TOBIA ALDINI

VICENDE EDILIZIE DELLA ROCCA DI FORLIMPOPOLI

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Parte Seconda

Scoperte nell’area del palcoscenico del teatro

Nel maggio 1975 fu completamente demolita la parete sud della Sala B e furono eliminate anche tutte le strutture moderne del Cinema Verdi, poste nell’angolo sud-est della rocca (fig. 36, n. 3). Fu inoltre staccato l’intonaco antico delle cortine, nei tratti situati a poca distanza dal torrione angolare (fig. 12).

Durante questi lavori, vennero alla luce elementi analoghi a quelli osservati in precedenza nell’attigua Sala B e fu possibile riconoscere abbastanza agevolmente la planimetria di un ulteriore vasto locale del piano nobile del castello (fig. 34, n. 5) e di un altro del sottotetto. Il lato est della stanza d’angolo posta al primo piano (m 4,70) era indicato dalle tracce di tre delle solite lunette impostate sulla cortina orientale. La vicina parete sud era molto più lunga (m 8,40), come attestavano da quel lato le impronte di un altro gruppo di cinque lunette della medesima volta (fig. 11).

Anche sulle pareti opposte a quelle considerate dovevano essere in origine altrettante lunette, ma ormai tali muri non c’erano più (erano stati demoliti in parte nell’Ottocento, per ingrandire il palcoscenico del teatro, ed in parte, come è stato detto, nel corso degli ultimi lavori di restauro).

Fig. 12 - Angolo sud-est della rocca. Lavori dell'anno 1975.
Fig. 12 - Angolo sud-est della rocca. Lavori dell'anno 1975.

La parete nord di questa sala si alzava nell’antichità fino al tetto, divenendo così struttura divisoria anche degli ambienti del piano più alto.

I muri dell’angolo sud-est della rocca erano molto rozzi nel tratto del sottotetto, ove ad una certa quota erano ben visibili le tracce dell’innesto dei sostegni lignei di un soffitto ad arelle (fig. 12) più alto della volta lunettata, costruito in un secondo tempo, come nei vani antichi riscontrati nella Sala B (33).

Più in basso apparivano le fronti delle spesse cortine che si raccordavano in corrispondenza del torrione. Esse mostravano paramenti molto regolari (con commessure stuccate), che si concludevano alla sommità con la solita serie di mattoni posti di taglio (fig. 13), alla quota da cui iniziava il muro esterno del sottotetto (spessore cm 50). Nella parete est (vicino al suo limite sud) era una piccola apertura (m 0,70 x 1,90) per l’accesso al vano del torrione, mentre sulla più vasta fronte sud era un finestrone ricavato tagliando la cortina (fig. 11, n. 4). Nello spessore del grosso muro era stata ricavata anche una latrina (fig. 34, n. 6) con accesso sul lato est del vano aperto per la finestra stessa (34) (fig. 11, n. 3).

Tracce di rifacimenti antichi nel muro esterno del Teatro Verdi

Nell’anno 1981 i muratori, attivi nel restauro della rocca, erano impegnati nel lavoro di rifacimento dell’intonaco sulla fronte esterna del muro nord del Teatro Verdi. In poco tempo staccarono, dalla vasta parete, tutto l’intonaco vecchio ormai malandato e cadente, per poi sostituirlo con quello nuovo.

Nel momento più propizio (5 maggio 1981) e cioè quando il muro era stato messo a nudo completamente, effettuai un rilevamento sia pur sommario dei dati archeologici che erano affiorati sotto l’intonaco. Approfittando di una pausa dei lavori edili, potei agevolmente annotare gli elementi più significativi emersi (fig. 14).

In quella circostanza fui attratto particolarmente dalla presenza, sulla parte bassa del muro (quella del pianterreno), dei resti di una porta e di una finestra medioevali (fig. 14, nn. 4-5). Della finestra rimaneva una piccola porzione dello stipite occidentale, posto a m 9,55 di distanza dal punto estremo orientale della parete. Dallo stipite suddetto partiva, a m 2,75 dal piano sottostante della piazza, un archetto a sesto ribassato (fig. 14, n. 5) del tutto simile a quello affiorato in precedenza all’esterno della parete dell’odierna sala del consiglio comunale (fig. 8). Nonostante dell’arco fossero rimasti in posto soltanto alcuni mattoni, era facile riconoscere la sua fattura antica. Esso era eseguito con molta cura e con mattoni regolari, ben ordinati, con commessure stuccate.

I resti della porta medioevale (fig. 14, n. 4), analoghi a quelli della finestra appena descritta, erano più ad Est. Lo stipite occidentale dell’ingresso veniva a trovarsi a m 6,55 dall’origine orientale della parete e l’arco soprastante iniziava dalla quota di m 1,90 dal piano della piazza.

Altre tracce di profondi cambiamenti, realizzati al pianterreno della rocca, furono notate in questo tratto del muro. Accanto ai resti dell’antica porta (fig. 14, n. 4) erano visibili gli avanzi di una finestra (fig, 15), la cui costruzione comportò, in un certo periodo, l’eliminazione dell’ingresso stesso e la parziale sua distruzione (fig. 14, n. 3). Un’altra finestra, individuata infine più in basso, sempre nel medesimo punto (fig. 14, n. 2), testimoniava la presenza di un intervento edilizio successivo, che cambiava nuovamente la situazione precedente.

Il dato più importante, che si ricavava dall’esame delle antiche finestre, attivate e poi murate (sempre nello stesso punto), era offerto dalla constatazione che esse (fig. 14, n. 2-3) venivano a trovarsi, sia pur parzialmente, in corrispondenza della volta a botte che attualmente copre l’ambiente posto all’interno (Sala VI del museo archeologico). Appariva evidente, pertanto, che tali aperture illuminavano in origine un locale con soffitto più alto di quello odierno, per cui la costruzione della volta a botte suddetta risultava piuttosto recente, posteriore certamente all’apertura delle due finestre (35).

Fig. 15 - L'angolo sud-est della Piazza Fratti dopo la demolizione della scala moderna (fine 1984)
Fig. 15 - L'angolo sud-est della Piazza Fratti dopo la demolizione
della scala moderna (fine 1984)

Ma ancora altri elementi interessanti erano visibili sull’ampio muro senza intonaco, ad ulteriore testimonianza di diversi interventi edilizi, operati in quest’ala della rocca in vari momenti. Su una vasta porzione della parete, e precisamente su tutta la superficie compresa fra il suo limite estremo est e la linea verticale tracciata in corrispondenza dello stipite orientale dell’odierno ingresso dell’ambiente dell’antica chiesetta (e per l’intero tratto, fin quasi alle attuali finestre cieche del sottotetto), il paramento esterno era eseguito con mattoni regolari, tutti uguali e ben disposti, con commessure stuccate, di fattura analoga a quella riscontrata negli spigoli conservati della porta e della finestra medioevali sottostanti. Era evidente quindi che tutto questo ampio tratto murario (fig. 14, n. 13) era appartenuto alla fronte dell’edificio primitivo, che aveva porte e finestre rifinite con gli archetti ribassati riscontrati al pianterreno. La vasta porzione del muro originario del piano nobile era ben conservata ed integra; non risultavano però, sull’ampio spazio, tracce di finestre medioevali, le quali forse si trovavano in antico nei punti in cui sono le finestre attuali. Al pianterreno invece apparivano molto evidenti i segni di profondi rifacimenti (fig. 16), attuati in periodi diversi (e fino ai giorni nostri). Certi ingressi erano stati aperti, poi murati e, in alcuni casi, nuovamente attivati, a seconda di determinate necessità. Ci fu un periodo in cui vennero costruiti larghi portoni (tuttora ripristinati) per negozi (36), mentre successivamente alcuni ingressi delle botteghe vennero nuovamente murati e sostituiti da porte attigue più piccole (fig. 15). Una di queste aperture, quella posta nell’angolo sud-est della piazza, fu utilizzata dal 1887 come ingresso secondario del teatro (37) e servì per tale scopo fino ai primi anni dell’ultimo dopoguerra (38).

Fig. 16 - Ala sud della rocca. Muro di facciata verso nord
Fig. 16 - Ala sud della rocca. Muro di facciata verso nord: 1) paramento murario medioevale di Tipo 3; 2) porta tamponata con muratura di Tipo 4; 3) porta murata durante i restauri recenti.

Durante i lavori recenti per il nuovo intonaco, vennero alla luce, sulla parete, anche le tracce di un antico ingresso al locale della chiesetta. Questa apertura (poi murata) era stata ottenuta demolendo l’estremo lembo occidentale del muro medioevale (fig. 14, n. 6). Della porta, che veniva a trovarsi vicino all’angolo nord-est dell’ambiente, si potè determinare l’altezza (m 1,85), ma non la larghezza esatta, perché non fu ritrovato il suo stipite occidentale, il quale risultava demolito al momento della costruzione dell’accesso, più ampio, da negozio (fig. 16, n. 2).

In alto, sopra il portone di questa bottega, vennero alla luce anche le tracce dell’antica finestrella della chiesetta: i resti di un’apertura rotonda (fig. 14, n. 10), costruita con mattoni di reimpiego (39).

Immediatamente ad Ovest dell’ambiente della piccola chiesa, sopra l’arco ribassato dell’entrata dell’attigua botteguccia, c’era un altro arco, a tutto sesto (fig. 14, n. 9), appartenuto al vecchio ingresso principale del teatro (fig. 17). Qui, all’interno, era stata la scala (che conduceva alla platea), utilizzata fino al momento in cui fu ultimata la costruzione dell’accesso attuale del teatro (sul lato ovest), lavoro, questo, che comportò negli anni 1877-1878 un prolungamento di m 8,20 dell’ala sud della rocca (40).

Modifiche antiche e moderne del muro di facciata del municipio

Tracce di numerosi interventi edilizi si riscontrarono, durante gli ultimi restauri della rocca, anche sotto l’intonaco della facciata della nuova sede comunale e cioè sulla fronte esterna del muro nord della Piazza Fratti. Da questo lato apparvero qua e là, sulla vasta parete, elementi interessanti: frammenti di archi e architravi di finestre o di porte murate, oppure ancora agibili, ma leggermente spostate rispetto alla loro posizione originaria (fig. 18). Tali tracce, in certi casi di difficile interpretazione, furono lasciate in vista al momento del rifacimento dell’intonaco (non furono ricoperte) e tuttora possono orientare il ricercatore nello studio delle trasformazioni della rocca nel corso dei secoli.

Ma esaminiamo nei dettagli i resti più significativi che, da questo lato della piazza, furono ritrovati lungo la linea delle finestre del piano nobile. Fu notato subito, anche su tale parete, l’avanzo di un’apertura medioevale del tipo di quelle osservate sulle facciate delle altre ali del castello. Spiccava, infatti, all’esterno dell’odierno ufficio dei messi del comune (il primo ambiente, coperto da volta lunettata, posto immediatamente ad oriente del vano-scala), un archetto che si trovava ad altezza inferiore a quella degli architravi delle vicine finestre. Questa apertura di cui, ancor prima dell’inizio dei recenti lavori, erano visibili anche le linee degli stipiti (fig. 19), arrivava fino al livello del pavimento del primo piano ed in antico era, pertanto, un ingresso che comunicava con un balcone o con una scala esterna, addossata al muro.

Fig. 18 - Ala nord della rocca. Il muro di facciata verso la corte dopo i recenti restauri.
Fig. 18 - Ala nord della rocca. Il muro di facciata verso la corte dopo i recenti restauri.

L’avanzo di un’altra struttura analoga – questa volta di una finestra –, rifinita col solito archetto, ma molto più rozzo, si notava sempre nella medesima zona, all’altezza del piano nobile, in un punto situato subito ad Ovest dell’ingresso del comune (fig. 20). Qui si rilevava una situazione anomala: l’apertura antica (ora murata) veniva a trovarsi in corrispondenza di una parete (quella occidentale del vano-scala odierno), testimoniando così una differente disposizione degli spazi, all’interno di questo tratto dell’ala nord del castello, in una determinata epoca. La finestra potrebbe essere contemporanea ad un portone che si apriva più in basso, al pianterreno, indicato dai resti di un arco a tutto sesto, piuttosto ampio e alto, realizzato in maniera non molto accurata, per il quale era previsto senz’altro l’intonaco (fig. 20).

Fig. 19. Ala nord della Rocca. Il muro di facciata verso la corte prima degli ultimi lavori.
Fig. 19. Ala nord della Rocca. Il muro di facciata verso la corte prima degli ultimi lavori.

Altri indizi di interventi edilizi antichi, che comportarono ripetuti rifacimenti delle finestre su tutto il muro di facciata posto sul lato nord della Piazza Fratti, mettevano in evidenza la presenza di opere radicali che, come già segnalato per le altre due attigue ali della rocca, cambiarono più volte l’aspetto dell’intero edificio.

Fig. 20 - Ingresso al municipio
Fig. 20 - Ingresso al municipio

Con i recenti restauri, furono ripristinate alla fine le vecchie linee neoclassiche ottocentesche, che, nonostante il degrado raggiunto dal monumento negli ultimi tempi, erano ancora ben leggibili, soprattutto su tutta la fronte dell’ala nord (figg. 19 e 21-22).

Fig. 21 - Ala nord della Rocca. Il muro di facciata verso la corte prima degli ultimi lavori
Fig. 21 - Ala nord della Rocca. Il muro di facciata verso la corte prima degli ultimi lavori


Note al testo

(33) Come si vedrà in seguito, questi soffitti ad arelle furono costruiti nell’Ottocento.

(34) Al momento dei restauri del 1975, tale ingresso della latrina era murato e l’accesso al piccolo vano (utilizzato anche allora come gabinetto) era assicurato da una porticina che si apriva verso l’ambiente posto dietro lo schermo del Cinema Verdi (fig. 11, n. 2).

(35) Le volte sotto il teatro furono costruite, infatti, nel 1878 (cfr. M. Gori, Il Teatro cit., p. 28; Ead., La rocca "hordelaffa" cit., p. 135).

(36) Due di queste botteghe vennero ricavate nel 1882, dopo che erano state costruite le volte sotto il teatro. Cfr. A. Aramini, La Rocca, in "Forlimpopoli d’altri tempi in dieci immagini litografiche", fascic. allegato alla cartella di stampe di P. Novaga, 1977, p. 9 (ripubbl. in "Scritti" cit., p. 13); M. Gori, op. cit., p. 38.

(37) M. Gori, Il Teatro cit., p. 38.

(38) Attraverso la porta gli spettatori entravano in un locale del pianterreno, dal quale partiva una scala che, passando sotto il palcoscenico, giungeva alla platea (cfr. M. Gori, Il Teatro cit., dis. del progettista Ing. G. Tellarini a p. 35).

(39) L’antica finestra rimase in uso fino al secolo scorso. Si trovava sopra la porticina antica posta al centro del muro esterno (cfr. fig. 17: dis. di R. Liverani).

(40) La linea di demarcazione, fra la parte vecchia e quella nuova dell’edificio, è stata indicata con l’ultimo restauro in modo molto evidente, con un segno verticale inciso sull’intonaco moderno.


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