sesta-feira, 1 de março de 2002
venerdì 1 marzo 2002
Seconda impressione...
Dopo le prime impressioni ora una seconda impressione... per non esagerare! E’ passato più di un mese dall’arrivo in Bahia e cerco d’essere puntuale nello scrivere alcune righe agli amici. Spero di mantenere la promessa anche per i mesi che verranno, questa è la seconda letterina d’inizio mese. Don Piero è partito, rientrato in Italia ed io sono già al lavoro con don Vittorio. Finite le feste, si fa per dire, ora si “trabalha”, il Vescovo André ha voluto salutare don Piero il 10 febbraio e fare l’ingresso ufficiale di me e don Vittorio in un secondo momento, cosa già avvenuta domenica 24. In questi 40 giorni sto ancora cercando di capire come funzionano le cose da queste parti e non ci vuole fretta. L’impressione è che i bahiani siano veramente “furbi”, anni di sofferenze rendono le persone astute e scaltre... ti scrutano, guardano attentamente come ti muovi e ti dicono sempre che sei bravo e parli bene il portoghese (ma ovviamente non è vero).

Sulla realtà brasiliana non si può generalizzare, è molto complessa e diversificata. Ad esempio, per quanto riguarda la nostra realtà qui in Ipirà si vede subito quali enormi differenze ci siano tra la città e la campagna. La città (con 22000 abitanti) è la grande sfida, quantità di giovani nelle piazze e nelle scuole ma che è difficile incontrare e col tempo vedremo di puntare le nostre energie in questo settore che, fra l’altro, è per la nostra parrocchia e diocesi, una delle priorità nel piano pastorale. Poi insieme alla problematica della città aggiungiamo i “bairros”, i quartieri periferici della città con altri problemi, ad esempio qui si nota ancora di più il tenore basso di vita, situazioni incredibili a cui si aggiunge la delinquenza, violenza e droga per sopravvivere. Poi abbiamo 72 comunità sparse nelle campagne e la realtà è molto diversa, gente semplice ma con una forza incredibile, comunità indipendenti in tutto, con la loro cappella, leader abbastanza preparati che organizzano tutto, dal catechismo, al culto domenicale quando non c’é la Messa, ecc. Ad esempio ieri sono andato a celebrare la Messa in una piccola comunità a 38 km di strada tutta sterrata, una delle più lontane, più di un’ora di macchina solo andata e quando arrivi in questo posto sperduto ti chiedi come facciano a vivere così lontano e in situazioni così disagiate. Trovi la cappella in mezzo ad un campo e non sai da che parte venga la gente eppure la piccola chiesetta si riempie e ti accolgono volentieri, teniamo presente che si riesce a passare nelle comunità più piccole non più di una volta ogni 3 mesi. Questo solo per dire che mi trovo di fronte situazioni molto diverse. Il nostro lavoro è fatto in stretta collaborazione con le 4 suore, anzi, a livello pastorale per fortuna ci sono loro per gestire incontri, formazione e sempre una di loro viene con noi nelle comunità.

Domani (sabato 2 marzo) iniziano le attività: catechesi, calcio per i bambini e ragazzi, le attività del coro, corso di ricamo, ecc. come in tutte le normali parrocchie di questo mondo e inizierò a girare da un gruppo all’altro per conoscere un po’ la realtà.

Proveremo a sistemare un po’ la canonica, devo dire che in questo don Piero è stato bravo perché in 14 anni non ha speso molto per la casa, ora ad una piccola sistematina bisogna per forza provvedere. Penso che oltre a questo uno dei primi lavoretti sarà quello di sistemare l’area aperta del nostro Centro Parrocchiale, la zona dei campi per i ragazzi per poter offrire un luogo di incontro che li distolga dalla città e da altre cose, ma vi saprò dire col tempo, con calma e se avrò bisogno busserò! Poi se volete indicazioni più precise sul lavoro qui, potete sempre chiamare don Piero che si trova da quelle parti. Io sto bene, grazie per la premura di molti di voi nel chiedere informazioni via e-mail e via telefono. Per questo mese non aggiungerei altro, come si può vedere la lettera è già più corta dello scorso mese, fra qualche anno basterà una riga...

Um abraço a todos.


Ipirá, sesta-feira, 1/03/2002

Pe. Marco Ferrari


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