La bandiera |
Il primo impatto con Mauritius è stato il soffio di aria calda provenire dall'esterno all'apertura dell'uscita dell'aereo, mentre eravamo tutti con maglione e piumino sul braccio (in Italia in quei giorni eravamo sotto zero), maglia e pantaloni pesanti. Abbiamo aspettato un'eternità prima che ci sbarcassero con un pullmino da 30 posti (uno solo che faceva la spola con l'aerostazione): lasciamo immaginare quanto ci vuole per svuotare un boeing 767 completo: ma forse era tutto calcolato per smaltire la coda al controllo passaporti... Il trasferimento verso l'albergo per fortuna è avvenuto con un comodo autobus dotato di aria condizionata: sbrigate poi le formalità per la camera (anch'essa adeguatamente raffreddata) il tuffo in mare è stato obbligatorio... e come abbiamo rimesso il naso fuori dall'acqua, dall'inverno europeo eravamo in piena estate.
Il mare attorno all'isola è spettacolare, e la barriera corallina offre un costante riparo: l'acqua è bassa, calda e sempre calma. I pesci tropicali sono a portata di maschera e pinne, anche se il vero spettacolo lo vedono i sub, all'estremità del reef, in una zona che è off-limits per chi pratica lo snorkeling "fai da te", a causa delle correnti e delle onde molto grandi.
Altra piacevolissima sorpresa la si ha a tavola: la frutta tropicale è eccezionale: ananas, papaya, frutto della passione, cocco, mango, melone bianco, kiwi e bananine hanno un sapore che qui in Europa possiamo dimenticare. E anche il pesce, cucinato in tutti i modi, è fantastico.