Il termine biodiversità è diventato un po’ come il prezzemolo: lo si mette dappertutto (e, alle volte, pure a sproposito!).

         Ma cosa cavolo è questa biodiversità e perché diavolo è così importante conservarla?

 

         Il termine è la traduzione di una parola inglese: “biodiversity”, che a sua volta deriva dalla contrazione di altri due vocaboli: “biological diversity”, cioè “diversità biologica” (o, con un’espressione più adatta ad esprimere il concetto, “varietà biologica”).

Questa parola serve ad indicare la pluralità di specie viventi presenti in un ecosistema o sul nostro Pianeta, cioè il numero, la varietà e la variabilità degli organismi che vivono sulla Terra (o, nel primo caso, in un dato ambiente). Per dirla con un’espressione poetica la biodiversità non è altro che “la meravigliosa complessità della vita” (bello, eh? Se non l’ha già detta qualcuno, quasi quasi la brevetto…).

Tornando alle cose serie, la biodiversità viene normalmente suddivisa in tre elementi, tra loro distinti, ma comunque connessi: diversità genetica, diversità delle specie e diversità degli ecosistemi.

 

 

 

 

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