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Mauritius 2005

L'isola di Mauritius - Île Maurice - (e non "le mauritius") si trova ad est del Madagascar, a circa 10 ore di volo dall'Italia. E` di discrete dimensioni, 60 km per 50, verdissima e quasi tutta circondata dalla barriera corallina. La sua origine vulcanica è evidenziata dai molti rilievi e dai numerosi crateri spenti, oggi laghi o verdi depressioni colme di vegetazione. E` quest'ultima forse che impressiona di più il viaggiatore che viene qui per cercare soprattutto mare e spiagge, che comunque non mancano: è verde come l'Irlanda, calda e umida in riva al mare e più fresca negli altopiani centrali.

Il dodo

Mauritius era in origine disabitata, e benché già nota agli Arabi fu sfruttata come punto di appoggio dai Portoghesi, che non vi si installarono, e dagli Olandesi, che riuscirono a far estinguere il dodo. Dopo di loro vennero i Francesi, all'inizio del 1700, che svilupparono le piantagioni di canna da zucchero e fecero arrivare schiavi come manodopera. Gli Inglesi nel 1814 soppiantarono i Francesi, ma permisero ai locali di continuare a parlare la lingua del precedente conquistatore e lasciarono Mauritius sonnecchiare ai bordi dell'impero britannico. Dal 1835 gli schiavi furono liberati e parzialmente sostituiti con manodopera indiana o cinese. Nel 1968 l'isola è divenuta parzialmente indipendente (membro del Commonwealth), e dal 1992 è Stato sovrano.

Abbiamo citato il "dodo": si tratta di un uccello che era presente solo qui, una specie di grosso tacchino inabile al volo e totalmente incapace di difendersi: la sua carne sfamò i marinai olandesi fino a che non ne rimase nessuno (metà del 1600). Nonostante la fine ingloriosa (e il nome: dodo significa "stupido"), questo simpatico animale è divenuto il simbolo dell'isola.

A Mauritius, dato lo storico alternarsi di dominatori e loro manodopera, convivono molti gruppi etnici e religiosi in modo pacifico: è possibile trovare a poca distanza una chiesa cattolica, un tempio indù e una moschea. Il rispetto reciproco è qui fondamentale anche se i gruppi non si mescolano molto (i matrimoni misti sono rari). La maggioranza della popolazione è di origine indiana; i restanti sono africani, cinesi, francesi e britannici.

Altro aspetto curioso di questa isola è quello linguistico: i locali parlano tra loro in creolo, un dialetto molto simile al francese, e si rivolgeranno a voi in francese, vedendovi straniero. Se dopo un po' avete lo sguardo vacuo e sperso, passeranno all'inglese senza alcuna difficoltà.

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