, nel 1869, al barone Marius de Vautheleret, ingegnere
francese impegnato nello studio del collegamento ferroviario tra
Aosta ed Ivrea; ma questi fallisce e nel 1872 il castello è messo
all'asta ed acquistato dal pittore torinese Vittorio Avondo, che si
impegna nel restauro architettonico del castello e nel
riallestimento degli interni con arredi originari o con copie
appositamente commissionate.
Nel 1907 Avondo, riservandosene l'usufrutto, dona il castello di
Issogne allo stato italiano, che ne diviene proprietario a tutti gli
effetti alla morte di Avondo, il 9 dicembre del 1910.
Nel 1935 il ministro dell'Istruzione Nazionale Cesare Maria De
Vecchi promuove degli interventi di restauro che comportano pesanti
ridipinture degli affreschi degli oratori e della cappella. Nel
1948, a seguito dell'approvazione dello statuto speciale della
Regione Valle d'Aosta, il castello di Issogne diviene proprietà
regionale. Nel biennio 1996-1998 gli interni del castello vengono
riallestiti secondo l'assetto voluto da Vittorio Avondo, ricostruito
in base a foto d'epoca e agli inventari redatti nel 1907 e nel 1911;
vengono anche attuati interventi di restauro e manutenzione di
arredi e di suppellettili, e di alcuni elementi architettonici, e
insieme vengono studiati impianti tecnici rispondenti alle vigenti
normative di sicurezza, nonché un impianto di illuminazione volto
alla valorizzazione degli ambienti. Nel contempo viene dato il via
al complesso rilievo geometrico dell'albero della fontana:
attualmente nella corte è ancora presente la fontana originaria, che
però dovrà essere sostituito da una copia per consentirne il
restauro. Non è ancora chiaro se, una volta terminato l'intervento
di restauro, l'albero originale sarà conservato in museo ad Aosta o
se sarà riportato ad Issogne.
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