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Turismo
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Machu Picchu
Machu Picchu (voce quechua significante "vecchia cima"o "vecchia montagna"),
soprannominata la città perduta degli Inca, è sito archeologico precolombiano,
situato in una zona montana a circa 2.350 metri di altitudine nella valle dell'Urubamba
in Perù.
Si suppone che la città fosse stata costruita dall'imperatore inca Pachacútec
intorno all'anno 1440 e sia rimasta abitata fino alla conquista spagnola del
1532. La posizione della città era un ben custodito segreto militare, perché i
profondi dirupi che la circondavano erano la sua migliore difesa naturale.
Difatti, una volta abbandonata, la sua ubicazione rimase sconosciuta per ben
quattro secoli, entrando nella leggenda. Scoperte archeologiche, uniti a recenti
studi su documenti coloniali, mostrano che non si trattava di una normale città,
quanto piuttosto di una specie di residenza estiva per l'imperatore e la nobiltà
Inca. Si è calcolato che non più di 750 persone alla volta potessero risiedere a
Machu Picchu, e probabilmente durante la stagione delle piogge o quando non
c'erano nobili, il numero era ancora minore.
La città fu riscoperta il 24 luglio 1911 da Hiram Bingham, uno storico di Yale,
che stava esplorando le vecchie strade inca della zona alla ricerca dell' ultima
capitale Inca: Vilcabamba. Bingham compì parecchi altri viaggi ed eseguì scavi
fino al 1915 e solo più tardi si rese conto dell'importanza della sua scoperta e
si convinse che Machu Picchu era Vilcabamba. Di ritorno dalle sue ricerche
scrisse parecchi articoli e libri su Machu Picchu: il più conosciuto fu; La
città perduta degli Inca. Paradossalmente Vilcabamba non era Machu Picchu:
l'ultima capitale era a Espiritu Pampa: nascosta nella giungla, a poche
centinaia di metri da dove era arrivato lui durante le sue ricerche.
Il sito archeologico fa parte dei Patrimoni dell'umanità stilati dall'UNESCO.
Nel 2003, più di 400mila persone hanno visitato le rovine e l'UNESCO ha espresso
preoccupazione per i danni ambientali che un tale volume di turisti può arrecare
al sito.
Le autorità peruviane, che ovviamente ricavano dei notevoli vantaggi economici
dal turismo, sostengono che non ci siano problemi e che l'estremo isolamento
della valle dell'Urubamba sia, da solo, sufficiente a limitare il flusso
turistico. Periodicamente viene proposta la costruzione di una funivia per
raggiungere la città dal fondovalle, ma finora la proposta non è passata. La
località è oggi universalmente conosciuta sia per le sue imponenti ed originali
rovine, sia per l'impressionante vista che si ha sulla sottostante valle dell'Urubamba
circa 400 metri più in basso.
::: Nel 2007 Machu Picchu
è stato eletto come una delle Sette meraviglie del mondo moderno. |
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Linee di Nazca
Le Linee di Nazca sono dei geoglifi, linee tracciate sul terreno, del deserto di
Nazca, un altopiano arido che si estende per una cinquantina di chilometri tra
le città di Nazca e di Palpa, nel Perù meridionale. Le oltre 13.000 linee vanno
a formare più di 800 disegni, che includono i profili stilizzati di animali
comuni nell'area (la balena, il papagallo, la lucertola lunga più di 180 metri,
il colibrì, il condor e l'enorme ragno lungo circa 45 metri). Essi furono
tracciati durante la fioritura della Civiltà Nazca, tra il 300 a.C. ed il 500
d.C.
Le linee sono tracciate rimuovendo le pietre contenenti ossidi di ferro dalla
superficie del deserto, lasciando così un contrasto con il pietrisco
sottostante, più chiaro. La pianura di Nazca è ventosa, ma le rocce della
superficie assorbono abbastanza calore per far alzare l'aria proteggendo il
suolo. Così i disegni giganti sono rimasti intatti per migliaia di anni. Ai
margini della Pampa, gli archeologi hanno scoperto la città cerimoniale dei
Nazca, Cahuachi, da cui si ritiene provenissero gli artefici delle linee.
Le linee sono state avvistate con chiarezza solo dall'avvento dei voli di linea
sull'area, casualmente, nel 1927 da Toribio Mija; quindi furono studiate, nel
1939, da Paul Kosok, un archeologo americano; ma solamente dal 1946, la tedesca
Maria Reiche, diede un importante contributo di studi sul loro significato.
Foto aerea del disegno che rappresenta un ragno.
Foto aerea del disegno che rappresenta un ragno.
Phyllis Pitluga, una ricercatrice dell'Alder Planetarium di Chicago scoprì,
studiando il rapporto tra le linee e l'astronomia, che il ragno gigante
rappresentava la costellazione di Orione, mentre le linee rette circostanti
rappresentavano le tre stelle della cintura di Orione. Lo zoologo Tony Morrison
studiò le linee con Gerald Hawkins; nel suo libro del 1978 Pathways to the Gods,
riporta una citazione del magistrato spagnolo Luis de Monzon che, nel 1586,
parlava delle pietre e delle antiche strade vicino a Nazca:
Collabora a Wikiquote « I vecchi indiani dicono [...] di possedere la conoscenza
dei loro antenati e che, molto anticamente, cioè prima del regno degli Incas,
giunse un altro popolo chiamato Viracocha; non erano numerosi, furono seguiti
dagli indios che vennero su loro consiglio e adesso gli Indios dicono che essi
dovevano essere dei santi. Essi costruirono per loro i sentieri che vediamo
oggi. »
Questa potrebbe essere una chiave che permette di spiegare il mistero delle
linee di Nazca: il leggendario eroe-maestro Viracocha, noto anche come
Quetzalcoatl e Kontiki, il cui ritorno era ancora atteso al momento dello sbarco
di Cortés. Gli "antichi indios" disegnarono figure poiché pensavano che
Viracocha sarebbe tornato, questa volta scendendo dal cielo. I disegni
rappresentavano dei segnali.
Sono molte le ipotesi su come i Nazca abbiamo disegnato le linee e sul loro
reale significato. Quella, comunque, più accreditata e realistica induce a
pensare che gli antichi peruviani abbiano dapprima realizzato disegni in scala
ridotta che sarebbero stati successivamente riportati ingranditi sul terreno con
l'aiuto di un opportuno reticolato di corde (in maniera simile a come fece
Gutzon Borglum, l'artista che scolpì i volti dei Presidenti statunitensi sul
monte Rushmore). Inoltre, non è del tutto esatto il fatto che le linee non si
possano osservare da terra: infatti ci sono molte colline e montagne nell'area
di Nazca che avrebbero permesso agli artisti di osservare il proprio lavoro in
prospettiva. C'è da tener presente anche che, sicuramente, appena disegnate, le
linee dovevano essere ben visibili, di colore giallo brillante, come le impronte
recenti di pneumatici che passano nella zona..
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Sito in costruzione
Sito in costruzione.
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Foresta Amazzonica
L'Amazzonia, nota anche come Foresta Amazzonica (in portoghese Floresta
Amazônica oppure Amazônia ; in spagnolo Selva Amazónica; in inglese Amazon
Rainforest), è una foresta equatoriale nel Bacino dell'Amazzonia in Sud America.
L'area conosciuta dell'Amazzonia o del Bacino dell'Amazzonia supera i 7 milioni
di km² (1.2 miliardi di acri), anche se la foresta propriamente detta ne occupa
circa 5,5 milioni. La foresta sta per il 60 % del territorio in Brasile, ma si
estende anche in Colombia, Perù, Venezuela, Ecuador, Bolivia, Guyana, Suriname e
Guyana Francese.
Il nome Amazzonia deriva dall'esploratore spagnolo Francisco de Orellana. Dalla
relazione che fu scritta al termine del suo viaggio in Amazzonia nel 1542, dal
cappellano della spedizione Gaspar de Carvajal, si nota che gli spagnoli
incontrarono una tribu di donne guerriere, la cui regina veniva chiamata Conorì.
Orellana chiamò il fiume Rio delle Amazzoni, perché le donne guerriere gli
ricordarono le antiche Amazzoni dell'Asia e dell'Africa, descritte da Erodoto e
Diodoro Siculo, nella mitologia greca.
Le foreste pluviali sono le più ricche di specie, e le foreste tropicali nelle
Americhe sono costantemente più ricche di specie che quelle in Africa e in Asia.
Nel più grande tratto delle foreste tropicali delle Americhe, la Foresta
amazzonica ha un'incomparabile biodiversità.
Nella regione vivono circa 2,5 milioni di specie di insetti, 10.000 specie di
piante, e 2.000 specie di uccelli e mammiferi. Secondo i dati, almeno 40.000
specie di piante, 3.000 specie di pesci, 1.294 specie di uccelli, 427 specie di
mammiferi, 427 specie di anfibi e 378 specie di rettili sono stati classificati
nella regione. Gli scienziati hanno descritto fra le 96.669 e 128.843 specie di
invertebrati solo il Brasile.
La diversità delle specie di piante è la più alta sulla terra e alcuni esperti
valutano che 1 km² contenga sopra i 75.000 tipi di alberi . 1 km² di foresta
amazzonica può contenere circa 90.790 tonnellate di piante. Questo costituisce
la più grande accumulazione di specie di piante e animali nel mondo. Uno su
cinque di tutti gli uccelli vive nella foresta amazzonica..
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