Gli ungulati sono tutti quei mammiferi che camminano sulle punte delle dita, rivestite per essere meglio protette dall’unghia, detta più comunemente zoccolo.

 

         Gli ungulati che popolano il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna appartengono all’ordine degli Artiodattili (cioè animali che poggiano a terra un numero pari di dita). Tra questi troviamo la famiglia dei Cervidi, cui appartengono il cervo, il daino ed il capriolo, ed il cinghiale.

         Fino agli anni ’80 tra gli ungulati del Parco era annoverato anche il muflone (Ovis ammon), un mammifero non autoctono, ma originario della Sardegna da dove era stato introdotto in questa zona. Però l’ibridazione con pecore domestiche che ne causato l’indebolimento genetico di questa popolazione e la predazione da parte del lupo hanno portato alla scomparsa di questa specie (anche se sembra che qualche anno fa sia stato avvistato un esemplare isolato).

 

         Perché l’evoluzione ha portato questi animali ad un modo di deambulare così curioso? Semplicemente per una miglior resa nella corsa. Infatti, poggiando a terra solo le punte delle dita, anziché l’intero piede, la zampa si prolunga di un segmento. E questo equivale ad aggiungere una spira ad una molla: si genera più spinta. Sempre in seguito ad un processo evolutivo, poi, le dita che toccavano terra e su cui poggia il peso dell’animale si sono ridotte a due soltanto (il terzo ed il quarto), mentre delle altre il primo è atrofizzato ed il secondo ed il quinto sono più brevi, disposti posteriormente e portano il nome di speroni.

 

 

 

 

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