Il
primo articolo delle Risoluzioni della Conferenza Internazionale
di Ginevra del 1863 inizia con le parole < Esiste in
ogni Paese >. L’uso dell’indicativo presente
nel coniugare il verbo esistere, sta a significare la
grande convinzione che l’idea della costituzione
di Società di Soccorso che in ogni Paese operino
seguendo gli stessi principi e linee guida, fosse un’idea
vincente. Altrettanto vincenti si riveleranno le convinzioni
del Dunant relative all’imparzialità del
soccorso ( al di fuori di ogni più sottile concezione
a metà del 1800 ) e la neutralità dei soccorritori
e dell’apparato di assistenza sanitaria per i militari
feriti e malati in guerra.
Insieme a queste un’altra idea innovativa è
quella di addestrare del personale volontario che possa
intervenire senza essere costretto, portando così
nell’azione umanitaria un alto bagaglio di valori
e di grande motivazione.
A Dunant va riconosciuto il merito di aver visto lontano
e di non aver mai vacillato nella sua convinzione di essere
nel giusto, anche se poi tristi vicende relative a contrasti
con persone e agli affari andati a rotolo, lo porteranno
ad essere allontanato dalla società Ginevrina.
Una ulteriore testimonianza di grandezza morale il Dunant
la lascia nello scrivere le sue ultime volontà
riguardo la propria sepoltura che avrebbe dovuto avvenire
in fossa comune, a significare quanto l’Uomo, di
per se sia molto piccolo vicino alle sue idee. Nel cimitero
di Zurigo c’è un monumento a lui dedicato
ma non custodisce i suoi resti umani, poiché l’eredità
di Dunant consiste nella continuità del suo pensiero,
negli uomini che lo hanno seguito, lo seguono e lo seguiranno.
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il primo, e il più importante sull’educazione
culturale e formazione religiosa
• il secondo e il più breve, gli affari
• il terzo, il più lungo e quello che ha dato
senso alla sua vita, l’attività umanitaria.
Educazione culturale e formazione religiosa
Dunant appartiene ad una famiglia agiata, il padre è
un commerciante ed inoltre è consigliere alla Camera
delle Tutele per la sorveglianza e protezione degli orfani.
Ma nella formazione della sua personalità è
la figura della madre che ha un peso determinante, gli trasmette
sensibilità d’animo, profondità di sentimenti
e grande attenzione alla condizione di vita della gente.
La famiglia Dunant è di religione calvinista. Ritengo
che questa situazione sia stata importante nella formazione
umana e personale di Henry Dunant, gli ha dato una notevole
apertura d’idee, lo ha avvicinato in maniera molto
naturale al concetto di universalità. Un importante
incontro Henry Dunant lo avrà a 25 anni con Enrichetta
Beecher Stowe, autrice del libro “ La capanna dello
zio Tom” testo fondamentale nella lotta contro la
schiavitù. Il suo impegno in questo settore si concretizzerà
nel 1875 a Londra.
Affari
Questa breve esperienza è durata solo 14 anni. Inizia
a 25 anni nel settore bancario per poi passare alla “
Compagnia delle colonie svizzere di Sétif “
- a Mons-Djemila in Algeria. Qui fino a 31 anni tenta di
sviluppare il progetto dell’installazione di mulini
per la produzione di cereali. Per fare ciò ha bisogno
di concessioni per la lavorazione di terreni e per la loro
irrigazione, che il governo algerino non concederà
mai. A 38 anni ( dopo essere stato in Italia e dopo aver
scritto il libro Un Souvenir de Solferino ) cerca di risollevare
le sorti delle imprese nord-africane senza perlatro riuscirci.
A 39 anni il Credito Ginevrino, banca che ha finanziato
i lavori in Algeria, conduce contro di lui un’azione
che lo porterà al fallimento. Per capire meglio cosa
voleva dire fallire nella Ginevra di metà ‘800
riporto fedelmente quanto scritto da Fernand Gigon ne “
l’avventuriero della carità “ < Quando
un uomo oltraggia la finanza, per lui non c’è
più remissione. La sua rovina morale dura fintanto
che gli resta un alito di vita per raccomandarsi a Dio.
Calunnia, ostilità accanita, cattiveria, malizia
e calcolo, tutto ciò che la Bibbia attribuisce a
satana viene messo in opera contro di lui. A Ginevra, la
morale è salva fin dove è salva la finanza.
All’infuori di questa norma inflessibile, nessuna
salvezza. Perfino i Pastori chinano la loro teologia davanti
allo scudo.>
Attività umanitaria
Il viaggio in Italia, in Lombardia e precisamente a Castiglione
e Solferino nel 1859 per la vita di Dunant trentunenne sarà
elemento di rottura. Successivamente all’esperienza
qui vissuta, non riprenderà più gli affari
se non per finirli in cattiva maniera con un fallimento.
A Castiglione venne rapito dalla convinzione che la sua
idea fosse quella giusta. Realizza un progetto a cui aveva
pensato da quando ragazzino, veniva portato dai genitori
a visitare le prigioni: scrivere un libro per scuotere le
coscienze, e questo sarà lo scopo di : Un Souvenir
de Solferino ( Un ricordo di Solferino )
L’unico obiettivo del libro è convincere i
potenti della Terra dell’utilità di costituire
società di soccorso il cui scopo fosse quello di
addestrare, in tempo di pace, personale volontario per intervenire
in tempo di guerra a fianco dei reparti di sanità
degli eserciti ( verificatisi inadeguati proprio a Solferino).
Le Società di Soccorso dovranno rispettare semplici
norme, un codice di intervento che essendo uguale per tutti,
sia anche garanzia per i soldati feriti e fatti prigionieri
La prima edizione del libro fu in 1600 copie pagata interamente
dall’autore stesso.
Due sono i concetti innovativi, la neutralità del
ferito e del personale volontario e l’imparzialità
del soccorso che sono stati già ampiamente trattati
nella premessa.
Un chiaro riferimento a quello che di lì a breve
sarà scritto nella I Convenzione di Ginevra nel 1864
lo si trova nella proposta di convocare un congresso nel
quale si possa < formulare qualche principio internazionale,
convenzionale e sacro, che una volta accordato e ratificato
servirebbe da base alle Società di Soccorso per i
feriti nei diversi paesi d’Europa >
Altra tappa importante nella vita di Dunant è nel
1872 a Plymouth ( Inghilterra ) dove presenta una sua relazione
sulla condizione e il trattamento dei prigionieri di guerra
( che sarà poi soggetto della III Convenzione di
Ginevra nel 1929 ) e un progetto sull’Alta Corte Internazionale
di Arbitraggio ( ancora oggi nel 1998, è questo argomento
di grande attenzione da parte degli stati , dell’ONU,
della Croce Rossa e delle organizzazioni umanitarie).
L’ultima apparizione in pubblico per H.Dunant sarà
a Londra il 1° febbraio 1875 ( a 47 anni) durante il
congresso internazionale convocato da una associazione da
lui stesso fondata 5 anni prima, il cui scopo è <
l’abolizione completa e definitiva della tratta dei
negri e del commercio degli schiavi >.
Seguono 20 anni di buio dei quali non si ha notizie certe,
probabilmente in quel periodo Dunant visse senza fissa dimora,
di carità e dell’ospitalità di qualche
amico.
Fino ad un giorno dell’anno 1895 quando il giornalista
svizzero George Baumberger lo ritrova ad Heiden, un piccolo
villaggio sulle colline a sud del lago di Costanza in Svizzera,
nella pensione Paradiso.
Per maggiori dettagli sulla straordinaria vita di Henry
Dunant, consiglio di leggere la breve ma completa biografia
scritta da Pierre Boissier e pubblicata dall’Istituto
Henry Dunant - Ginevra 1974.
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