LA STORIA
Questo frantoio , uno dei più antichi della zona , risale
approssimativamente ad oltre 400 anni fa.
In questi lunghi anni esso è appartenuto ai frati
Silvestrini.
Essi non lavoravano personalmente le olive , infatti avevano a loro
disposizione degli operai che si occupavano della produzione dellolio.
Successivamente la famiglia Chiaraluce ha iniziato con loro una
collaborazione ( circa 60 anni fa) che è durata fino al 1978-79, anno in cui la
proprietà del frantoio è passato appunto dallistituto dei monaci Silvestrini a
questa famiglia. Molti anni fa la lavorazione dellolio richiedeva molto più
personale, infatti essa veniva svolta solo manualmente .
Occorreva 4,5 persone per produrre unora 1 quintale dolio,
a differenza di oggi che con 2 persone si ha una produzione di 5 quintali.
Una volta la frangitura si svolgeva in un frantoio, composto da due
ruote trainate da un somaro o da una mucca.
In seguito lenergia muscolare degli animali è stata costituita
dal motore elettrico.
Questultimo da circa 100 anni è presente nel frantoio.
Il torchio , in cui avveniva la spremitura viene usato un macchinario
nuovo : la pressa.
Anche loperazione di separazione avveniva con strumenti molto
rudimentali : si usava un sottile piatto di rame, leggermente concavo, che permetteva di
dividere lacqua dallolio rimasto in superficie, dato il suo minore peso
specifico.
Come sopra accennato, i vecchi strumenti, di cui è rimasto qualche
"cimelio " , sono stati sostituiti da macchinari moderni che permettono alla
piccola azienda di produrre un buon olio, sia per uso familiare, sia per altri clienti che
desiderano una spremitura a garanzia di qualità.
Proprio per la buona qualità dellolio, la famiglia Chiaraluce ha
ricevuto nel 1910 (periodo di collaborazione con i monaci ) , un diploma per la miglior
produzione , in una esposizione internazionale avvenuta a Roma.
LA LAVORAZIONE
Le olive vengono raccolte dalla fine del mese di novembre sino agli
inizi di gennaio.
Presso le nostre zone la raccolta viene eseguita con sistemi
tradizionali.
Tale metodo consiste nel " pettinare " i rami degli olivi ,
con rastrelli molto lunghi, in questo modo le olive , strappate dalle piante , cadono su
teloni di plastica precedentemente posti alla loro base .
Normalmente se la quantità di olive destinate alla raccolta è minima,
si precede col sistema di brucatura (raccolta eseguita a mano ).
In tal modo si evita che le piante si rovinino e le drupe si ammacchino
e quindi marciscano.
Gli olivi producono in media dai 5 ai 50 kg.
Dopo la raccolta, alla quale è strettamente legato il costo delle
olive ( in quanto è una fase lenta che richiede un elevato impiego di manodopera ) ,
queste vengono trasportate al frantoio.
Questa piccola azienda di carattere artigianale, oggetto della nostra
visita , produce anche a scopo commerciale, olio ricavato dalle olive acquistate in altre
regioni ( Umbria e Abruzzo ) .
Successivamente , le olive vengono riposte in un magazzino situato
nella parte superiore del frantoio, in cui avviene la stagionatura , processo con il quale
le olive vengono conservata dai 2 ai 7 giorni a seconda della maturazione della drupa e
del rapporto tra la temperatura interna ed esterna .
È senzaltro questa la fase più delicata di tutto il processo di
lavorazione , in quanto da essa dipende la qualità dellolio : densità, chiarezza ,
acidità .
Di conseguenza sta nellabilità e nellesperienza del
produttore cogliere il tempo di stagionatura e quindi evitare la marcitura delle olive che
comporterebbe un prodotto di qualità inferiore.
Dopo la stagionatura, le olive , che si trovano nel magazzino posto
nella parte superiore del frantoio, raggiungono, attraverso un foro nel pavimento con un
raccoglitore a forma di imbuto, una macchina dal piano obliquo : la griglia vibrante .
Essa è composta da tondini di acciaio del diametro di 5-6 millimetri
che, grazie al movimento alternato imposto dal motore alla griglia, permettono alle foglie
e alla terra di staccarsi dalla drupa.
Nello stesso tempo, per mezzo dellinclinazione, le olive cadono
in un recipiente interrato.
LA FRANGITURA
Le olive, attraverso una chiocciola spirale azionata da un motore
elettrico, raggiungono il frantoio, in cui avviene la frangitura, cioè la fase in cui la
olive vengono schiacciate.
Il frantoio ha una potenza di 10 c.v. (cavalli) e compie 18 giri al
minuto, è costituito da due macine di granito che pesano 20 quintali luna ed hanno
una larghezza di 35 cm.
Le ruote non sono equidistanti dal centro: una dista cm. 15,
laltra (cm. 45 ).
In questo modo le macine hanno una superficie di schiacciamento doppia
rispetto a quella che avrebbe un frantoio con le ruote equidistanti.
In questa macchina, che ha la capacità di 2-3 quintali, si ha la
frangitura con circa 20-25 minuti.
La pasta franta, a causa della forte pressione delle ruote, viene
spinta al di fuori del percorso di queste ultime, per ovviare a questo vi sono poste delle
lame; una di queste raschia il bordo esterno, spostando la pasta verso linterno del
frantoio, le altre provvedono ad indirizzarla sul percorso delle ruote.
Inoltre, per eliminare la pasta franta che rimane sulla superficie
esterna delle ruote, cè un raschiatore per ognuna delle macine.
Al bordo della macchina è posta, anche per questioni di sicurezza, una
rete metallica.
DOSAGGIO E SPREMITURA
La "riscalda - dosatrice" è un macchinario che provvede a
riscaldare, amalgamare, distribuire la pasta franta su dischi sovrapposti, costituiti da
nylon e corda, situati su di un carrello.
Successivamente il carrello viene spostato manualmente e posizionato
sotto la pressa, che comprimendo la
pasta, fa uscire il mosto (olio e acqua di
vegetazione).
Tale operazione viene eseguita molto lentamente per evitare che il
liquido ottenuto finisca sul pavimento.
Quando la pressa è giunta ad una pressione di 100 atmosfere (1
atmosfera = 1kg/cm 2) si è ottenuto circa il 60-70% di mosto, che viene raccolto in una
vasca che si trova dietro la pressa.
Poi il carrello sale più rapidamente a circa 400 atmosfere dato che
ormai la pasta è stata quasi totalmente compressa.
Al termine di questultima operazione, che ha una durata di
unora, si immette dellacqua nei dischi per raccogliere i residui del mosto,
che vengono riversati allinterno della vasca.
La pasta pressata viene portata in oleifici più grandi che si trovano
in Abruzzo, dove viene trattata chimicamente per ottenere altri oli.
CENTRIFUGAZIONE E FILTRAGGIO
Attraverso una pompa il mosto viene trasportato in un separatore della
portata di 800-2000 litri lora.
Esso è munito, nella parte superiore, di una retina che impedisce ai
residui di sansa solidi di penetrare.
Per mezzo del separatore, lacqua di vegetazione viene eliminata e
di conseguenza separata dallolio.
Il separatore dispone di un " Tamburo" costituito da 66
dischi, che grazie ad un motore elettrico, raggiungono una velocità di circa 6700 giri al
minuto.
Avendo il peso specifico minore dellacqua di vegetazione,
lolio tende a salire in alto.
Per questo motivo il canale di fuoriuscita dellolio è situato
più in alto rispetto a quello dellacqua di vegetazione.
Successivamente lolio opaco viene trasportato con le pompe in un
filtro composto da un contenitore di acciaio inossidabile più uno strato dovatta
(acquistato in farmacia) che trattiene le impurità.
Quindi lolio, da opaco, diventa chiaro e viene deposto in un
secondo contenitore in cui deve restare almeno 10-12 giorni.
Con questa fase si conclude il processo di trasformazione dalle olive
in olio extra vergine di oliva.
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