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RACCONTATO DA DOMENICO CASELLI - I6HWD -
INORC 337 |
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Introduzione
San Benedetto del Tronto
Radio – IQP - ma tutti la conoscevano come Sambenedettoradio. Ne rimasi
attratto ed affascinato quando la sentii per la prima volta in AM con un
vecchio ricevitore IRRADIO, era il 1968. Oggi di quel cimelio mi
sono rimaste solo le manopole color avorio, il robusto
condensatore variabile, qualche resistenza ed il grande altoparlante interno con il
suo pesante fardello: il trasformatore d’impedenza. Quante ore e quante
notti insonni trascorse davanti a quel ricevitore. Sambenedettoradio…..la
1855 kHz era sempre occupata per via del grande traffico che IQP
svolgeva con la
locale marineria e le
numerose navi in transito. Passavo ore ed ore ad ascoltare
traffico radio di ogni genere da e per le navi che si servivano di
questa potente stazione costiera senza perdermi l’ascolto degli avvisi
ai naviganti. Come impiegato di una agenzia marittima da tantissimi anni, nel tempo libero, il mio hobby di
radioamatore era complementare alla mia attività svolta in ufficio e
nell’ambito portuale pertanto il mio interesse era particolare.
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LA RADIOCOSTIERA
SAMBENEDETTESE - 1950 |
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Sambenedettoradio…
quante volte nel corso della giornata sono stato chiamato in agenzia o a
casa, di sera, dai vari operatori. Tutti i giorni ricevevo sempre qualche
richiesta, navi che dovevano necessariamente comunicare con me per
informarmi sulla loro ETA o per rettificarmi la stessa, per scambiarci
istruzioni o per aggiornarci su eventuali dirottamenti; ricevevo
chiamate dalle varie navi frigorifere in giro per il mondo a raccogliere
il pescato delle nostre navi oceaniche, quei giganteschi motopesca che
spessissimo effettuavano il trasbordo in pieno oceano, in balia delle
onde, senza rientrare in porto, il tempo necessario per imbarcare
900/1000 tonnellate di pescato e via…. rotta su San Benedetto del
Tronto. |
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1949 –
LA
RADIOCOSTIERA SAMBENEDETTESE |
OPERATA DA GIUSEPPE MOSCA OGGI
I6TIH |
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Con grande nostalgia
sento il dovere di sottolineare l’intensa attività delle navi cisterna
per le quali ho speso la maggior parte del mio tempo lavorativo, quelle
navi cisterna comandate da uomini particolari, uomini tutti d’un pezzo,
uomini con cui era inevitabile allacciare rapporti di vera amicizia,
persone con le quali ancora oggi scambio telefonicamente gli auguri in
occasione delle festività, uomini con cui ho sempre collaborato al
massimo, uomini, capaci di calarsi come in quel freddo Gennaio del 1986
in maniche di camicia giù, lungo la catena dell’ancora per
soccorrere l’equipaggio di una piccola imbarcazione (io stesso ero
presente). Fu quello uno spettacolo che mi si presentava in una
buia alba invernale, fredda e gelida sotto un cielo plumbeo con una pioggia sferzante, con un vento capace di far
arare le ancore di una M/c di 3000 tonnellate; qualcuno sorriderà, ma
chi conosce il nostro porto, con navi di quella stazza, erano al limite
in tutti i sensi: pescaggio, area di manovra, posti d’ormeggio ecc.
ecc.. Quella mattina mi è rimasta impressa nella mente come una scena
dantesca che non dimenticherò mai. Il comandante era il giovane Alberto
De Pirro di Porto Santo Stefano e la nave era la nuovissima e
bellissima M/c “Selene Ara” disgraziatamente naufragata nel 1985 due
miglia a largo di Gaeta.
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GROTTAMMARE
A.P. 2004 |
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PARTE DELL' AREA
DOVE SORGEVANO I PIU' GRANDI DEPOSITI COSTIERI DEL CENTRO ITALIA (
I.I.P. - ESSO) |
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Queste navi, provenienti
da quasi tutte le raffinerie italiane, hanno battuto per oltre trent’anni
la rotta di S.B.T. e questo, grazie ai depositi costieri della Shell,
divenuta poi IP ed in seguito IIP ed Esso, siti a Grottammare –
località confinante con SBT – . Di quei depositi oggi rimangono tre
giganteschi serbatoi dentro i quali, sembrerebbe, sorgeranno delle attività
commerciali. Si…., all’interno di questi enormi cilindri di acciaio
dello spessore di
20/25 mm, al momento rimasti abbandonati, testimoni di un glorioso
passato che hanno visto transitare al loro interno milioni e milioni di
tonn. di combustibile trasportato da migliaia di navi cisterna, quelle
navi che oggi rimangono solo nei ricordi di gente come me che ha vissuto
quell'intenso periodo in modo molto particolare, essendo legato un poco
per via di mio padre da sempre per mare un poco dall' amicizia con gran
parte degli equipaggi e loro comandanti, molti dei quali oggi,
sfortunatamente, non sono piu' tra noi. Si.... qualcuno ha intenzione di
usare questi grandi colossi o meglio, quel che ne rimane per costruirci
qualche attivita' commerciale o una grande discoteca con
tutti i pro ed i contro. Ora, su tutta la vastissima area e' sorto un
grande centro commerciale ed un modernissimo e frequentatissimo Istituto
Scolastico….. purtroppo, tutto ha un inizio ed una fine. Dopo questa breve
e doverosa premessa, spero rimanga più facile al lettore capire ed immaginare
che tipo e quantità di traffico avevamo
nel nostro piccolo porto per non parlare del grande traffico radio,
smaltito da Sambenedettoradio, sempre occupata, giorno e notte, con navi
cisterna, mercantili e pescherecci locali e non. Ricordo che a qualsiasi
ora del giorno e fino a notte inoltrata la 1855 Khz era sempre occupata
da qualcuno. |
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LA RADIOCOSTIERA SAMBENEDETTESE– 1949 ED I SUOI OPERATORI |
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DA SX: NEREO GROPAIZ – GIUSEPPE MOSCA I6TIH
– SERAFINO ROMANI |
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SI NOTI SULLA PARETE LA FOTO DI MARCONI E
LA SCRITTA "SILENZIO" NECESSARIA PER
EVITARE |
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CONFUSIONE AI
FREQUENTATORI CHE ANDAVANO AD AVERE
NOTIZIE |
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Il porto di San
Benedetto era anche la base della grande flotta peschereccia oceanica,
oltre quaranta navi da pesca che tra gli anni 1960 ed il 1990 scorrazzavano in lungo e in largo
nell’oceano Atlantico ed Indiano. Non tutti sanno pero', ed e' bene
ricordarlo, che nel 1936, due nostre navi oceaniche tentarono la grande
avventura della pesca al merluzzo nei gelido Mare del Nord, in
Groelandia, seguendo le rotte polari con due pescherecci storici:
il
M/p ORATA ed il M/p NASELLO . Queste grandi imprese
contribuirono pian piano a costruire la storia di San Benedetto
del Tronto e dei suoi marinai. Il 18 Ottobre del 1967, dopo aver battuto
le rotte Atlantiche ed attraversato il Mar dei Caraibi, altra
grande impresa del
M/p Oceanico Marchegiani Terzo di TSL 400 circa, al comando del
Capitano G. Battista Crescenzi detto " l'Unglese", oltrepassa il Canale
di Panama tentando la fortuna nell' Oceano
Pacifico. Piu' tardi, negli anni 70 i nostri capitani (ne conosco
tantissimi ma non li cito per non dimenticare nessuno di questi veri
uomini di mare) si spinsero oltre le Falkland con navi di appena 500/600 tonnellata
di stazza. Chi conosce bene il mare sa che queste imprese non sono cose
di poco conto. Mio padre ha fatto parte di questa grande generazione di
marinai che circumnavigavano l’Africa a bordo di piccoli
mercantili di appena 600 tonnellate. |
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IQP 1950 - Tecnici SIRM al
lavoro |
IQP 1949 - Inaugurazione |
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Clicca sull'immagine per
ingrandirla |
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Nel nostro porto
arrivavano anche delle navi bitumiere che caricavano alla Mineralimpeks
di Durazzo e numerose navi della Losiniska Plovidba di Dubrovnik con
i loro carichi di tronchi di faggio; queste arrivavano così cariche, ma
così cariche, da sembrare dei sommergibili. Stazzavano circa 1500
tonnellate e trasportavano quasi sempre un carico così eccessivo che
della nave si vedeva soltanto la plancia di comando, la coperta a filo d’acqua e parte della prora. Una cosa
impressionante, ogni volta…..non mancavano le animate discussioni, arronzate e verbali
della Capitaneria di Porto, ma la cosa importava poco a quei comandanti
dell’allora Yugoslavia, per loro contava aver portato a destinazione
il carico. Ne cito uno in particolare che voglio qui ricordare per la
sua affabilita', il com.te Mate Pavicic e la sua nave " LOZNATI".
Un ricordo particolare va alla nave PALAGRUZ, ex veliero completamente
in acciao trasformato per l'occasione in nave da carico..... uno
stupendo veliero convertito o meglio mutilato orrendamente da armatori
"macellai" assetati......................era l'anno 1976 ed ancora
tantissime "carrette incerottate" solcavano l'Adriatico.
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1958 – IQP - SAN BENEDETTO PT RADIO |
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DA SX I
TECNICI / OPERATORI GIUSEPPE
MOSCA I6TIH ED IMPERO
BOELLIS ALLE PRESE CON |
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UN NUOVO APPARATO RADIO ARRIVATO DA
POCO......UN HALLICRAFTER! |
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Avrei tantissimi episodi
da raccontare, purtroppo non sono un gran narratore, episodi belli e
brutti, qualcuno di essi, ancora oggi, destano in me molta tristezza
come quello accaduto ad un “membro” dell’equipaggio della
M/c “Santo Stefano” che dopo aver
scaricato e fatto zavorra, lasciò il porto di S. Benedetto in fretta e
furia a causa di una perturbazione in arrivo che l’avrebbe costretta in
porto per alcuni giorni. Risultato…..
disormeggiò, manovrò per l’uscita e mise la prora per Taranto, purtroppo
in tanta fretta dimenticarono il cane a terra. Non ricordo più come si
chiamasse la bestiola, ma si accorse del fatto la mattina seguente il
nostro pilota, il grande Luigi Marzullo, (che nulla ha a che vedere con
il Marzullo della RAI hi!), quando mi telefonò facendomi presente
l’accaduto mi precipitai in banchina e constatai il fatto di persona .
Sapevo benissimo che fine avrebbe fatto quella povera bestia e dopo aver
riflettuto sul da farsi, tornai in ufficio per fare qualche
telefonata; contattai i direttori dei depositi costieri, persone
con cui avevo ottimi rapporti, avvisai il nostromo del porto, il sempre
disponibile Capo Vinicio Antoccia e
spiegando quello che era accaduto, feci qualche raccomandazione qua e là
in banchina agli scaricatori affinché il cane non venisse né maltrattato
né disturbato. |
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IQP -
SAN BENEDETTO RADIO – 1950 |
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La bestiola, di taglia
media, aveva un manto tigrato, rimase in banchina per diciassette
giorni in attesa della nave. Durante questo periodo di sosta forzata, mi
alternavo con il pilota e l’ormeggiatore, il bravo Pino Lo Guasto, per
portare da mangiare al povero cane. Per qualche giorno l’animale non
toccò cibo, remissivo e impaurito, nei suoi occhi traspariva
tristezza e dolore, restava immobile come in attesa del colpo
finale. Il povero cane non sapeva cosa fare, appariva disorientato
e non sapeva quale destino l’aspettasse dopo aver perso la sua nave; accucciato in banchina
non voleva sapere né di muoversi né di mangiare. Per qualche giorno
tememmo il peggio, poi per fortuna iniziò a toccare cibo, ma non si
mosse dalla banchina. E’ facile immaginare la reazione del Comandante
quando lo avvertii via radio dell’accaduto, per fortuna però tutto si
concluse nel migliore dei modi. Il comandante, il caro Vittorio
Bertolino capì con che razza di “bestia” aveva a che fare, il cane lo
aveva atteso sul ciglio della banchina, senza muoversi, per tutti quei
giorni….”credo sia una grande prova di fedeltà….” mi confesso’. Il
Comandante Bertolino mi promise che da quel giorno, prima del
disormeggio, si sarebbe assicurato della presenza del cane a bordo.
Questa parentesi,
serve solo per far capire come operavamo in un piccolo porto e come
Sambenedettoradio era per noi di “casa”. Nella mia stazione radio avevo
(ed ho tutt’ora) tre RX, uno sintonizzato sulla mitica 500 khz,
uno 2182 khz e uno su
1855 khz S.B.T.radio. Tra un QSO in CW e l'altro, ero sempre
pronto ad intercettare le chiamate radiotelefoniche a me dirette
facendomi cosi' trovare subito al telefono in modo da ricevere gli
aggiornamenti sull’ETA o per passare le disposizioni relative all'ordine
di discarica delle navi ormeggiate in rada, i “cancelli” da rispettare, il successivo
porto di destinazione/carico, ecc. ecc. ( la mia modesta “stazione”
situata nel sottotetto, negli anni 70 era sprovvista di telefono,
pertanto dovevo obbligatoriamente “sciropparmi” tre piani di scale per
raggiungere il mio appartamento). Spesso, previo accordi con i
comandanti delle navi, evitavamo il contatto radiotelefonico serale
perché tutte le sere ad un’ora prestabilita, se ricordo bene alle 23:00,
su 2286 kHz c’era uno scambio di informazioni tra le motonavi delle varie
società armatrici : posizioni, condizioni del tempo e del mare, durante
quei QRX, i comandanti delle motocisterne, sapendo che il sottoscritto
era in ascolto, mi comunicavano/rettificavano l’ETA e se l’urgenza
lo richiedeva, avanzavano richieste, come per esempio il rinnovo
dei certificati-nave o per le provviste di bordo. Questa dovuta
introduzione e' la mia semplice testimonianza vissuta in prima persona, pertanto intensa di
avvenimenti accaduti nell’arco di trentatre anni di agenzia marittima
nella quale sono ancora operativo.
Ps:
su 2286 khz ore
0700-0900-1100-1600-1900-2300 normalmente avveniva lo scambio di
informazioni generali varie, condizioni meteomarine, posizioni delle
navi, etd, ets, eta ecc. ecc. |
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LA
RADIOCOSTIERA SAMBENEDETTESE |
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SAMBENEDETTORADIO - IQP |
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Si era concluso da poco il secondo
conflitto mondiale e la marineria sambenedettese cercava di
risollevarsi da quel disastroso periodo che aveva portato solo
lutti e fame. Molti pescherecci sambenedettesi requisiti dalla
Regia Marina ed adibiti allo sminamento della costa
marchigiana furono restituiti ai loro armatori che si
prodigarono per riarmarli e rimandarli in tutta fretta alla
pesca con quel poco di equipaggiamento sottratto
ai bombardamenti che avevano devastato la citta' ed in
particolar modo l'intera area portuale.
Molte di queste imbarcazioni e relativi
equipaggi non fecero piu' ritorno, trovarono la tomba in fondo
al mare a causa delle numerose mine disseminate in Adriatico.
Mio padre avendo fatto opera di sminamento, mi raccontava
spesso queste tristi storie, di donne angosciate che in attesa
dei loro cari si radunavano nei pressi del fanale verde,
le disgrazie accadute, i pianti, i lutti, le famiglie
distrutte................ma questa e' un' altra
storia.
Ricordo benissimo
che fino al 1970/1975 era cosa assai comune ritrovarsi nella rete da
pesca una mina.
Rammento chiaramente un giorno di luglio del 1973 quando trovandomi
in porto vidi rientrare il M/p SANDPIPER (oggi M/p IRIS) dell'armatore Tommaso Palestini & Dante Biagini al comando del Cpt Tommaso Palestini, su cui era imbarcato
anche un mio
zio, Mario Silvestri detto "Besselette", con due grosse mine legate a poppa,
lascio immaginare quello che successe ad l'ormeggio avvenuto
dopo aver contattato la Capitaneria di Porto............ Non mi soffermo a
lungo perche' ne avrei di cose da raccontare ma, questa breve
parentesi serve solo per mettere a fuoco il problema
sottolineando le condizioni operative dei marinai
nell'immediato dopoguerra, ricordando ancora che molti
furono i pescherecci scomparsi nel
nulla senza neppure aver avuto l'opportunita' di lanciare un
SOS......
Il ripetersi delle disgrazie in mare
tocco' l'animo e la mente di un uomo che giorno dopo giorno,
aiutato da qualche volenteroso, manifesto' l'idea di munire le
imbarcazioni di un ricetrasmettitore dando la possibilita' ai
comandanti di contattare una stazione radio impiantata a
terra per eventuali richieste di soccorso. Facile a dirsi ma
molto difficile a farsi considerati i mezzi e le
apparecchiature a disposizione in quel
tempo (stiamo parlando dell'immediato dopoguerra, periodo in cui
la vita era difficile per tutti e sicuramente, purtroppo,
parlare di radio o stazioni radio per garantire la sicurezza
in mare non era un problema di prima necessita', anzi,
c'erano cose piu' serie a cui pensare). |
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LO
STABILE DOVE NACQUE NEL 1945 |
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LA RADIOCOSTIERA
SAMBENEDETTESE |
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Cosi' fu concepita inizialmente l'idea,
l'embrione di una radiocostiera al servizio della
marineria sambenedettese e non
incomincio' a crescere e svilupparsi
nella mente di un uomo. Dopo tanto lavoro di pochi, vari tentativi,
prove in mare ed a terra con apparati di recupero, fallimenti
seguiti da successi coronati da entusiasmo, apprezzamenti e consensi
di tutta la cittadinanza, nacque ufficiosamente
ed in via sperimentale nella
primavera del 1945
la RADIOCOSTIERA
SAMBENEDETTESE per opera del Sig.
Umberto Marcucci, ideatore e fondatore (scomparso nel 1995), fratello di quel famoso
Marcucci di Milano molto conosciuto nel campo
radioamatoriale, originario della vicina Ascoli Piceno ma
appartenente idealmente a questo laborioso popolo di marinai. Venne cosi' richiesta alle autorita' la licenza per impiantare una stazione radio
che inizialmente, causa problemi di carattere
politico, venne rilasciata e registrata a nome del Sig. Lelio
Speranza, nipote
del Sig. Marcucci, sambenedettese d'adozione ma originario
della vicinissima Massignano. I primi collegamenti radio in
fonia vennero effettuati in quell'anno da Umberto Marcucci
con apparati surplus tipo
TRC 40
fatti
arrivare da Milano ma provenienti da uno dei piu' grandi
depositi di materiale surplus di Livorno da cui attingevano la
maggior parte dei radiotecnici di allora.
Tra mille difficolta' venne individuato il luogo per l'istallazione delle apparecchiature. Era una piccola
casetta in mattoni di pochi
metri quadrati,
ex magazzino adibito a deposito di canapa dai locali funai,
dotata di un solo vano
e
sopravvissuta miracolosamente ai bombardamenti del vicinissimo porto. Sorgeva a Nord Ovest del vecchio campo sportivo “F.lli Ballarin”, in via Morosini, a cento metri dal mare
(costruzione ancora oggi esistente e trasformata in negozio). Li
furono sistemate le prime apparecchiature reperite da Umberto Marcucci ed erette alcune strutture per il sostegno delle
lunghe filari. Trascorse qualche anno, il tempo
necessario per sperimentare, sistemare e rendere operativa la stazione radio
che venne
inaugurata ufficialmente nel Giugno del 1949
garantendo un servizio radio in fonia tra San Benedetto del Tronto,
le navi in transito ed i locali pescherecci.
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San Benedetto del Tronto -
Via Morosini - Giugno 1949 |
Inaugurazione di IQP -
SANBENEDETTODELTRONTORADIO alla presenza di Autorita'
Civili e Militari |
Sono riconoscibili nella
foto:
2-Pignati Berardino (Velardi'),
7-Gino Mascaretti,
14-Giuseppe Mascaretti, |
11-il
direttore della radiocostiera RT Eliseo Bianco,
9-Pietro Rosetti (Cra' Cra'),
16-Michele Caselli (Peco'),
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4-Silvio Rosetti (Sciascio'),
10-Marchegiani Nicola,
13-Pitacco
(del consorzio di Trieste e
15-Giuseppe Olivieri (Gnerfi'). |
Va
ricordato e sottolineato che e' stata
la prima stazione radio costiera italiana sorta nel dopoguerra nel
settore della pesca marittima. Seguiranno a ruota a distanza di
tempo, prendendo come esempio la Radiocosciera Sambenedettese, la sua organizzazione, i consigli
e l'enorme esperienza accumulata con grandi sacrifici economici dei responsabili, pareri e suggerimenti dei tecnici ed operatori dopo aver constatato
e dimostrato l'indiscussa utilita' ed il grande servizio offerto, servizio su cui potevano
contare armatori e comandanti che dopo il periodo bellico
ricominciarono ad affollare le vecchie rotte Adriatiche e
Mediterranee: Bari, Pescara, Mazara del Vallo, Porto Torres, Molfetta, Fano, Grado, Giulianova,
etc. etc.
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Il
direttore della radiocostiera RT Eliseo Bianco |
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Marzo 2012 - IQP -
SANBENEDETTODELTRONTORADIO oggi. |
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La RADIOCOSTIERA SAMBENEDETTESE era gestita dalla SIRM - Societa'
Italiana Radio Marittima e la direzione fu affidata al Rag. Eliseo
Bianco, abile telegrafista, ex capo RT della Regia Marina Italiana, uomo di
grandi capacita’ tecniche, pioniere nel settore delle
radiocomunicazioni marittime, divenuto
in seguito armatore del M/p oceanico " LARUS".
Questa stazione radio, voluta
a tutti i costi dai locali armatori ma soprattutto dalla grande
marineria Sambenedettese che in quegli
anni, in continua espansione,
godeva di un irripetibile periodo di grande benessere
seguito da necessita' ed esigenze che richiedevano risposte,
soluzioni pratiche immediate e fattibili. |
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1950 -
LA RADIOCOSTIERA
SAMBENEDETTESE |
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ED IL SUO DIRETTORE L'EX
R.T. DI MARINA Rag. ELISEO
BIANCO |
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La
radiocostiera, come veniva chiamata da tutti,
era operativa 24 ore su 24 e sopperiva a diverse
finalita' garantendo ad intervalli stabiliti
la diffusione regolare dei
bollettini meteo, unico supporto alla navigazione e
garanzia per tutti i naviganti di quel tempo,
salvaguardia delle vite umane in mare, traffico commerciale e
traffico in generale di collegamento marittimo per tutte le navi in
transito nell'Adriatico e Mediterraneo. E' da ricordare che fino al
1952 la Radiocostiera Sambenedettese, gestita dalla SIRM (Societa'
Italiana Radio Marittima) era l'unica autorizzata a trasmettere e
ricevere i fonogrammi dalle navi in transito. Questa delicata ed
importante attivita' proseguira' fino all'avvento delle stazioni
costiere
istituite dal Ministero delle Poste e Telecomunicazioni,1965 circa,
ed allora la Radiocostiera Sambenedettese cambio' il suo nome in
SAN BENEDETTO DEL TRONTO PT RADIO comunemente chiamata da tutti
SAMBENEDETTORADIO.
Inizialmente
il
servizio radio veniva garantito da tre operatori che si
alternavano a turni di otto ore ma, considerato il sempre piu'
impegnativo lavoro da svolgere in stazione, le sempre
piu' frequenti richieste d' intervento tecnico, di
manutenzione ed istallazione a bordo, gli operatori divennero
quattro e successivamente cinque.
Riporto
qui i nomi degli operatori della RADIOCOSTIERA SAMBENEDETTESE
nella speranza di non dimenticare
nessuno:
ELISEO
BIANCO (direttore responsabile), FERNANDO BIANCO, NEREO GROPAIZ, ROMEO MERLINI
, SERAFINO ROMANI, GIUSEPPE MOSCA (I6TIH), NICOLA GUIDOTTI,
FAUSTO BOELLIS, VENANZIO PATRIZI, IMPERO BOELLIS e BRUNO
RIEDLING.
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Fausto
Boellis |
Giuseppe Mosca-I6TIH |
Nereo Gropaiz |
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Il
lavoro svolto da questi uomini era molto difficoltoso a causa
dell' attenzione necessaria dovuta all'ascolto della
radio, ascolto reso difficile in quanto i pescherecci erano
dotati di apparecchiature a sintonia continua, non quarzati
quindi non facili da sintonizzare, veri residuati bellici
recuperati e fatti funzionare alla meglio da quei pochi
tecnici capaci, ma, e' bene ricordare che gli apparati in
questione, a quei tempi, erano letteralmente "oro
colato" e non tutti gli armatori potevano acquistarne uno. A
rendere piu' ardua la ricezione era l'inesperienza del
capitano o del direttore di macchina chiamato
volgarmente "motorista" che erano gli unici
responsabili della stazione radio di
bordo.
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IL PALAZZO P.P.T.T. DOVE SI
TRASFERI' IQP - SAN BENEDETTO RADIO NEL 1965 AL SECONDO PIANO |
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Spesso alla radiocostiera di San Benedetto venivano
inoltrate richieste di soccorso da parte di navi che
operavano in Atlantico, nel Mar Rosso ed in Mediterraneo con
particolare riferimento alle zone dell'isola di Lampedusa
ove le richieste di assistenza medica dovute ad incidenti
vari ed in moltissimi casi a gravi e frequenti infezioni
tetaniche, richieste prontamente ricevute dalla
Radiocostiera Sambenedettese, ritrasmesse alla Radiocostiera
di Anzio che a sua volta contattava il CIRM (Centro
Internazionale Radio Medico) di Roma che automaticamente
subentrava con il proprio servizio che spesso si tramutava
in veri e propri soccorsi intervenendo sul posto con mezzi
dell'aeronautica. Tutto questo trambusto via etere veniva a
verificarsi solo perche' la piccola, spesso sconosciuta e
dimenticata Radiocostiera Sambenedettese, in quegli anni, grazie
alla posizione strategica ed alle efficenti filari,
era l'unica a ricevere le comunicazioni dall'isola di
Lampedusa (gli operatori dell'epoca raccontano che era
normale comunicare con navi e pescherecci in transito nei
pressi di Gibilterra ed oltre). Intere notti passate in cuffia davanti agli
apparati in compagnia di una sigaretta, della notte blu
scura e profonda e da quel sottofondo incessante, familiare
suono dovuto al frangersi delle onde che in qualche caso,
nel corso di interminabili tempeste, nelle fredde e lunghe
notti invernali, lambivano la stazione radio. Lavoro laborioso ed impegnativo reso possibile
grazie alla professionalita' e disponibilita' di tutti gli
operatori, alle collaudate apparecchiature
radio spesso rappezzate qua e la' da validi tecnici, dalle lunghe filari
in grado di ascoltare e trasmettere fin la' dove altri
non erano in grado di arrivare, come ricorda l'amico e
collega Giuseppe Mosca I6TIH.
Nei
periodi invernali era consuetudine fornire ai natanti
informazioni relative alla nebbia, notizie di vitale
importanza che consentivano di programmare in tutta fretta un
rientro in porto veloce e sicuro. Lo stesso I6TIH
Giuseppe Mosca conferma che, spesso, quando qualche banco di
nebbia si posava sulla cittadina e la sua permanenza
coincideva con il rientro della flottiglia, l'unico sistema
usato per avere la certezza di trovarsi davanti o nelle
vicinanze del porto era quello dato dai fischi del treno in
transito nella locale stazione ferroviaria e confermato via
radio dalla Radiocostiera (l'entrata del porto di S. Benedetto
del T. e' perpendicolare alla stazione ferroviaria),
naturalmente il capitano doveva avere capacita' e fiuto e qui
mi ritornano in mente i racconti di mio padre quando mi
narrava che, prima della guerra, rientrando in porto a S.
Benedetto in caso di fitta nebbia prendevano come "punto di
riferimento" i forti effluvi emanati dalle foci dei fiumi Tronto
distante dal porto un paio di miglia in direzione Sud o dal
Tesino a circa un miglio a Nord. Certo,
pensando ad oggi qualcuno non potra' fare a meno di
sorridere ma questa e' vita realmente vissuta dai nostri
marinai che si sono misurarati con le dure leggi della natura
che non consentiva errori ed ancor oggi raccontata dagli anziani del porto con i
dovuti particolari, vere ed uniche memorie
storiche a cui presto la massima attenzione e rispetto.
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1968
- IQP - SAN BENEDETTO
PT RADIO |
L'OPERATORE
Sig. PIETRO PAPETTI ALLE PRESE CON LA LISTA TFC |
Presso i locali della Radiocostiera c'era sempre un gran
fermento, un via vai di armatori, pescatori, familiari dei
marittimi
che giornalmente e puntualmente vi si recavano per avere notizie, conoscere
l'andamento della pesca, le condizioni dell'equipaggio,
eventuali pericoli corsi e naturalmente per concordare il
rientro in porto per poter programmare la vendita del
pescato. Non passo' molto tempo che, qualche anno dopo,
sempre via radio, gli operatori di Sambenedettoradio furono anche testimoni
diretti delle prime catture, veri e propri sequestri di motopescherecci Italiani da
parte delle motovedette slave alla caccia dei nostri natanti
che, molto spesso sconfinavano; di rocambolesche fughe notturne dalle
acque territoriali Yugoslave da parte di audaci
comandanti inseguiti
dalle motovedette di Tito, di fucilate, mitragliamenti e
cannonate con feriti gravi, qualche volta ci scappava anche il
morto. Queste
situazioni si verificavano in quanto, a causa della grande
pescosita' delle aree marine confinanti con le acque
territoriali slave, spesso qualcuno sconfinava (?) e
puntualmente si ritrovava alle "calcagna" la vigilanza
costiera slava che non poteva intervenire in caso di cattivo
tempo o durante le tempeste invernali ed
allora............armatori consapevoli e comandanti
coscienti azzardavano la' dove la maggior parte non osavano.
Tutto questo per poter lavorare e portare
a casa la "pagnotta", tenendo bene presente che,
il mare, in quel tempo, era l'unica fonte di sostentamento
per la stragrande maggioranza dei sambenedettesi compresa la
mia famiglia. Grazie al progresso
tecnico/scientifico di quegli anni, erano in tanti a
possedere in casa un apparecchio radio sintonizzato sulla
1855 khz A.M.,
frequenza di lavoro della Radiocostiera e sovente
capitava ai diretti interessati di seguire in prima persona
le vicende dei marittimi. Era cosa comune camminare per le
vie del centro cittadino ed ascoltare a volume
sostenuto le notizie che si scambiavano tra loro i
capitani dei pescherecci o i colloqui con gli armatori per
concordare il rientro in porto. I6TIH - Giuseppe Mosca che
ha vissuto quel periodo, racconta che gli armatori,
consapevoli di essere intercettati in ogni momento dai loro
colleghi, rivali, nonche' concorrenti commerciali, inventarono un cifrato
per scambiarsi le notizie, naturalmente ogni
motopeschereccio aveva il suo codice segreto evitando cosi'
di far conoscere tipo, quantitativo del pescato e
rientro in porto e tutto cio' solo per esigenze di
mercato nella speranza di essere tra i primi all'asta ittica e
conseguentemente avere la possibilita' di un maggiore
incasso. |
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IQP - SAN BENEDETTO
RADIO – 1968 |
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Tutto
questo era naturalmente possibile
grazie alla disponibilita' degli operatori della
Radiocostiera Sambenedettese che svolgevano un efficace ed
indispensabile servizio. Per queste qualita' alla Radiocostiera facevano capo tutti gli armatori della flottiglia Sambenedettese e delle
localita'
vicine,
particolarmente le societa' armatrici dei primi
motopescherecci atlantici che oltrepassarono Gibilterra
tentando la grande fortuna sfidando l' Atlantico seguiti dalle
grandi navi oceaniche degli anni
70 che venivano quasi monitorate
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via radio dalla partenza fino al raggiungimento delle zona
di pesca dalla quale
i comandanti fornivano giornalmente le coordinate nave avanzando richieste di ogni genere per le
necessità di bordo: la messaggistica più
importante era la trasmissione delle distinte del
pescato agli armatori.
Spesso questa modesta stazione radio, nelle ore notturne, era in grado di coprire
distanze impensabili; comunicare con navi Sambenedettesi in pieno Oceano Atlantico
usando l' AM (ampiezza di modulazione), era per quei
tempi cosa non da poco. |
Premio GUIDO GUIDA |
12
Ottobre 1973 |
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Arrivo'
il
1965 e lo Stato Italiano smise di
finanziare la S.I.R.M.. Molte stazioni
costiere vennero chiuse. Furono lasciate aperte solo
quelle di una certa importanza, per
intenderci le stazioni radio dei
principali porti della penisola come San Benedetto del Tronto,
allora conosciuto da tutti come il primo porto italiano per la
grande presenza di unità da pesca atlantiche, seguita da Mazara del Vallo e Porto Torres. Questa
saggia decisione contribuì a rinforzare l’assistenza completa
alla navigazione fornendo più appoggio e sicurezza a coloro
che andavano per mare. Nello stesso anno Sambenedettoradio venne assorbita dal
Ministero delle Poste e delle Telecomunicazioni
ed inizio' a chiamarsi SAN BENEDETTO PT RADIO. Fu cosi' che
la piccola e romantica stazione
radio, posta in prossimità del porto quasi in riva al
mare, fu trasferita al secondo piano del nuovo stabile
delle PP.TT., un palazzone sito in
via Curzi 26 a S. Benedetto del
Tronto, in pieno centro cittadino. |
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1949 – GIUSEPPE MOSCA - I6TIH - A BORDO DI UNA |
NAVE
INTENTO A COLLAUDARE UN APPARECCHIO RADIO |
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Qui
furono sistemate le apparecchiature riceventi e
trasmittenti. Ricordo l'enorme traliccio che svettava
sulla sommità dello stabile con
le sue lunghe filari poste in ogni quadrante.
Riporto
per quello che mi e' possibile i nomi degli operaori che hanno
prestato servizio a SAMBENEDETTO PT RADIO sperando
sempre di non dimenticare
nessuno:
ANTONIO CARMINUCCI
i6YB-(DIRETTORE), MOSCA GIUSEPPE i6TIH, PIETRO PAPETTI, FERNANDO BIANCO, BOELLIS
IMPERO,
SPINA, GROPAIZ NEREO, ROMANI SERAFINO, VAGNONI, VARAGNOLO, PATRIZI PIER
VENANZIO, GUIDOTTI NICOLA ed altri di cui il collega I6TIH Giuseppe Mosca
non ricorda piu' i nomi.
Nello stabile di
via Curzi Sambenedettoradio vi rimase
per oltre ventanni. Essendo io un radioamatore telegrafista, spesso, passando
in quella via, non potevo fare a meno di lanciare uno sguardo
alle antenne ed alle vetrate della Stazione Radio,
specialmente di notte quando l'unica luce a trapelare in
tutto lo stabile era quello della sala radio. Di frequente, tornando
a casa all'imbrunire, incrociavo lo sguardo di qualche
operatore affacciato alla finestra
con in mano una sigaretta accesa forse in attesa del turno,
forse in uno dei pochi momenti di riposo. Vorrei poter
raccontare
con dovizia di particolari gli ultimi anni di IQP,
i suoi ultimi operatori nonchè le attrezzature
in dotazione ma al momento non mi e'
possibile.
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Antenne ed apparati
HF di IQP |
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RTX 9000 C info
transceiver |
(Clicca
sull'immagine per ingrandirla) |
LPA 9600 info
amplifier |
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Oggi IQP - San
Benedetto Radio - e' gestita a distanza da IAR - Roma Radio - che
controlla le seguenti stazioni costiere:
IAR
Roma Radio |
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IQX
Trieste Radio
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2624 kHz
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ICB
Genova Radio |
2672 kHz
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IPD
Civitavecchia Radio |
1888 kHz
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IPL
Livorno Radio |
2591 kHz
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IDC
Cagliari Radio
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2680 kHz
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IPA
Ancona Radio
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2656 kHz
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IQP
San
Benedetto del Tronto Radio
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1855 kHz
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IZN
Porto Torres Radio |
2719 kHz
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Mentre IPP -
Palermo Radio
controlla le rimanenti
stazioni costiere: |
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IQQ
Mazara del Vallo Radio
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2600 kHz
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IQH
Napoli Radio |
2632 kHz
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IDF
Messina Radio |
2789 kHz
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IPB
Bari Radio |
2759 kHz
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IQN
Lampedusa Radio
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1876 kHz
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IPC
Crotone Radio
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2663 kHz
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IQA
Augusta Radio
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2628 kHz
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IPP
Palermo Radio |
1852 kHz
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LOCALITA' MONTESECCO E LE ANTENNE DI IQP
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SAN BENEDETTO DEL TRONTO PT
RADIO |
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Per tutte le informazioni e le foto relative alla nascita
della Radio Costiera Sambenedettese si ringrazia gli ex operatori di SAMBENEDETTORADIO - IQP, Giuseppe Mosca I6TIH, Antonio
Carminucci i6YB in seguito divenuto i6CJL e Lelio Speranza nipote di quel Marcucci
di Milano noto in ambito radioamatoriale, tutti al di sopra
degli anni ottanta, tutti disponibili e particolarmente attenti alla
mia ricerca sulle origini di questa piccola ma grande stazione radiocostiera
che ha occupato sulla terra, sul mare e nel tempo, un posto di
tutto rispetto. |
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I6HWD-Domenico Caselli |
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per ricordare un grande passato e con esso un gruppo di uomini che
con pochi mezzi hanno fatto questa grande storia. |
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di
Domenico Caselli "Marescia' " |
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(of Guerrino de
Peco', Fadanne and Luci', Lambrezze, La Carlane family) |
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