sexta-feira Santa, 29 de março de 2002
venerdì Santo, 29 marzo 2002 |
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Que Jesus ressurja em nós e nos dê a sua Paz. |
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Pe. Marco Ferrari |
Páscoa 2002 |
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Non temete la frase l’ho trovata scritta... non ho imparato il portoghese così bene. Scrivo addirittura in anticipo, rispetto al primo del mese come promesso, per poter fare a tutti gli auguri di Buona Pasqua. Da queste parti ovviamente le tradizioni sono ben diverse e vi raccoonto ad esempio il Venerdì Santo che è tuttaltro giorno di digiuno, è grande festa per tutti e fanno limpossibile per comprare un po di pesce. Durante tutto il giorno migliaia di persone vanno a piedi verso il Monte Alto (appena sopra alla città), noi in mattinata con partenza alle 7, Via Crucis verso Monte Alto (foto). Lassù è interessante notare come tutti girino attorno alla Cappellina e mi spiegano che è un modo per chiedere perdono a Dio per i peccati commessi, insomma è una liturgia penitenziale (con assoluzione?). Poi alle ore 14 si inizia.... la statua di Nossa Senhora (portata dalle donne) partendo dalla Chiesa Matriz e Nosso Senhor dos Passos (portato dagli uomini) partendo da un qurtiere della città, si incontrano in un certo punto del paese e insieme vanno in Chiesa. Inizia così la Celebrazione del Venerdì Santo con il Vangelo drammatizzato dai giovani (molto bello) e alla fine della celebrazione, processione con il Cristo Morto per le strade della città, incredibile la partecipazione di massa. Poi in Chiesa di nuovo per il bacio al Cristo morto e anche qui senza fretta perchè tutti vanno... e non è finita perchè dopo il bacio il canto dellUfficio della Passione.... e sono le 19 passate (piu di 5 ore in Chiesa non mi era mai capitato) e la stanchezza si fa sentire, ma una bella giornata! Magari vi mando poi qualche foto. E il caso di dire che veramente in Brasile è tutto grande: nel bene ma anche negli aspetti negativi. Per il resto tutto procede bene, in aprile sarò da solo perchè don Vittorio viene in Italia e mi dovrò arrangiare... ma non mi lascio intimorire. Ad esempio ieri sera, Messa della Cena (Chiesa Matriz gremita) ho presieduto e questo è normale, ma ho fatto la predichina senza leggere niente... non so bene cosa posso aver detto e cosa può aver capito la gente! Ogni tanto mentre parlo mi diverto a chiedere se capiscono quello che sto dicendo e tutti ovviamnente, da furbi bahiani, fanno elogi ma non c’é da credere... sono veramente furbini. Io e don Vittorio ci diciamo a vicenda che siamo in osservazione per questo primo anno ma sapete... in questi giorni ho fatto venire una ruspa per fare un altro campo sportivo per i ragazzi (il terzo) perchè alla domenica ci sono 150 ragazzi e per giocare tutti è un problema... forse non è il modo migliore per “osservare” e conoscere la realtà, ma pazienza. Per il resto sempre in aprile ci sarà un po’ la sistemazione della nostra casa (garage e mobilio interno) e di una casetta lassù al centro pastorale che dovrebbe servire per ospitare amici italiani e non. Insomma avrò da divertirmi! Poi ci sono lavoretti di sistemazione di alcune cappelle nei bairros (quartieri) della città dove la condizione della gente non consente loro, per ora, di potersi dar da fare (come condizione economica e culturale), come invece fanno nelle comunità della campagna, indipendenti anche economicamente. In quasi tutte le cappelle pensano loro a celebrare il Triduo Pasquale con tanto di processioni e animazioni varie (almeno in molte) e avrei voluto capitare improvvisamente in una comunità per vedere cosa succede (sono un po’ curioso). Questa indipendenza per me è sempre una sorpresa (ne ho già parlato), ma vedendo la preparazione di molti leader di comunità (alcuni analfabeti) posso dire che vivono veramente una fede grande e semplice. Questa letterina, scritta in fretta al termine del Venerdì Santo (descritto sopra) è comunque per fare a tutti i migliori auguri di Pasqua. Una frase sopra scritta in portoghese dice che: “Questa misteriosa pace e allegria ci contagi e ci porti a condividere la vita per “una terra senza mali” (tema della campagna di fraternità - quaresima).
Um abraço a todos, Pe. Marco |
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