RAZZA E RELIGIONE
Siamo programmati geneticamente per essere religiosi e razzisti?

PREMESSA DEL TRADUTTORE
Il concetto di “razza” è molto diverso negli Americani rispetto a noi. In Italia ed in Europa in genere, “grazie” al nostro passato nazifascista, il solo sentire la parola “razza” riferita al genere umano ci fa accapponare la pelle. Negli USA, invece, il concetto di “razza” è qualcosa che si dà per assodato: in molti moduli da compilare esiste una casella riservata alla voce “razza”, e pare che esistano solo 5 razze: Caucasica, Afro-Americana, Nativa Americana, Ispanica, Orientale. La discussione tra “razzisti” e “non razzisti” non è tanto sul fatto che esistano o meno le razze, quanto sul fatto se esse debbano costituire oggetto di discriminazione. Si tenga presente questo fatto nel leggere l’articolo seguente.
Un altro appunto. In alcuni passaggi si fa riferimento a quelle popolazioni originarie dell’Africa caratterizzate da carnagione molto scura, capelli neri e crespi, labbra più grandi e - quasi sempre - naso più grande rispetto a quelli degli Europei indigeni. Dovendo riferirmi a queste persone senza usare perifrasi troppo lunghe, ho usato il termine che, nella lingua italiana, è sempre servito a questo scopo: negri. La sua sostituzione con perifrasi sempre più ridicole ed eufemistiche è stata, a mio avviso, un semplice scimmiottare il politically correct americano, dove però la progressiva sostituzione dei termini (nigger, negro, colored, black, African American) è stata dettata da un effettivo utilizzo ampiamente dispregiativo del termine stesso. In Italia il termine non ha mai avuto un simile significato dispregiativo quando, circa 10 anni or sono, si è cominciato a sostituirlo con “neri”: oggi, grazie agli scimmiottamenti acritici dall’una e dall’altra parte, lo ha assunto per molti. Per me no. Indica semplicemente alcune caratteristiche fisiche. E non mi farò fregare un comodo termine di riferimento da chi è acriticamente succube della cultura americana. Per me un negro non è un negro: è una persona che è negra. E basta. Si tenga presente anche questo quando si legge l’articolo.
In alcuni punti mi trovo a dissentire con l’autore. Ho inserito in questi punti delle note personali, che si ritrovano a fine pagina.

Buona lettura.

Luca Bergamasco


RAZZA E RELIGIONE
Siamo programmati geneticamente per essere religiosi e razzisti?


The Probing Mind
di Frank R. Zindler
Marzo 1980
Traduzione di Luca Bergamasco


Articolo originale


“Noi siamo soldati Cristiani bianchi attestati a difesa contro il crimine, il male e la corruzione ... Il nostro re e duce è Dio Onnipotente, e la nostra dottrina è la Sacra Bibbia. Dio è dalla nostra parte.”

Il capo del White Patriot Party (Partito Patriottico dei Bianchi)
Glenn Miller [Raleigh, North Carolina, USA, 1986]


La programmazione televisiva razzista è diventata una realtà in diverse città americane, da quando si sono diffusi nel Paese i canali via cavo a pubblico accesso(1). A Columbus, Ohio, dove io stesso produco “American Atheist TV–Forum” [lett. “Il forum televisivo degli Atei Americani”] destinato appunto alle reti via cavo, la comunità dell’accesso via cavo è stata di recente profondamente scossa dall’avvento del programma “Razza e Ragione”, un’incursione razzista nell’arena della libertà di parola. Benché molte altre città abbiano cercato di sopprimere il programma (ed alcune abbiano addirittura contemplato l’opportunità di chiudere tutte le reti via cavo per evitare di ascoltare della propaganda razzista), Columbus ha deciso che il sacrificio della libertà di parola era un prezzo troppo grande da pagare per l’esclusione della programmazione ripugnante. La città ha permesso che il programma andasse in onda nella mezz’ora immediatamente precedente il “Forum Ateo”.

Prima della trasmissione, però, i responsabili della TV via cavo si sono dati un gran da fare. Sono state interpellate diverse organizzazioni religiose e civiche affinché fornissero dei programmi di segno opposto, che fossero trasmessi nelle ore serali precedenti la trasmissione razzista. Anche “American Atheists” è stata avvicinata a questo scopo. (Per problemi logistici, però, non abbiamo potuto trasmettere il nostro programma fino alla settimana seguente.)

Com’era prevedibile, B’nai B’rith ha prodotto un toccante documentario sui mali del razzismo praticato al di fuori di Israele. I Cristiani Liberali hanno presentato delle discussioni sull’argomento, traboccanti di lingue agitate in aria e di pistolotti moraleggianti. Prevedibile anche che nessuno (dal primo “programma–antidoto” trasmesso subito dopo cena fino a quando l’avviso inedito “Le opinioni espresse in questo programma etc.” non è apparso sullo schermo subito prima del debutto di “Razza e Ragione” alle 22.30) abbia menzionato il fatto che il razzismo affonda le sue radici negli oscuri abissi della riflessologia religiosa. Per compensare questa mancanza, la puntata di “American Atheist TV Forum” della settimana successiva era intitolata “Razza e Religione”.

La trasmissione “Razza e Ragione”(2) deve essere stata piuttosto sconvolgente per gli spettatori cristiani liberali: non a causa della retorica piena di odio del programma (non ce n’era), ma perché il protagonista principale della presentazione era un ecclesiastico, il Pastore Robert Miles, della Mountain Church del Michigan. Il Reverendo miles ha esposto una variante della dottrina “Anglo–Israelita”, secondo la quale gli Ebrei odierni non sono veri Ebrei, ma Ashkenazim derivanti dalla conversione dei Khazari. Come esattamente Inglesi, Bulgari, Bosniaci e Scozzesi siano diventati i discendenti dei veri Ebrei, nel programma non se n’è fatta menzione. (Peraltro, molte persone con convinzioni simili credono che questi popoli discendano dalle “dieci tribù disperse di Israele”.) Il messaggio centrale del programma era che razzismo e religione sono pienamente compatibili. E, naturalmente, questo messaggio è in decisamente vero.

Le radici religiose del razzismo
Le radici del rapporto tra razzismo e religione risalgono ad epoche molto remote della nostra passata evoluzione. Il razzismo è semplicemente una forma particolare di xenofobia(3). Se la xenofobia implica la paura di persone che sono semplicemente “straniere”, a maggior ragione implicherà la paura di persone di altre razze, che (letteralmente) hanno la loro “stranierità” dipinta in faccia. Al giorno d’oggi, quando è disperatamente necessario che le persone di ogni genere imparino a vivere insieme sulla delicata astronave che permette la loro odissea attraverso lo spazio ed il tempo, la xenofobia è una caratteristica di cui si può benissimo fare a meno. Nel lontano passato, però, sembra che la xenofobia abbia avuto un’importante funzione evoluzionistica. Se le teorie dei sociobiologi sono corrette (e ci sono sempre più prove a loro favore), la xenofobia aiutò ad accelerare il corso dell’evoluzione quando i nostri antenati erano ancora ad un livello di evoluzione nel quale i gruppi sociali più ampi erano clan e tribù.

Per semplificare al massimo, la xenofobia ha aiutato a mantenere le caratteristiche genetiche di diversi piccoli gruppi abbastanza isolate le une dalle altre. Questo permise che ci fosse una “selezione di gruppo”. Invece di individui che sopravvivono o periscono nella lotta per l’esistenza, ci furono gruppi che sopravvissero o perirono. Questo probabilmente accelerò la velocità del cambiamento genetico nella specie nel suo insieme. Non è irragionevole supporre, quindi, che ci possa essere un fattore genetico che ci spinge verso il comportamento xenofobo(4). La funzione della xenofobia, basilarmente, è quella di incrementare la differenza tra in–group e out–group (“noi” e “loro”), e di intensificare la competizione, motivando l’eliminazione delle caratteristiche genetiche out–group.

Per avere successo nella lotta per la sopravvivenza del gruppo, però, è necessaria una definizione più che chiara dei limiti del gruppo. La coesione e la cooperazione interne del gruppo sono anche essenziali, ed è qui che la religione è entrata nel quadro dell’evoluzione umana. La religione, utilizzando le forze dell’ipnosi e della suggestione per mezzo delle litanie e delle danze ritmiche, era propio ciò di cui si aveva bisogno per fondere gli individui di una tribù in una specie di superorganismo, un’entità collettiva che poteva combinare l’unità di intenti e l’efficienza di un singolo individuo con la forza di una folla[a]. Le danze di guerra di alcune tribù Amerinde, che si protraggono per tutta la notte, ci suggeriscono quale fosse la funzione originale della religione ai livelli precivilizzati dell’evoluzione umana. Una volta che gli sciamani avevano portato i guerrieri in uno stato di trance, questi potevano essere spediti a combattere come una macchina da guerra priva di ansie: e si poteva contare sul fatto che questa macchina da guerra avrebbe fatto del suo meglio per spazzar via la competizione genetica[b]. Pertanto, c’è la possibilità che ci possa essere una distorsione genetica che favorisca la religiosità (vale a dire, la capacità di essere ipnotizzati, di subire un lavaggio del cervello, e di essere mandati a combattere per la sopravvivenza degli in–group), così come una distorsione che favorisca invece la xenofobia. Benché non sia affatto accertato che esistano dei geni che controllano la xenofobia e la religiosità, è abbastanza palese che religione e xenofobia sono state compagne da ben prima dell’apparizione dei primi documenti scritti.

È un dato di fatto che le caratteristiche razziali degli dèi e delle dée che la gente si è inventata (trascurando, ovviamente, gli dèi modellati sugli animali) sono quasi sempre coincidenti con quelle dei loro creatori. Gli dèi Africani sono neri, e spesso le caratteristiche che ne definiscono la razza sono esagerate. Le divinità degli Asiatici hanno un aspetto orientale. Non ci sorprende il fatto che gli dèi dei Caucasici siano descritti come dei bianchi: Gesù, Thor, Zeus, Mitra – nessuno di loro potrebbe essere scambiato per un abitante del Congo o di Rangoon. In accordo con il concetto secondo cui ogni religione riesce ad incrementare la coesione di un particolare gruppo di persone, non ci sorprende apprendere che quasi ogni religione considera il suo piccolo gruppo come “il popolo prescelto da Dio”.

Se è vero che la funzione originale della religione nel corso dell’evoluzione fu quella di aumentare il vantaggio selettivo degli in–group a spese degli out–group, dovremmo attenderci che le religioni che sono riuscite a sopravvivere da antichi tempi tribali fino ad oggi mostrino ancora delle tracce dei loro inizi razzisti, e che mostrino almeno un qualche livello di definizione di sé in termini di razza. Sfortunatamente, quasi tutte queste religioni si sono estinte molto tempo fa – almeno nel Vicino Oriente, dove sopravvive una quantità di testimonianze scritte sufficiente a permetterci una qualche comprensione della loro natura. Per quanto ne sappia, le uniche religioni moderne del Vicino Oriente che siano sopravvissute fin dagli antichi tempi tribali sono l’Ebraismo ed il Samaritanesimo.(5) Poiché il Samaritanesimo è quasi estinto (esistono oggi meno di 500 Samaritani – NdT) – e quindi non è un buon esempio, se si studiano le strategie religiose che danno ad un gruppo un vantaggio in termini di sopravvivenza! – ci rimane solo l’Ebraismo, che è quindi l’unica religione adatta a verificare sperimentalmente l’ipotesi che la religione promuove il razzismo e la xenofobia in generale, e che il razzismo e la xenofobia, per converso, sono sempre stati associati ad aumenti del tasso di sopravvivenza(6).

La dimensione razzista dell’Ebraismo
Ci colpisce il fatto che la definizione più comune di che cosa sia un Ebreo sia biologica, non teologica: un Ebreo è una persona nata da madre ebrea. Non è un grande salto “logico” passare da questa definizione genetica dell’ebraicità al concetto che gli Ebrei costituiscono una “razza” speciale. Hitler ed i suoi eugenisti da circo equestre non hanno inventato l’idea della “razza ebraica”: hanno accettato l’idea, con tanti ringraziamenti, dagli stessi Ebrei. Per quanto gli Ebrei siano riusciti a mantenere la “purezza” della loro “razza”, sono rusciti ad isolare e preservare il patrimonio genetico degli in–group.

Uno dei metodi con i quali la “purezza” del patrimonio genetico ebraico è stata conservata, è stata la forte proibizione, o comunque la disincentivazione, dei matrimoni misti con i Gentili. L’intero non capitolo del Libro di Esdra, in effetti, ha come scopo il mantenimento della purezza razziale degli Ebrei. Come esempio, basteranno alcuni versetti:(7)

«Il popolo d’Israele, i sacerdoti e i leviti non si sono separati dalle popolazioni locali, nonostante i loro abomini, cioè dai Cananei, Hittiti, Perizziti, Gebusei, Ammoniti, Moabiti, Egiziani, Amorrei, ma hanno preso in moglie le loro figlie per sé e per i loro figli: così hanno profanato la stirpe santa con le popolazioni locali...». [Esdra 9, 1–2]

Ma ora, che dire, Dio nostro, dopo questo? Poiché abbiamo abbandonato i tuoi comandi che tu avevi dato per mezzo dei tuoi servi, i profeti, dicendo: Il paese di cui voi andate a prendere il possesso è un paese immondo, per l’immondezza dei popoli indigeni, per le nefandezze di cui l’hanno colmato da un capo all’altro con le loro impurità. Per questo non dovete dare le vostre figlie ai loro figli, né prendere le loro figlie per i vostri figli; non dovrete mai contribuire alla loro prosperità e al loro benessere, così diventerete forti voi e potrete mangiare i beni del paese e lasciare un’eredità ai vostri figli per sempre. Dopo ciò che è venuto su di noi a causa delle nostre cattive azioni e per la nostra grande colpevolezza, benché tu, Dio nostro, ci abbia punito meno di quanto meritavano le nostre colpe e ci abbia concesso di formare questo gruppo di superstiti, potremmo forse noi tornare a violare i tuoi comandi e a imparentarci con questi popoli abominevoli? Non ti adireresti contro di noi fino a sterminarci, senza lasciare resto né superstite? [Esdra 9, 10–14; corsivo di FRZ]

Benché non sappiamo ancora quali particolari geni si trovino nei patrimoni così ben custoditi da Esdra e dalla tradizione ebraica, sembra ovvio che alcuni di essi siano stati molto utili, se guardiamo la questione dalla prospettiva di più di tre milleni di storia. Benché gli Ebrei ancora sopravvivano (anzi, addirittura prosperano), la maggioranza degli antichi popoli con cui essi lottarono sono oggi introvabili. I Madianiti, i Gebusei, i Perizziti, gli Evei – tutti senza discendenti, tutti scomparsi.

Sappiamo dalle Scritture ebraiche perché questi patrimoni genetici out–group non esistano più. Così come Hitler non dovette inventarsi l’idea della razza ebraica, non ebbe nemmeno la necessità di creare l’arte del genocidio: le Scritture ebraiche sotituiscono un buon manuale al riguardo[c]. Nel capitolo 31 del libro dei Numeri leggiamo che

Il Signore disse a Mosè: «Compi la vendetta degli Israeliti contro i Madianiti»... Così furono forniti, dalle migliaia d’Israele, mille uomini per tribù ... e con loro Pincas, figlio del sacerdote Eleazaro, il quale portava gli oggetti sacri e aveva in mano le trombe dell’acclamazione. Marciarono dunque contro Madian come il Signore aveva ordinato a Mosè, e uccisero tutti i maschi ... Gli Israeliti fecero prigioniere le donne di Madian e i loro fanciulli e depredarono tutto il loro bestiame, tutti i loro greggi e ogni loro bene; appiccarono il fuoco a tutte le città ...

Mosè, il sacerdote Eleazaro e tutti i principi della comunità uscirono loro incontro fuori dell’accampamento. Mosè si adirò contro i comandanti dell’esercito ... Mosè disse loro: «Avete lasciato in vita tutte le femmine? Proprio loro, per suggerimento di Balaam, hanno insegnato agli Israeliti l’infedeltà verso il Signore, nella faccenda di Peor, per cui venne il flagello nella comunità del Signore. Ora uccidete ogni maschio tra i fanciulli e uccidete ogni donna che si è unita con un uomo; ma tutte le fanciulle che non si sono unite con uomini, conservatele in vita per voi.(8)

Benché questo piacevole esercizietto non abbia completamente cancellato il patrimonio genetico madianita, ne ridusse enormemente le dimensioni. Allo stesso tempo, permise un’espansione del patrimonio genetico degli Israeliti. Una ricetta più dettagliata per l’eliminazione dei concorrenti genetici si può trovare nel capitolo 20 del Deuteronomio:
Quando ti avvicinerai a una città per attaccarla, le offrirai prima la pace. Se accetta la pace e ti apre le sue porte, tutto il popolo che vi si troverà ti sarà tributario e ti servirà. Ma se non vuol far pace con te e vorrà la guerra, allora l’assedierai. Quando il Signore tuo Dio l’avrà data nelle tue mani, ne colpirai a fil di spada tutti i maschi; ma le donne, i bambini, il bestiame e quanto sarà nella città, tutto il suo bottino, li prenderai come tua preda; mangerai il bottino dei tuoi nemici, che il Signore tuo Dio ti avrà dato. Così farai per tutte le città che sono molto lontane da te e che non sono città di queste nazioni. Soltanto nelle città di questi popoli che il Signore tuo Dio ti dà in eredità, non lascerai in vita alcun essere che respiri; ma li voterai allo sterminio: cioè gli Hittiti, gli Amorrei, i Cananei, i Perizziti, gli Evei e i Gebusei, come il Signore tuo Dio ti ha comandato di fare...
Ora, non è sempre possibile o pratico portare a compimento un genocidio, e spesso l’Ebraismo ha dovuto adattarsi a qualcosa di meno radicale. Finché la fondazione del moderno Stato di Israele non ha reso di nuovo possibile un quasi–genocidio[d], l’Ebraismo ha dovuto accontentarsi della pratica di un’intensa discriminazione verso i gojim (yiddish: i Gentili) unita ad un forte favoritismo per chiunque fosse nato da madre ebrea. Esempi lampanti di questa pratica si possono trovare sia nell’Antico Testamento che nella Mishnah(9). Nel Deuteronomio, per esempio, abbiamo un comandamento che discrimina chiaramente in non Ebrei:
Non mangerete alcuna bestia che sia morta di morte naturale; la darai al forestiero che risiede nelle tue città, perché la mangi, o la venderai a qualche straniero, perché tu sei un popolo consacrato al Signore tuo Dio.
Non farai cuocere un capretto nel latte di sua madre.(10) [Deuteronomio 14, 21]
Da un punto di vista sociobiologico, questo versetto rivelatore sembra implicare più dell’ordinaria discriminazione. Gli animali che muoiono di morte naturale sono probabilmente malati. In alcuni casi, queste malattie possono essere trasmesse agli esseri umani. La legge deuteronomica pertanto proteggeràà il patrimonio genetico ebraico e potrebbe aiutare a ridurre le dimensioni del patrimonio genetico gentile. Come minimo, serve per rendere disponibile del denaro gentile per l’avanzamento dei geni ebraici.

Una legge correlata in modo simile al patrimonio genetico si può trovare in quella parte della Mishnah nota come Abodah Zarah (Idolatria):

La figlia di un’Israelita non può assistere una donna gentile durante il parto, perché aiuterebbe a portare alla luce un figlio per l’idolatria, ma una donna gentile può assistere la figlia di un’Israelita. La figlia di un’Israelita non può tenere a balia il figlio di una donna gentile, ma una donna gentile può tenere a balia il figlio della diglia di un’Israelita a casa di quest’ultima(11).
Leggi con implicazioni genetiche meno evidenti si possono trovare in tutto l’Antico Testamento ed in tutta la Mishnah. Per esempio, in Deuteronomio 15, 1 ci viene ordinato:
Alla fine di ogni sette anni celebrerete l’anno di remissione ...ogni creditore che abbia diritto a una prestazione personale in pegno per un prestito fatto al suo prossimo, lascerà cadere il suo diritto: non lo esigerà dal suo prossimo, dal suo fratello, quando si sarà proclamato l’anno di remissione per il Signore.Potrai esigerlo dallo straniero; ma quanto al tuo diritto nei confronti di tuo fratello, lo lascerai cadere ... il Signore certo ti benedirà nel paese che il Signore tuo Dio ti dà in possesso ereditario ...
Questo particolare passo ha l’effetto di aumentare il potenziale di sopravvivenza del patrimonio genetico ebraico, rendendolo un pelo più tosto nella competizione genetica. Il suo messaggio è rinforzato da Baba Metzia 5, 6 nella Mishnah, che proibisce l’usura tra gli Ebrei, ma consente loro di praticare l’usura nei confronti dei Gentili. Per buona misura, l’ultima parte del versetto deuteronomico crea la finzione che un certo pezzo di geografia è eternamente riservato al sostentamento di quel patrimonio genetico. Questa finzione è ulteriormente rinforzata da Gittin 4, 9 nella Mishnah, che incoraggia gli Israeliti a non vendere terre ai Gentili.

Nella sezione della Mishnah chiamata Makshirin (‘Coloro che predispongono’) ci viene detto che “Se [un Israelita] trova una proprietà smarrita in una città, e la maggioranza degli abitanti sono Gentili, non deve denunciare il ritrovamento; se la maggioranza degli abitanti sono Israeliti, deve denunciarlo ...”(12). Ancora una volta, il risultato finale di questa politica è che sarà più frequente che la ricchezza dei gentili sia utilizzata per sostentare il patrimonio genetico ebraico, che non il viceversa.

Gran parte della Mishnah è altrettanto razzista di qualunque cosa abbia mai scritto Hitler. È lardellata del concetto che i Gentili sono “impuri” ed inferiori agli Ebrei. La Mishnah ci dice che se un Gentile entra in una casa, tutto ciò che è nella casa ciene reso impuri [Tohoroth 7, 6]. Afferma che gli animali uccisi dai Gentili sono da considerarsi carogne [Hullin 1, 1]. Dichiara che “Il monte del tempio è ancora più santo ... i bastioni sono ancora più santi, perché nessun Gentile e nessuno che sia stato reso impuro da un cadavere possono accedervi” [Kelim 1, 8]. Immaginate il casino che scoppierebbe se un Cristiano scrivesse che “la carne preparata da un macellaio negro è inadatta al consumo”, o che “il santuario della nostra chiesa è particolarmente santo, perché a nessun negro è permesso mettervi piede”. Per qualche motivo, il materiale altrettanto razzista della Mishnah non fa arruffare penne e non genera alcuna disapprovazione da parte dei rabbini.

Altri passaggi della Mishnah servono semplicemente a rinforzare la xenofobia ebraica, suggerendo che non ci si può fidare dei Gentili, e che si deve presumere che siano malvagi. Quindi, una parte di Abodah Zarah 2, 1 afferma che “Il bestiame non può essere lasciato nelle locande dei Gentili, perché essi sono sospettati di bestialità; né una donna può rimanere da sola con loro, perché essi sono sospettati di lascivia; né un uomo può rimanere da solo con loro, perché essi sono sospettati di spargere sangue”.

Il disprezzo degli Ebrei nei riguardi dei Gentili fu trasportato addirittura nel Nuovo Testamento cristiano. In Matteo 10, 5–8 si afferma che “Questi dodici Gesù li inviò dopo averli così istruiti: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. ... Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demòni...»” Le storie evangeliche originarie, quando fu necessario procurarsi il favore delle autorità Romane, furono tutte riviste in maniera da renderle piuttosto antisemite. Appare però da questo versetto (che in qualche modo è riuscito ad eludere i revisori) che i “benefici” della religione protocristiana ebraica erano in origine destinati ai soli Ebrei. Solo dopo il trionfo del partito di San Paolo sul partito Ebraico–Cristiano di Gerusalemme le benedizioni del Cristianesimo ormai pienamente cresciuto hanno potuto avere libero accesso ai Gentili.

Schiavitù e Religione
Non è necessario realizzare un genocidio per sostenere la causa del patrimonio genetico del quale uno fa parte. Anche la schiavitù è adatta all’uopo. Nella schiavitù, si utilizza un patrimonio genetico per l’avanzamento di un altro. L’allevamento degli schiavi può essere controllato, ed è possibile ottenere una condizione in cui i benefici per il patrimonio genetico in–group può essere massimizzato, mentre il patrimonio genetico out–group (in condizione di schiavitù) può essere mantenuto alla minima dimensione adatta allo scopo. Non ci dovrebbe quindi sorprendere apprendere che le Scritture ebraiche accettino la schiavitù se praticata dagli Ebrei.

Due dei Dieci Comandamenti presuppongono la schiavitù. Il Terzo Comandamento[e] proibisce agli Ebrei di far lavorare i loro schiavi o le loro schiave nel giorno di shabbath. Far lavorare gli schiavi in un particolare giorno è considerato più grave del possedere schiavi. Il Decimo Comandamento ci proibisce di desiderare lo schiavo o la schiava del nostro prossimo. Desiderare uno schiavo è peggio del possederne uno!(13)

La schiavitù è giustificata in modo più esplicito nel nono capitolo della Genesi, dove la schiavitù ereditaria (vale a dire, la schiavitù determinata su base genetica) è introdotta nell’esistenza sotto forma di maledizione: «Sia maledetto Canaan! Schiavo degli schiavi sarà per i suoi fratelli!... Benedetto il Signore, Dio di Sem, Canaan sia suo schiavo! Dio dilati Iafet e questi dimori nelle tende di Sem, Canaan sia suo schiavo!». Secondo gli autori di questo passaggio, ‘Canaan’ (14) era considerato l’antenato eponimo dei Cananei, i popoli che sarebbero stati rimpiazzati dagli Ebrei. La maledizione di Canaan giustificava così la riduzione in schiavitù dei Cananei. ‘Sem’ era l’eponimo il cui nome si può ritrovare nella parola “Semiti” – Ebrei, Arabi, Babilonesi e Siriani. ‘Iafet’ era l’eponimo dei Greci e degli altri Gentili a nord della sfera di interesse ebraica.

La dichiarazione dell’origine divina della superiorità del patrimonio genetico ebraico e della sua discendenza sulla concorrenza genetica raggiunge vette poetiche nei capitoli 49 e 61 del libro di Isaia:

Ci saranno stranieri a pascere i vostri greggi, e figli di stranieri saranno vostri contadini e vignaioli. Voi sarete chiamati sacerdoti del Signore, ministri del nostro Dio sarete detti. Vi godrete i beni delle nazioni, trarrete vanto dalle loro ricchezze. [Isaia 61, 5–6]

«Ecco, io farò cenno con la mano ai popoli, per le nazioni isserò il mio vessillo. Riporteranno i tuoi figli in braccio, le tue figlie saran portate sulle spalle. I re saranno i tuoi tutori, le loro principesse tue nutrici. Con la faccia a terra essi si prostreranno davanti a te, baceranno la polvere dei tuoi piedi ... Io avverserò i tuoi avversari; io salverò i tuoi figli. Farò mangiare le loro stesse carni ai tuoi oppressori, si ubriacheranno del proprio sangue come di mosto. Allora ogni uomo saprà che io sono il Signore, tuo salvatore ... [Isaia 49, 22–26]

Come i loro antichi predecessori ebrei, i bravi schiavisti cristiani d’America poterono trovare una giustificazione biblica anche migliore per le loro pratiche. Levitico 25, 39–46 diede loro un chiaro segnale di via libera per procurarsi e tenere degli schiavi – purché gli schiavi appartengano ad un diverso patrimonio genetico:
Se il tuo fratello che è presso di te cade in miseria e si vende a te, non farlo lavorare come schiavo; sia presso di te come un bracciante, come un inquilino. Ti servirà fino all’anno del giubileo; allora se ne andrà da te insieme con i suoi figli, tornerà nella sua famiglia e rientrerà nella proprietà dei suoi padri. Poiché essi sono miei servi, che io ho fatto uscire dal paese d’Egitto; non debbono essere venduti come si vendono gli schiavi. Non lo tratterai con asprezza, ma temerai il tuo Dio. Quanto allo schiavo e alla schiava, che avrai in proprietà, potrete prenderli dalle nazioni che vi circondano; da queste potrete comprare lo schiavo e la schiava. Potrete anche comprarne tra i figli degli stranieri, stabiliti presso di voi e tra le loro famiglie che sono presso di voi, tra i loro figli nati nel vostro paese; saranno vostra proprietà. Li potrete lasciare in eredità ai vostri figli dopo di voi, come loro proprietà; vi potrete servire sempre di loro come di schiavi; ma quanto ai vostri fratelli, gli Israeliti, ognuno nei riguardi dell’altro, non lo tratterai con asprezza.
Non ci sorprende che persone altamente religiose fossero i maggiori difensori della schiavitù ai tempi della Guerra Civile Americana. Né ci sorprende che la maggioranza dei pensatori contrari alla schiavitù fossero o dei non credenti tout–court, come Benjamin Franklin, John Stuart Mill, Robert Owen, Frances Wright(15), e Abraham Lincoln(16), o membri di religioni altamente demitologizzate e liberali come gli Universalisti, gli Unitariani e i Quaccheri.

Razzismo nel Cristianesimo
Benché abbiamo dedicato uno spazio notevole alle dimensioni razziste dell’Ebraismo, non dovremmo dimenticare che la pratica di razzismo più duratire dell’Occidente negli ultimi mille anni o giù di lì ha riguardato i Cristiani. Benché il Cristianesimo si sia sviluppato parecchio dopo la sparizione del tribalismo dalla Palestina, divenne l’emblema di quel supertribalismo noto come nazionalismo dopo il crollo dell’Impero Romano. Sulla base della teoria sociobiologica della funzione evoluzionistica della religione, era abbastanza prevedibile che il cattolico Hitler e l’anglicano Churchill avrebbero invocato lo stesso dio per portarsi dietro i loro rispettivi popoli. Sia in tedesco che in inglese, la gente leggeva e quindi obbediva all’ingiunzione contenuta nel capitolo 13 della Lettera ai Romani:

Ciascuno stia sottomesso alle autorità costituite; poiché non c’è autorità se non da Dio e quelle che esistono sono stabilite da Dio. Quindi chi si oppone all’autorità, si oppone all’ordine stabilito da Dio. E quelli che si oppongono si attireranno addosso la condanna. ... L’autorità ... è al servizio di Dio per il tuo bene.
Tutte le forme più virulente di razzismo nell’America odierna coinvolgono organizzazioni religiose(17). Oltre ai “Cavalieri Cristiani del Ku Klux Klan”, c’è il cosiddetto movimento dell’Identità Cristiana, che predica l’odio nei confronti dei neri e degli Ebrei, un’apocalisse imminente, ed il diritto di usare la violenza armata per ottenere i suoi scopi. Il movimento comprende diverse singole organizzazioni con nomi come “Chiesa di Gesù Cristo Cristiano” (gestito da Richard G. Butler, di Hayden Lake, Idaho), “Nazioni Ariane”, “L’Ordine”, “L’Alleanza”, “La Spada ed il Braccio del Signore”, eccetera. Benché la storia della civilizzazione abbia ormai quasi cinquemila anni, molte delle religioni del mondo continuano a rinforzare riflessi arcaici sviluppatisi durante l’Era Paleolitica.

Se la specie umana deve sopravvivere, è chiaro che i riflessi religiosi e la forma mentis religiosa devono essere inibiti. Non dovremmo però ingannarci pensando che tutto andrebbe a meraviglia se potessimo eliminare completamente la religione. Se le teorie della sociobiologia sono corrette, dobbiamo ancora combattere contro la distorsione presente nei nostri geni – la distorsione che rende più facile reagire negativamente alle persone diverse da noi., la distorsione che rende più facile seguire un capo carismatico che pernsare per conto nostro. Per fortuna, la distorsione genetica (se esiste) può quasi certamente essere superata con l’educazione e con psicoterapie di vario tipo.

È passato il tempo in cui potevamo giudicare la gente in base alla razza. Siamo tutti membri della stessa specie a rischio di estinzione, la razza umana, e tutti dobbiamo essere accomodanti verso gli altri, in diverse maniere. L’ineguaglianza insita nelle persone continuerà a essere un problema per noi. Buono e cattivo, brillante e tonto, bello e brutto – a parte i gemelli omozigoti, non esistono due persone “uguali”, ed ogni giorno dovremo dare dei giudizi sui nostri compagni di pianeta. Ma dobbiamo giudicare le persone come individui, non come membri di questa o di quella razza.

Il mondo di oggi è molto diverso dal mnondo in cui si sono sviluppati i nostri riflessi, il mondo nel quale la religione strisciò per la prima volta nelle nostre ossa. Dobbiamo cambiare. Dobbiamo adattarci. Dobbiamo zittire il mormorìo interiore della religiosità primaria, o la nostra specie svanirà dalla Terra, vittima della sua stessa violenza.

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NOTE E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

1 In molte città nelle quali c’è un servizio di televisione via cavo, parte del ricavato degli abbonamenti è dedicato ad una particolare struttura destinata a produrre programmi televisivi creati da comuni membri della comunità. Benché questi programmi possano coprire una vasta gamma di argomenti, dall’astrologia ai diritti dei gay alla cucina Cajun, la grande maggioranza di essi è di argomento religioso. Molti sono poco più di videoregistrazioni di raduni organizzati da predicatori locali. [back]

2 Il programma andò in onda solo una volta, benché fosse chiaro che era stato concepito per essere una serie. Non sono mai riuscito a sapere perché non vi furono ulteriori puntate. [back]

3Il Webster’s Seventh New Collegiate Dictionary definisce ‘xenofobia’ come “paura ed odio per estranei o stranieri o per tutto ciò che è estraneo o straniero” (secondo lo Zingarelli, invece, “odio fanatico per tutto ciò che è straniero” – NdT). La parola deriva dal greco xénos, ‘straniero’. Preferisco definire il termine in maniera un po’ più ampia, come “paura ed odio per chiunque sia diverso, in maniera riscontrabile, dalla norma dei proprii in–group”. [back]

4 Questa distorsione, ovviamente, non è assoluta, e può essere superata con un condizionamento. In assenza di condizionamento, però, reagiremo più probabilmente in maniera xenofoba che non al contrario quando se ne presenti l’opportunità – se quest’ipotesi sociobiologica è vera. [back]

5 Oviamente, anche l’Islam è una religione creata in un ambiente tribale. La sua nascita tarda, ed il fatto che essa abbia incorporato materiale proveniente dall’Ebraismo e dal Cristianesimo molto tempo dopo che esse erano diventate le religioni di popoli civilizzati (vale a dire, non tribali), fa però sì che non mi sia completamente chiaro quanto si possa apprendere da uno studio dell’Islam. È però interessante il fatto che l’Islam distingue tra i “Popoli del Libro” ed i Pagani. Ai tempi di Maometto, i “Popoli del Libro” erano in gran parte semiti come gli Arabi. Il termine comprendeva Ebrei e Cristiani. Benché, al tempo di Maometto, il Cristianesimo avesse infettato una grande varietà di popoli in tutto il territorio dell’Impero Romano, è probabile che i Cristiani conosciuti da Maometto fossero di derivazione semitica. Pertanto, la distinzione tra in–group (Popoli del Libro) ed out–group (Pagani) era essenzialmente una distinzione tra semiti e non semiti. Benché l’argomento del razzismo nell’Islam richieda uno studio molto maggiore, un esame di prima approssimazione sembra indicare che l’Islam, come l’Ebraismo, avesse in origine la funzione di ampliare un piccolo patrimonio genetico (vale a dire, un piccolo insieme di tribù semitiche), e quindi aveva una natura essenzialmente razzista. [back]

6 È importante non cadere nel fallace principio cattolico della “legge di natura”, ovvero il concetto che ciò che è naturale è “giusto” e che ciò che è innaturale è “sbagliato”. Anche se può benissimo essere vero che noi siamo qui oggi grazie al comportamento xenofobo dei nostri antichi antenati, certamente non ne segue che noi dovremmo comportarci così! [back]

7 Nell’originale, i versetti di Esdra sono tratti da The Anchor Bible. Ezra–Nehemiah, di Jacob M. Myers, Garden City, New York, Doubleday, 1965, pp. 73–4 (per questa traduzione, vedi nota 8 – NdT). [back]

8 Se non diversamente indicato, nel testo originale tutte le citazioni dealla Bibbia sono tratte dalla versione New English Bible (per questa traduzione, ho rotto l’abitudine di usare la Bibbia edizioni Paoline; tutte le citazioni sono tratte dalla Bibbia di Gerusalemme, edizione CEI – NdT). [back]

9 La Mishnah è una raccolta delle leggi orali ebraiche, realizzata verso la fine del secondo secolo EV. (L’insieme della Mishnah e della Gemara, il commento alla Mishnah, costituisce il Talmud – NdT) [back]

10 L’ingiunzione di non bollire un capretto nel latte della madre non ha alcuna connessione logica con il resto del versetto, ma ciò nonostante ne è una parte. Ci sono prove che dimostrano che in effetti questa proibizione era la forma originale del “Decimo Comandamento”, come è registrato nel capitolo 34 dell’Esodo. Benché nessuno dei dieci comandamenti riferiti in Esodo 34 abbia una qualunque significanza etica, Esodo 34, 27–29 ci dice che è il vero insieme dei Dieci Tabù che Yahweh diede a Mosè. (cfr. nota e) [back]

11 Mishnah, traduzione di Herbert Danby, Oxford, Oxford University Press, 1987, p. 438. [back]

12 Ibid., p. 760. [back]

13 Ci sono alcune prove che tenderebbero a dimostrare che il termine tradotto come “desiderare” si riferiva in origine al “dare il malocchio”. Se ciò fosse vero, questo comandamento altrimenti banale diventerebbe l’equivalente di “Non danneggiare la proprietà del tuo prossimo”. [back]

14 Per motivi che non sono mai stato in grado di scoprire, molti dei difensori cristiani della schiavitù nel diciannovesimo secolo ritenevano che Canaan, il figlio di Cam, fosse l’antenato della razza negra. Secondo la loro opinione, i Neri furono destinati alla schiavitù poco dopo che l’arca di Noè ebbe toccato terra! Secondo quanto riferito in A Commentary, Critical and Explanatory, on the Old and New Testaments, Vol. I (Un commentario critico ed esplicativo su Antico e Nuovo Testamento), pubblicato nel 1872 dai Reverendi Robert Jamieson, A.R. Fausset, e David Brown [Hartford, Connecticut, S.S. Scranton & Co., p. 23], “questo sventurato destino [vale a dire, la maledizione di Canaan] si è realizzato nella distruzione dei Cananei – nella degradazione dell’Egitto, e nella schiavitù degli Africani, i discendenti di Cam”. [back]

15 Frances (Fanny) Wright (nata a Dundee, Scozia, il 6 Settembre 1795; morta a Cincinnati, Ohio, USA, il 13 Dicembre 1852) pubblicò un Piano per l’abolizione graduale della schiavitù nel 1825. Quest’opera ebbe il sostegno di Thomas Jefferson e James Madison. Il suo trattato sul libero pensiero, Raccolta di letture popolari sulla libera ricerca, sulla religione, sulla morale, sulle opinioni ecc., apparve nel 1829. [back]

16 Soprannominato “infidel Lincoln” (“Lincoln il non credente”), quando si candidò alle presidenziali, 20 dei 23 sacerdoti del distretto in cui risiedeva gli votarono contro a causa delle sue opinioni eterodosse. [back]

17 Fino agli anni ’60, anche i Mormoni sarebbero comparsi in questa lista, a causa del loro rifiuto di annettere i negri al “sacerdozio”, ed a causa dei loro pervasivi comportamenti razzisti. Ma, giusto in tempo, quando si affacciava il pericolo di perdere i finanziamenti forniti da un Governo Federale improvvisamente orientato verso le “pari opportunità”, il “Capo Profeta e Rivelatore” della Chiesa ottenne da Dio l’annuncio che anche i negri potevano essere ordinati sacerdoti. I fondamentalisti Mormoni sono peraltro ancora piuttosto razzisti. [back]

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NOTE DEL TRADUTTORE

[a] Al proposito, si veda anche l’articolo Religione, ipnosi e musica: un punto di vista evoluzionistico, dello stesso autore. [indietro]

[b] Questa teoria spiega a mio avviso in maniera convincente perché la religione si è mostrata un comportamento vincente in senso evoluzionistico, ma non ne spiega l’origine, che ha, sempre a mio avviso, radici più psicologiche che sociali. [indietro]

[c] Sulle stragi ed i massacri riportati nei primi libri della Bibbia, si veda anche la mia serie Torah! Torah! Torah [indietro]

[d] Sono in totale disaccordo con questa affermazione dell’autore, che mi sembra puzzare di un antisemitismo ancora piuttosto diffuso negli Stati Uniti, e/o di un filoarabismo di matrice politica sospetta. Se vogliamo criticare il governo di Israele, facciamolo pure, ma restando nei fatti: ed i fatti non mi sembra che dicano che in Israele è in corso un genocidio degli Israeliani arabi da parte degli Israeliani ebrei – a parte l’episodio dei campi di Sabra e Chatila, risalente al 1982, e che comunque, causando meno di 2.000 morti su una popolazione araba israeliana di oltre un milione di persone, pur essendo un’orribile strage non è qualificabile come genocidio. L’unica volta in cui gli Israeliani arabi sono stati tutti violentemente perseguitati indiscriminatamente è stato durante il famigerato Settembre Nero del 1970 – ed i persecutori erano gli arabi della Giordania! [indietro]

[e] Il testo originale parla del “Quarto Comandamento”, ma entrambi si riferiscono a “ricordati di santificare le feste”. Per un'analisi di questa e di altre discrepanze, si veda anche il mio articolo Ottavo: non rubare la vittima sacrificale, ampiamente ispirato dalle considerazioni di Frank Zindler. [indietro]

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