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IL MASSAGGIO CARDIACO ESTERNO COMBINATO CON LA RESPIRAZIONE ARTIFICIALE

Il massaggio cardiaco esterno deve essere combinato con la ventilazione, perché la ventilazione polmonare, determinata dal massaggio cardiaco, non è sufficiente ad ossigenare il sangue.

Dopo aver controllato l'adeguatezza e la sicurezza dell'ambiente, bisogna controllare lo stato di coscienza dell'infortunato.

Se il paziente è incosciente, bisogna portargli il capo in iperestensione, aprirgli la bocca e controllare la pervietà delle vie aeree.


Poi con la regola del GAS (G= guardare se vi è espansione toracica; A= ascoltare con entrambe le orecchie la presenza di rumori respiratori; S= sentire se ci sono movimenti respiratori, appoggiando le dita sul plesso solare, tra l'ombelico ed il processo xifoideo dello sterno) si controlla per dieci secondi se c'è respiro.

Se il soggetto non respira, bisogna praticare subito la respirazione artificiale, insufflando l'aria nei polmoni per due volte.

Dopo bisogna auscultare i polsi: se il polso è presente, si continua la ventilazione; in caso contrario, si inizia il massaggio cardiaco, effettuando 15 compressioni ogni 2 insufflazioni polmonari sia che l'operazione sia effettuata da un solo soccorritore che da due soccorritori.

Ogni minuto bisogna fare circa 12 insufflazioni e 60 compressioni, quindi, la durata delle compressioni è di circa 0,6 secondi e quella delle insufflazioni è di circa 1,5 secondi.

Ogni minuto bisogna controllare il polso, per verificare il ritorno del ritmo cardiaco spontaneo e dell'attività respiratoria attraverso il GAS, per 10 secondi.

Se la vittima presenterà la ripresa del battito cardiaco e dell'attività respiratoria, questa situazione determinerà la fine della rianimazione cardiopolmonare e l'osservazione della vittima da parte dell'assistente bagnanti, fino all'arrivo dei soccorsi.

Nel caso in cui la vittima non riprenda l'attività respiratoria e cardiaca, il soccorritore continuerà la tecnica rianimatoria fino a quando il cuore non riprenderà a battere, o fino al sopraggiungimento dei soccorsi.

Se l'infortunato riprende l'attività cardiaca, bisogna ripercorrere tutta la sequenza al contrario.
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