Tali branchi
sono, però, retti in maniera gerarchica ben organizzata. E l’organizzazione è
basata anche su un valido sistema di comunicazione molto evoluto. Importanti
sotto questo punto di vista sono i segnali visivi degli “specchi anali”
(a destra: una raffigurazione schematica degli specchi anali di Cervo, Daino e
Capriolo).
Ad esempio per il daino la coda
abbassata che oscilla quietamente da un lato all’altro è un segnale di
tranquillità (qui sotto a sinistra).
Se invece
resta immobile è un segnale di attenzione: c’è un allarme di moderata intensità
(sotto, a destra).
La coda tesa
orizzontalmente è invece un segnale di allerta: c’è un pericolo o una minaccia.
Infine la coda alzata verticalmente per mostrare il bianco sottostante induce i
componenti del branco alla fuga anche se non hanno avvertito personalmente il
pericolo. Così pure nei branchi di caprioli la vista del bianco degli specchi
anali arruffati per un qualche allarme stimola tutti gli altri a fuggire (qui
sotto).
Intanto i maschi di cervi e daini,
riuniti a loro volta in branchi anche se molto più disorganizzati di quelli
delle rispettive compagne, completano lo sviluppo dei palchi: in agosto il
cervo (sotto, a sinistra) ha già il trofeo libero dal velluto, mentre il daino
ne sta perdendo gli ultimi residui ormai secchi.
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(Questa foto
di un cervo maschio è stata scannerizzata da una cartolina
che, sul
fronte e sul retro, non aveva né indicazioni di Copyright, né alcun
divieto di
riproduzione. Peccato solo per il fatto che mancasse pure
il nome
dell’autore di questa bella immagine.)