Il paesaggio aretino nella
Gioconda. Alle spalle del ritratto più famoso del mondo non è rappresentato un paesaggio fantastico ma un preciso punto della terra toscana: là dove l'Arno, superata la campagna di Arezzo, passa sotto le medievali arcate di Ponte Buriano e riceve le acque della Val di Chiana.
Nell'estate del 1502 Leonardo percorse più volte l'antica via Cassia e potè ammirare con attenzione il Ponte di Buriano (Windsor, RL 12278r e 12682), un ponte di grande interesse strategico e commerciale, che dall'agro aretino consentiva di proseguire senza soste per il Valdarno Superiore e di raggiungere Firenze. Sorto sulle vestigia di un antico ponte romano e collegato all'importante arteria stradale della Cassia, fu edificato con sette ampie arcate a sesto ribassato, che nella riproposizione pittorica del loro numero sacro, dai risvolti magico-simbolici e in parte alchemici, rinviava alle segrete e misteriose corrispondenze esistenti tra microcosmo e macrocosmo, tra umano e divino, tra storia e preistoria, tra uomo e natura, nell'eterno e dinamico fluire del tempo. Leonardo, avvalendosi della sua osservazione
sperimentale, lo raffigurò fedelmente anche nel dipinto della Madonna dei
fusi, leggermente arcuato a schiena d'asino e con sette arcate di luce
diversa. (Il testo
e l’immagine in questa pagina provengono da quelle pubblicate su internet dal
Comune di Arezzo in occasione dell’esposizione de “la Madonna dei Fusi” tra
il 2000 ed il 2001) |
Il paesaggio aretino negli studi di Leonardo
La
madonna dei fusi: v
L’opera v
Il paesaggio aretino nella Madonna dei fusi
Il paesaggio aretino nella Gioconda <<
Le Foreste Casentinesi nell’Arte. E l’arte nelle Foreste Casentinesi. |