sesta-feira, 1 de agosto de 2002
venerdì 1 agosto 2002 |
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Siamo così giunti agli inizi del mese di agosto ed avrei pensato di lasciare un po’ la penna ad alcune ospiti di passaggio da queste parti per qualche impressione. Il mese di luglio è occupato dalla festa della “padroeira Senhora Santana”, momento bello e molto partecipato. Insieme alle quattro amiche della montagna abbiamo due ragazze reggiane, (del gruppo organizzato dal Centro Missionario diocesano e guidato da don Eugenio) le quali si fermeranno qui con noi fino al 6 agosto. La penna (o meglio il mouse) alle ospiti. Cari amici, questa “letterina” mensile è in una versione diversa perchè scritta a più mani da noi quattro visitatrici in Bahia. Come già avevamo detto nella precedente lettera (non pervenuta al sito per problemi ignoti) siamo qui dall’11 luglio e come ripete in ogni occasione don Marco, stiamo cercando di capire dove siamo arrivate... La realtà è molto complessa e i problemi di ogni genere, tanto che non azzarderemo nessun tentativo di sintesi comprensiva; sarebbe abbastanza grave poter pensare di aver capito tutto in 20 giorni, non trovate? Quella che possiamo condividere è una piccola esperienza in una terra che x noi è totalmente sconosciuta. Immaginate di essere in viaggio con noi per la campagna: strade rosse piene di buche, paesaggio dominato da enormi mandacaru, acacie, qualche palma isolata e mucche al pascolo; ora tutto è abbastanza verde perchè l’inverno è stato finora discretamente piovoso. Da lontano cominciamo a vedere persone in “abito della festa” che camminano verso la chiesa. Dopo circa un’ora di macchina entriamo in un paese, l’energia elettrica è arrivata da poco o sta arrivando, le case sono povere ma gli intonaci variopinti l e rendono allegre. La cappella si distingue per la presenza di parecchie persone che stanno entrando: qualcuno lascia l’asino “parcheggiato” fuori, i più fortunati la bici o la moto. Scendendo dall’auto di don Marco notiamo gli sguardi apertamente curiosi. “Siete suore? Venite da Santa Caterina? ( si trova nel Sud del Brasile; nelle scarse conoscenze geografiche della gente del luogo, rappresenta il posto più lontano) Siete parenti di Padre Marcos?” Sono le domande classiche che ci rivolgono. Entriamo nella chiesetta già gremita. Il capo della comunità, solitamente una donna legge le intenzioni per cui viene celebrata la Messa e ci dà un caloroso benvenuto. L’assemblea applaude. Inizia la celebrazione con una serie di canti ritmati. Tutti battono le mani e si muovono a tempo (quasi come da noi...). Ora vi chiediamo lo sforzo d’immaginazione più grande: immedesimarvi nell’atmosfera. Il clima che si respira è estremamente familiare, anche per noi che capiamo la lingua a stento e che veniamo da un mondo così diverso. Tutti si sorridono e si scambiano gesti d’affetto e di riconciliazione. Abbracciano anche noi ed è dura anche x i più tosti mantenere la freddezza compita del nostro solito stare in chiesa. Abbracciano te che hai fatto tanta strada x arrivare lì e ci sei x amicizia col LORO Padre Marco e sei il benvenuto. L’amicizia sembra molto contagiosa, tanto che alla fine della Messa è una gara a invitare (per chi può offrirti un caffè, un dolce) il padre e le sue amiche che vengono da così lontano (addirittura da più lontano di Santa Caterina) e ti raccontano della loro famiglia e si stupiscono che tu abbia solo una sorella o un fratello... Poi si torna a casa (Ipira) ed è già il tramonto. In macchina riparliamo della stupenda accoglienza che ci è stata riservata; qui sembra molto più facile essere stranieri. La festa della patrona Senora Santana è stata preceduta dalla novena organizzata dai vari gruppi presenti in parrocchia (pastorale della criança, pastorale della saude, pastorale familiare, gruppo della catechesi, apostolato della preghiera, gruppo giovani, bairros, e da tutte le comunità della campagna). Il momento più toccante è stata la preghiera corale e partecipata di circa 4000 persone in processione per la città.
Ringraziamo don Marco per la pazienza e per averci dato questa splendida opportunità di conoscere e prendere un po’ parte a questa giovane chiesa. Cristina, Emanuela, Ersi, Marinella
Non voglio continuare con queste analisi, fin troppo scontate ed evidenti, ma invito chi abita dall’altra parte dell’equatore a riflettere un po’ su queste cose e ad aprire gli occhi. Anch’io ringrazio le quattro ragazze passate “casualmente” da queste parti e spero che la loro esperienza sia per loro stesse una grande ricchezza, un’esperienza piccola e semplice ma grande nella condivisione di una storia di altre persone incontrate. Um abraço a todos. Ipirá, 01 de agosto 2002 Pe. Marco |
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